L’ORIGINE DELLE OPERE: FALSTAFF

di Ilaria Zibetti

In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte dell’immortale Bardo, torniamo a parlare del rapporto tra Opera lirica e testo da cui ha avuto origine. In particolare vorrei trattare delle differenze che intercorrono tra “ Le allegre comari di Windsor” e “ Falstaff” di Giuseppe Verdi.

Ultimo capolavoro verdiano, “Falstaff” spicca per una giocondità e un clima burlesco che non ci aspetteremmo da un Maestro del Melodramma quale fu il Cigno di Busseto: risate, schiamazzi, strilla, baruffe che prendono vita attraverso note frizzanti e un libretto che è uno spasso di per sé, scritto da un grande letterato quale fu Arrigo Boito (ricordato come uno degli esponenti della Scapigliatura).

In breve la vicenda principale: l’obeso Cavaliere John Falstaff, ormai a corto di denaro, decide di corteggiare due dame coniugate di Windsor: Alice Ford e Meg Page, al fine di renderle sue amanti e risolvere i suoi problemi finanziari, oltre che godere dell’amore di due belle donne. Ma le comari sono oneste e amiche tra loro per cui decidono di prendersi gioco dell’uomo per poi svergognarlo davanti a tutti per la sua lussuria.

Innanzitutto, oltre al titolo, si nota che rispetto alla commedia shakespeariana, l’opera presenta una riduzione dei personaggi, una semplificazione dell’intreccio, raggruppamento di scene, cambio di dinamiche e aggiunta di azioni (ad esempio quella del paravento in casa di Ford dietro il quale si celano i giovani innamorati Fenton e Nannetta, intenti a scambiarsi baci ed essi vengono scambiati per Alice e Falstaff dal gruppo di abitanti giunti a smascherare il presunto tradimento di madama Ford).

Per meglio comprendere le asserzioni appena dette, si possono fare delle esemplificazioni.

  • Alice Ford, grande protagonista della commedia lirica, viene rappresentata da Verdi come la sintesi delle due comari di Windsor (Alice e Meg Page): ella ha infatti un marito particolarmente geloso, una figlia di nome Nannetta che vuole far maritare al prestante Fenton, dimostrando di essere colei che ha le idee geniali per condurre Falstaff al ridicolo. La sua compagna, Meg Page, si presenta come semplice spalla ed asseconda la donna.

In Shakespeare invece si nota come la vera cospiratrice brillante sia Meg Page, la quale è coniugata a un marito liberale ed ha due figli: il piccolo William e la bella Anne, che vuole impalmare al vecchio Dottor Caius, medico francese ricco e dalle amicizie influenti a corte. Alice Page, alleata di Meg, ha un marito molto geloso, Frank Ford, ma non hanno prole. Ecco quindi come il personaggio di Alice in Verdi sia una riduzione di due protagoniste.

  • Anche il marito di Alice, Frank Ford, subisce un lavoro di riduzione e sintesi con il suo amico George Page, il coniuge di Meg, negli intenti del compositore italiano. Ford, sapute le mire di Falstaff e non fidandosi della moglie, cerca di scovare il traditore mettendo sottosopra la casa ed è lui stesso che vorrebbe far sposare la sua giovane figlia Nannetta al pedante Dottor Caius, dove in Shakespeare è Meg Page che aveva questo piano. Ne “Le allegre comari di Windsor” invece George vorrebbe concludere il matrimonio fra la figlia Anne e l’insopportabile Slender, un giovane dall’alta rendita.
  • Proseguendo notiamo che in Verdi comare Quickly sia un’alleata di Meg ed Alice per i loro inganni, onesta anch’ella in quanto disprezza le bricconate di Falstaff e degli uomini in generale, restando fedele alle sue amiche e prevenendo le insidie di altri personaggi. Shakespeare invece rappresenta Quickly in maniera particolarmente ambigua e discutibile, in quanto si presta ad essere mezzana e ruffiana per suo vantaggio, prestando la propria parola indistintamente agli altri personaggi, pur rimanendo fedele sempre alle due comari. Ella tra l’altro risulta essere la governante in casa del Dottor Caius ma offre i suoi servigi di amica influente al miglior offerente (in particolare a Fenton).
  • L’Oste della Giarrettiera, il quale appare come personaggio muto nell’Opera, ha un ruolo attivo nella commedia del Bardo, tanto da costruire delle beffe ad alcuni amici per poi caderne vittima lui stesso, salvo poi riscattarsi favorendo le mire di Fenton nello sposare la bella Anne.
  • Non solo Slender, ma anche molti altri personaggi come il curato Gallese Evans, il cugino di Slender ed altri minori sono stati rimossi dalla drammaturgia di “Falstaff” per una riduzione delle dinamiche e quindi una facilitazione della resa musicale.
  • Delle varie beffe che nella storia originale vengono messe in atto, Verdi e Boito si concentrano su quelle che riguardano Falstaff (però con l’eliminazione della scena in cui il grasso cavaliere viene travestito da vecchia e bastonato da un ignaro Ford) e l’inganno per consentire a Nannetta di sposare il suo Fenton, affinché questa macchina di burle giri perfettamente come un orologio nonostante le semplificazioni.

Esistono altre versioni tratte dalla commedia inglese, come “Falstaff” di Antonio Salieri, però quello verdiano ha raggiunto una fama e una popolarità maggiore, entrando nella memoria collettiva soprattutto per il finale apparentemente giocoso: “Tutto nel mondo è burla”, che per il Bardo potrebbe essere interpretato come “Tutto il mondo è teatro”.


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