mattino

Mattino

Di Roberta Giuili
La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
L’ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba
che s’imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l’impregna
e un sapore di frutto marino vivo.
Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908- Torino 1950) è stato uno scrittore che ha accompagnato il passaggio dalla cultura degli anni Trenta alla cultura del dopoguerra. Nato in una famiglia delle Langhe visse soprattutto a Torino. La sua tesi su Whitman dimostra il già evidente interesse per la letteratura inglese e americana che sarà una componente essenziale sia esistenziale che letteraria. L’altro polo della sua personalità fu il legame con l’attualità e la politica, che nonostante l’arresto in giovane età, rimase sempre molto forte: dopo la Liberazione si iscrisse infatti al Partito comunista. La sua poesia si affaccia in un clima ermetico, arricchito dalla sua personale sensibilità esistenziale che non potrà fare a meno di straripare nella narrativa di stampo realistico.
La poesia si struttura su due elementi: un volto, e il mare. Il viso è proiettato sul mare, il mare è ricordo sul viso. L’andamento lento della poesia permette di figurare e rappresentare nella nostra mente un viso che assomiglia ad un mare calmo, e come questo ha al suo interno istanti presenti e passati nascosti sotto le onde. Il ricordo è solo un’ombra fuggevole, a sua volta umida come la sabbia di una grotta sotto alla quale la sabbia non si asciuga subito e rimane bagnata, e un sussurro lieve come il mormorio del mare quando è calmo. Il volto è rappresentato come un quadro in cui è ben evidente la luce del sole diversa alle varie ore del giorno, quando si imbatte su un viso, e dà l’idea di un tempo infinito, immobilizzato. Ma è come un volto ideale, che in quanto tale svanisce nel mare, senza la tristezza e le parole umane che accompagnano le scomparse.

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