DISCO CONSIGLIATO: Selton- Loreto Paradiso

Il disco del quale vorremmo parlarvi noi de Lo Sbuffo  -questa volta- è senza ombra di dubbio una perla rara per quanto riguarda la discografia italiana.

Nella nostra amatissima penisola non esistono artisti che suonano come i Selton; già vi sentiamo domandarvi “chi diavolo sono ‘sti Selton?!”

Abbiamo indovinato, vero?

I Selton sono una band che non siamo in grado di catalogare all’interno di un genere preciso, viste le numerosissime influenze, sia musicali che di vita, che portano con loro, visto che la storia della loro formazione e della loro ascesa è densa di avventura e romanticismo.

Tutto parte da Porto Alegre, Brasile, dove i quattro futuri componenti della band trascorrono la loro infanzia e la loro giovinezza, fino alla fine del liceo, quando decidono di prendersi un anno sabbatico e fare esperienze in giro per il mondo. Si sa, però, che la saudade per i brasiliani è una caratteristica imprescindibile. Quale posto migliore, se non Barcellona, per ritrovarsi tutti e quattro e cercare di sopperire alla mancanza della madrepatria?

Qui i quattro di Porto Alegre iniziano a suonare a Parc Güell canzoni dei Beatles e vengono notati da un discografico e da un produttore di MTV, che li portano in Italia per incidere un album, al quale collaborano anche Enzo Jannacci e Cochi & Renato. Da lì la svolta, con la pubblicazione di altri due dischi tra i qual “Saudade” vanta la collaborazione con Dente per quanto riguarda le consulenze sui testi in italiano e si consolida la collaborazione con il produttore Tommaso Colliva.

Da Porto Alegre a Loreto il passo è breve per i Selton, che ormai si sono integrati alla perfezione con lo stile di vita italiano. Cantano e comunicano in italiano e sono riusciti ad affermarsi come una delle realtà più interessanti della scena underground della penisola e lo dimostrano benissimo con “Loreto Paradiso”, la loro ultima fatica discografica.

E’ un disco avventuroso come le loro vite, dove emerge la commistione linguistica e, ancora di più, quella sonora: le parti cantate in italiano, inglese e portoghese vanno a mescolarsi su basi ora funky o che rimandano alla tradizione brasiliana, ora sfacciatamente pop oppure con venature elettroniche. Emblematico di ciò è la opening track Loreto Paradiso, legata al primo singolo rilasciato, Buoni Propositi: singolo ottimamente studiato sia strutturalmente, che musicalmente e manifesto indiscusso della mescolanza di generi, che parla delle aspettative che ogni anno si fanno, ma che  -puntualmente- verranno deluse. Tutto l’album è intriso di una malinconia tipicamente sudamericana, nonostante le voci dei quattro lascino trasparire un barlume di speranza e i ritmi danzerini potrebbero indurre a pensare che sia un album felice.

Il disco è una riflessione sul trovare un posto nel mondo, nonostante si abbiano miliardi di casini in testa, magari dopo una relazione andata maluccio, come in Voglia di Infinito, pezzo dall’incedere sudamericano e dal testo agrodolce.

Dopo questi primi tre pezzi, si apre la una parte centrale orientata all’elettronica ora minimale, ora più arrangiata e dominata dalla lingua inglese, come in Don’t Play with Macumba, di sicuro una delle migliori dell’album assieme a Qualcuno mi Ascolta? Altro esempio di cambiamento di stile a livello musicale visto l’utilizzo di una bossa nova che si apre in piccoli intermezzi elettronici che aiutano la voce di Ricardo Fischmann a cantare del suo senso di inadeguatezza nei confronti di chi non lo capisce appieno e di un posto che non lo fa sentire totalmente a suo agio, nonostante ci viva da anni e nonostante lo abbia eletto a proprio paradiso personale.

In generale un disco fresco e molto godibile, che fa venir voglia di ascoltarlo di nuovo daccapo per riascoltare le storie che i Selton hanno da raccontarci, visto che possono essere ricondotte a chiunque. Si sa, da Porto Alegre a Loreto il passo è breve.

Pezzi Consigliati: Buoni Propositi, Don’t Play with Macumba, Qualcuno mi Ascolta?


copertina

 

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