“Dipingo i fiori, per non farli morire.”

Ho pensato a tutti i miei progetti, accantonati per chissà quale ragione logica,
che poi, si è trasformata in illogica.
Mentre seduta sul divano, guardo il film di Julie Taymor “Frida”
sulla sofferta vita privata della pittrice messicana Frida Kahlo,
interpretata da Salma Hayek.

Mi soffermo sul frame in cui il padre di frida le chiede spesso:
Raccontami i tuoi progetti Frrrrida”
Quella voce rimbomba molteplici volte nella mia scatola cranica, tutte le volte che ho iniziato a fare qualcosa,
ma che poi ho abbandonato per cause maggiori, che cosi tanto maggiori non lo erano.
Ho iniziato a disegnare, perché tutto quello che scrivevo non mi bastava più:
le parole, le frasi, non bastavano, avevo bisogno delle sfumature, della matita.
Della gomma per poter cancellare tutto quello che non mi andava bene,
anche se è sempre stato molto difficile per me, dal momento in cui ho la tendenza
a calcare molto la matita, quando disegno.
Penso che dipenda dalla rabbia incessante che mi porto dentro,
e che mi da il via a poter disegnare per liberarmene.
Frida dice:

Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perchè sono il soggetto che conosco meglio”

Spesso mi ritrovo a disegnarmi, perché anch’io come Frida, trascorro molto tempo da sola, ma non posso dire con fermezza di conoscermi meglio di chiunque altro, perché spesso non so nemmeno io chi sono e chi voglio essere.
Spesso mi ritrovo a desiderare di esser qualcun altro e non me.
Ma, il più delle volte desidero esser me stessa, me stessa e nessun altro.
E in tutte le cose che non conosco e che disegno, tutti i soggetti che sono ignoti
nella mia testa li ricopro di fiori perchè non vedo cosa realmente sono o cosa realmente vogliono dirmi.

Dipingo i fiori per non farli morire.

Frida è una delle mie più grandi muse ispiratrici, grata per la sua esistenza,
le sue opere immortali, le sue lettere d’amore, i suoi tormenti.
Vicina, vicina ad una donna che non ho mai conosciuto se non,
per tutto ciò che ho letto e visto nei suoi riguardi,
tutto ciò che è suo l’ho sentito in parte un po’ mio.
Affascinata in un modo indescrivibile dalla sue lettere d’amore.
Tormentate e bellissime.
Ho provato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare.”
Dice Frida, i suoi dolori sono simili ai miei e a quelli di molte altre persone,
solo che Frida ha avuto un modo tutto suo di mostarli.
Concludo,
Sento che siamo stati insieme fin dal nostro luogo di origine, che siamo della stessa materia, delle stesse onde, che portiamo dentro lo stesso istinto. Tu sei forte, il tuo genio e la tua umiltà prodigiose sono incomparabili e arricchisci la vita; dentro il tuo mondo straordinario, quello che ti offro è solo una verità in più che ricevi e che accarezzerà sempre la parte più profonda di te stesso. Grazie di riceverlo, grazie perché vivi, perché ieri mi hai lasciato toccare la tua luce più intima e perché con la tua voce e i tuoi occhi hai detto quello che aspettavo da tutta la mia vita.

Ringrazio Frida, con tutto il mio cuore,
per avermi dato la possibilità di vedere l’amore in molteplici modi e forme.


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