Lo strano caso del “billboard” incriminato

Attualmente viviamo in un società, nella quale i fatti di cronaca nera sono all’ordine del giorno, dalla violenza sulle donne a quella sui bambini da semplici liti che sfociano in bagni di sangue.
In questi giorni si è accesa una forte polemica che ha visto la 20th Century Fox accusata dall’attrice Rose McGowan di diffondere immagini forti e diseducative, per intenti promozionali. L’immagine “incriminata” è presa da una scena del film X-Men: Apocalisse, uscito il 18 Maggio nelle nostre sale, che ritrae il malvagio Apocalisse (Oscar Isaac) nell’intento di soffocare Mystica (Jennifer Lawrence) l’eroina dalla pelle blu.
L’attrice americana ha sottolineato che il billboard in questione è offensivo, stupido e senza alcun senso, la McGowan invita caldamente la 20th Century a rimuovere subito il manifesto e a non servirsi più di “una donna strozzata” per promuovere un proprio film. Anche Jennifer McCleary-Sills, che si occupa di diritti e violenza sulle donne all’International Center for Research on Women, è intervenuta sulla questione, non trovando nessuna giustificazione all’immagine anche se si tratta di un contesto di finzione, poiché rievoca troppe situazioni di delitti e soprusi verso le donne.

La Fox ha provveduto a rimuovere le locandine, apparse a Los Angeles e New York, scusandosi per questo malinteso e condannando ogni forma di violenza verso il genere femminile.
Sarebbe giusto chiedersi: basta veramente la locandina di un film a indurre la violenza?
Il pericolo di emulazione non è così impossibile, non ultimo il caso di un diciannovenne americano, Jonathan Cruz, autore di vari reati tra cui omicidio, che ha dichiarato di essersi ispirato al film di James DeMonaco, La Notte del Giudizio – The Purge. Film nel quale il governo rende legale per dodici ore l’anno, ogni attività criminale.
Perché allora scagliarsi solo contro una locandina e non fare una lista, che sarebbe infinita, di film che mostrano atti di violenza contro il prossimo, siano essi donne, uomini, bambini e persino animali. Questa polemica non ha un senso anzi sembra solamente un pretesto, si cerca qualcosa o qualcuno da incolpare per giustificare la brutalità umana, un film, piuttosto che un videogioco possono far scattare un raptus omicida nelle persone?
È certamente indubbio che la nostra società è costellata da immagini forti che provengono sia dalla finzione di una pellicola, sia dai nostri televisori che ci mostrano tutti giorni spaccati di vita cruda e violenta, ma in quanto persone civili, si spera nell’uso di un’intelligenza e razionalità, che fin da bambini con una necessaria educazione, ci permette di distinguere il bene e il male.


 

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