La verità inquietante dietro la poesia bucolica di Frost

Tra i poeti americani più famosi al mondo, Robert Frost è stato associato, fin dall’inizio della sua carriera, all’immagine di uno yankee cantore di un’America bucolica in via d’estinzione, ed in contrasto con la modernità d’inizio Novecento. Seppur questo sia effettivamente il primo possibile livello d’interpretazione di questo grande poeta, dietro all’apparenza rassicurante si cela una verità inquietante.

La lettura semplicistica appena citata è stata attribuita immediatamente alla poesia frostiana, e del resto era inevitabile: molto semplice, diretta e di tendenza narrativa, tale poesia non rivoluziona in maniera evidente il metro (a differenza dei contemporanei Pound e T.S.Eliot), ma si pone se mai in continuità con la tradizione metrica del blank verse, perchè scrivere poesia senza metro è come “giocare a tennis con la rete abbassata”. Frost rinnova dunque il linguaggio poetico in maniera sottile, attraverso i diversi gradi di tono della poesia.

Il poeta punta infatti al sentence sound, ovvero il profilo intonativo di ogni poesia, adattando i toni dell’americano di tutti i giorni ai toni della poesia. È infatti convinto che sia il tono di una poesia a veicolarne il senso, come avviene nella comunicazione orale. Così facendo si ottiene inevitabilmente una poesia molto vicina al lettore medio americano, ma lontanissima dagli sperimentalismi modernisti dell’epoca (si veda l’immagismo). Ed è esattamente tale risultato ad aver creato o un certo snobbismo da parte della critica letteraria, ed invece un enorme successo di pubblico, e quindi una lettura meno approfondita del significato della poesia di Frost.

Solo in tempi più recenti si è incominciato a riesplorare la sua poesia dell’autore, scoprendo un ulteriore livello interpretativo che Lionel Trillig definisce del “dark Frost”. Alla base delle sue opere infatti non vi sarebbe assolutamente un obiettivo rassicurante veicolato dal paesaggio rurale americano, simbolo morale di valori ormai assenti nella modernità, ma esattamente il contrario. Frost vorrebbe infatti rappresentare la nuova realtà tragica americana, cui valori morali originali non solo vengono a mancare, ma si rivelano del tutto inutili di fronte alla nuova realtà.

Tutto ciò crea un profondo senso del vuoto esistenziale in Frost, un tono tragico che avvolge tutta la sua America e che decreta la desertificazione di un paesaggio solo in apparenza accogliente, e sdrammatizzato a volte dal tono ironico tipico di Frost. Per comprendere questa visione, sono due le poesie fondamentali, ovvero Desert Places e Design.

La prima rappresenta un paesaggio coperto dalla neve che ingloba in sè tutto ciò su cui si posa, dando un’impressione di desertificazione e soffocamento. La neve sembra infatti soffocare gli animali, cui tane vengono riempite dai fiocchi che cadono velocemente, e come gli animali il poeta inconsapevolmente viene risucchiato da questo simbolo bianco di solitudine. Frost mette in scena la non significanza della natura, che non ha nulla da esprimere, ma che è solo uno dei luoghi desertici a cui allude il titolo: anche l’animo del poeta è paragonabile ad un deserto, poiché vuoto ed insignificante, un luogo che lo spaventa più degli spazi infiniti dell’universo.

Nella seconda poesia poi, Design, è il vuoto esistenziale che si palesa: il poeta intravede la possibilità che vi sia l’assenza di un disegno provvidenziale nella visione inconsueta di una prunella bianca, fiore solitamente blu, sulla quale un ragno ha tessuto la propria tela e sta uccidendo una falena. È un’immagine di morte che desta nel poeta- e nel lettore- inquietudine, portando alla conclusione che qualora un destino esista, esso è avverso agli uomini.

Questo vuole dunque essere l’input per andare oltre l’immagine stereotipica assegnata alla poetica Frost (una poesia su tutteThe road not taken’, in realtà canto della paura di scegliere e del conseguente rimorso), per comprendere come il poeta bucolico americano sia ben più complesso del previsto, e dunque apprezzarlo a pieno come uno dei migliori poeti della tradizione americana.

 

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