Caffè, perché sei tu caffè?

Caffè espresso, lungo, corto, macchiato, cappuccino, all’americana, alla turca e chi più ne ha più ne metta. Tutti noi abbiamo bevuto almeno una tazzina di caffè nella vita e probabilmente ne beviamo più di una al giorno. Ma cosa rende questa bevanda così speciale?

Partiamo con un po’ di storia: il caffè è una pianta originaria dell’Etiopia e secondo la leggenda venne scoperta da un pastore che portò le proprie capre a pascolare in prossimità di una pianta di caffè. La notte seguente le capre non riuscivano a dormire ed erano sovreccitate e piene di energia. Il pastore intuì l’origine di questo comportamento e tostò i semi della pianta per ottenerne una bevanda.

Nel XV secolo la conoscenza della bevanda a base di caffè si estese fino a Damasco, al Cairo per arrivare infine a Istanbul, dove il suo consumo avveniva nei luoghi d’incontro dell’epoca, ovvero i caffè. Per i suoi rapporti commerciali in vicino Oriente, Venezia fu la prima a far uso del caffè in Italia, forse fin dal XVI secolo.

Insieme alla bevanda si è diffuso anche il suo nome. La forma attuale dell’italiano deriva dalla parola araba qahwa (قهوة), poi trasformatasi nel turco kahve e nell’italiano caffè. Oggi i maggiori produttori mondiali sono, nell’ordine, il Brasile, il Vietnam, la Colombia e l’Indonesia, a cui seguono altri paesi che però non hanno una produzione stabile.

Gli effetti del caffè sono noti a tutti, non a caso di solito lo si beve alla mattina oppure dopo pranzo per essere più produttivi sul lavoro o per concentrarsi meglio, ma ci sono altre proprietà altrettanto interessanti che sono un po’ meno conosciute. Per esempio preso alla mattina a digiuno, sembrerebbe che il caffè vuoti lo stomaco dai residui di una mal digestione e lo predisponga a una colazione più appetitosa, mentre è stato smentito che il caffè abbia effetti positivi sul processo di digestione.
Il consumo di caffè viene sconsigliato prima di mettersi in viaggio, se non a stomaco pieno perché favorisce un’ ipersecrezione gastrica fastidiosa se non si è nelle vicinanze di un bagno. In compenso il caffè mescolato al latte bollente (il famoso cappuccino) ha la proprietà di bloccare l’appetito ed è comunemente pensato essere un sostitutivo del pranzo, anche se impropriamente. Questo perché, ad alte temperature, il latte si combina con il caffè dando luogo a un composto difficile da digerire.
Inoltre il consumo di caffè è stato associato a una riduzione del rischio di insorgenza del cancro del colon-retto, del carcinoma della bocca e del cancro alla prostata.

Il caffè è uno dei prodotti più consumati al mondo, e l’economia e il mercato di questo prodotto sono gestiti da regole più complesse rispetto a quelle della domanda e dell’offerta. Innanzitutto il commercio del caffè è controllato da una ventina di multinazionali, e alcune di esse possiedono società di importazioni proprie che controllano l’intera filiera di produzione. Il mercato del caffè è altamente instabile, a causa dell’assenza di regolamentazione nel commercio di questa merce.

Fino al 4 luglio 1989 esistevano gli accordi internazionali sul caffè, che regolavano le quote massime che i produttori potevano immettere sul mercato causando la cosiddetta liberalizzazione del mercato del caffè. Questa scelta ha avuto conseguenze disastrose sul mercato del caffè ma soprattutto sui contadini che dipendono interamente dal raccolto. Essendo i prezzi d’acquisto diventati molto variabili, lo sono anche i loro stipendi.
Dato il loro continuo e pressante bisogno di soldi, in genere vendono il caffè appena possono, talvolta quando i chicchi sono ancora sulle piante, e di sicuro non si trovano nella posizione di poter contrattare il prezzo.

Al momento è in corso una battaglia legale fra l’Etiopia e Starbucks, dato che quest’ultimo importa caffè principalmente dall’Etiopia vendendolo a prezzi decisamente superiori. Il paese produttore di caffè sta tentando di far registrare le varietà di caffè da lui prodotte e, se riuscisse nel suo intento, il PIL del paese subirebbe un forte incremento.

A conclusione di ciò, volevo augurarvi una buona giornata in compagnia della vostra tazza di caffè, ma invitandovi ad avere un occhio di riguardo verso questa merce, che nelle nostre case siamo così abituati ad avere da non chiederci più nemmeno da dove provenga e con quali mezzi.


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