“Gran Torino”: cronaca di un film emblema dei giorni nostri

Gran Torino” è la prova che vi sono film in grado di far riflettere anche al di là della storia che raccontano. La pellicola risale all’ormai lontano 2008, ma recentemente mi è capitato di rivederlo e vi ho trovato così tanti spunti interessanti che ho ritenuto necessario scrivervi qualcosa.

La storia

Il film si apre con il funerale della moglie di Walt Kowalski (Clint Eastwood), che fin da subito si dimostra essere ostile a chiunque cerchi di stargli vicino. Infatti, i numerosi tentativi del giovane prete, padre Janovich (Christofer Carley), e del figlio di sostenerlo dopo la gravosa perdita vengono respinti da Walt con fermezza.

Walt è un polacco reduce dalla guerra in Corea ed ex operaio della Ford. Abita in una classica villetta unifamiliare, in una zona periferica della città, dove è rimasto uno degli ultimi abitanti a non essere asiatico. Esprime molto chiaramente il suo disprezzo razzista verso i vicini di casa che, inizialmente, cercano di dimostrarsi gentili appena si trasferiscono nella nuova abitazione.

È qui che conosciamo Thao (Bee Vang), il secondo protagonista principale della storia, il quale dapprima si presenta a casa di Walt per porgergli i saluti del nuovo vicinato. Poi però cerca di rubargli la Gran Torino, una macchina che Walt conserva preziosamente nel suo garage. Il tentativo, che doveva essere un’iniziazione per entrare nella gang del cugino di Thao, viene però scoperto da Walt.

La gang il giorno successivo tenta di picchiare Thao per non essere riuscito nel furto e perché non si comporta da uomo, mentre sta coltivando il giardino con la sorella Sue Lor (Ahney Her). Walt interviene nella discussione salvando il ragazzino, ma solo perché in realtà aveva invaso la sua proprietà cercando di scappare alle botte del cugino (“fuori dal mio terreno”). Padre Janovich, venuto a conoscenza dell’accaduto, la sera raggiunge Walt al pub e con lui ha una discussione accesa sulla vita e sulla morte (“direi che lei ne sa più della morte che della vita”).

La famiglia di Thao, per ringraziarlo di aver salvato la vita al figlio, riempie Walt di doni di ogni genere e tipo.

La svolta nel rapporto con i vicini si ha il giorno del compleanno di Walt. Infatti, il figlio e sua moglie lo raggiungono a casa con dei regali che chiaramente gli vogliono suggerire che, data la sua anziana età, si dovrebbe far curare in delle strutture appropriate. Walt non apprezza il gesto e caccia di malo modo entrambi di casa con i loro regali. Dopo qualche momento arriva Sue, che lo invita alla festa nella casa accanto e lo introduce ad alcune usanze e modi di fare della loro comunità. Walt si sorprende del fatto che, al di là della differente cultura, “ho più cose in comune con questi musi gialli che con i caproni della mia famiglia”. È qui però che si viene a conoscenza del fatto che Walt è in realtà molto malato, perché durante la festa è costretto a correre più volte in bagno per sputare sangue.

Altro punto cruciale è quando Thao inizia a lavorare per Walt, per cercare di riparare al disonore che ha arrecato alla sua famiglia tentando di rubare la Gran Torino.

Walt, nel frattempo, si reca all’ospedale per farsi visitare e rimane negativamente colpito dal constatare che non solo la maggior parte degli utenti è straniera, ma che anche il suo solito medico è stato sostituito da una donna asiatica.

Tornato a casa, decide di chiamare il figlio, ma non riesce a raccontargli nulla della situazione.

Walt, inizialmente molto scettico, si prende molto a cuore la situazione di Thao e lo inizia ai comportamenti tipici da uomo, portandolo da Martin, il barbiere, per fargli vedere come parlano i veri uomini, gli trova un vero lavoro presso un amico e lo spinge a invitare la ragazza che gli piace ad uscire.

Tuttavia, mentre stava andando a lavorare, Thao viene fermato dalla gang del cugino, che lo picchiano e gli spengono una sigaretta in faccia per disprezzo. Allora Walt decide di rendere giustizia al ragazzino e picchia e minaccia un membro della gang. Questo fatto scatena una faida con i cugini che prima sparano alla casa di Thao e poi violentano Sue.

Questa è la molla finale che sconvolge definitivamente la vita di Walt e di tutta la famiglia cinese. Da qui Walt prende una serie di decisioni importanti prima di compiere la vendetta. Dunque, Walt parla con Thao, che vorrebbe farsi giustizia da solo con le armi, e gli chiede di tornare alle 16 del giorno stesso. Quel giorno Walt va dal barbiere (e si fa fare anche la barba), dal sarto per un abito su misura e in Chiesa a confessarsi per la prima volta in vita sua.

Giunte le ore 16, riceve Thao, gli regala la medaglia all’onore e lo rinchiude in cantina. Va a casa del cugino di Thao e Sue e fingendo di tirare fuori la pistola (che in realtà non ha con sè) riesce a farsi sparare e a far quindi incriminare i ragazzi che lo uccidono circondati da una folla di testimoni.

Dopo il funerale di Walt, la famiglia si riunisce dal notaio per leggere le ultime volontà. Walt cede la proprietà della sua Gran Torino a Thao, che può così continuare a tenere viva la memoria di quell’uomo che lo ha protetto e fatto diventare degno di guidare una macchina di quel genere.

Analisi del film

Le questioni che emergono dalla visione di questo film si ricollegano in primo luogo alla crisi del legame sociale nella società orizzontale. Nel momento in cui gli spazi di libertà si ampliano, l’Altro è visto come un potenziale pericolo dal quale difendersi e allontanarsi. Questa tensione aumenta il potenziale di violenza. Nella relazione fra me e l’Altro, di fondamentale importanza è la tematica dello sguardo. Nella prova dello sguardo, sentendomi oggettività non-rivelata, sperimento direttamente con il mio essere l’impercettibile soggettività dell’Altro (Sartre). Anche quando l’Altro è assente, tuttavia, la difficoltà non permane. Infatti, L’assenza si definisce come un modo d’essere della realtà umana in rapporto ai luoghi e ai posti che essa ha determinato con la sua presenza. È in rapporto ad altri uomini che io sono assente.

Nel film, Walt tenta in tutti modi di ovviare ai rapporti sociali, tanto con i figli quanto con i vicini di casa. Individui e gruppi sociali sono sempre alla ricerca di modi per mettere distanza tra loro. A partire dagli anni ‘70, dopo aver ottenuto l’eguaglianza economica, i soggetti sociali si muovono per perorare la causa dell’istanza identitaria, seppur in modi molto differenti tra loro. Ma la questione dell’identità non è dovuta solo a una spinta soggettivistica.

Possiamo riportare almeno altre tre concause: la fine della colonizzazione e la denuncia dell’etnocentrismo, la tensione fra la libertà individuale e le discriminazioni razziali, la difficoltà di superare le diversità etnico-culturali. Nel film, Walt e Thao riescono a ovviare a queste differenze semplicemente riconoscendole e rispettandosi, ognuno secondo i costumi della propria cultura. Le gang sono emblemi del mondo presente. L’amicizia con i due ragazzi asiatici, Thao e Sue, è una ragione per vivere, ma anche per morire.


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