LA NUOVA FRONTIERA DELLA MODA – L’AUTOEROTISMO-

di Elisa Molteni

Non è insolito di questi tempi, incappare in tematiche ed argomenti che trattano della sessualità, femminile e maschile, in un’ottica più o meno spinta.

In TV e nelle pubblicità è sempre meno raro trovare personaggi dello show business ed icone di bellezza, in pose hard e davvero aggressive.

Alle volte sembra quasi che quello sguardo ammaliatore, così provocante e sexy di certi cartelloni pubblicitari, si trasformi in un inno alla spiccata disinibizione e alla sfrenata emancipazione –femminile e non-.

Non interessa solamente che il pubblico recepisca il lato suadente di tale profumo o della tale marca, ma sembra quasi che le modelle in causa cerchino di spingerci all’esplorazione profonda del nostro io, muovendo in noi reconditi desideri.

Cerchiamo di spiegarci meglio: il tono della voce impostato, cosi persuasivo, l’occhio che sfugge alla telecamera e percorre le curve longilinee della testimonial, la spallina del reggiseno  che cade… sono tutti simboli espliciti di un forte carattere sessuale che da sempre in ambito pubblicitario si è voluto sfruttare fino all’osso per rifilare i propri prodotti. E le vendite, ovviamente, schizzano alle stelle.

L’ultima frontiera in questo campo però, che ormai più che una “frontiera” si può definire come una vera e propria moda, è la masturbazione.

Un termine tabù, addirittura considerato sconcio, che si tende per lo più ad evitare, perché per quanto ci si sforzi di essere open, esso resta un concetto al di là della normale amministrazione…ma sembrerebbe proprio che qualche cosa stia cambiando.

Prima di parlare dei volti noti nel mondo della musica e del cinema, sarebbe il caso di porre uno sguardo all’ultima campagna vendite di American Apparel, noto marchio di vestiario da pochi anni approdato anche in Italia.

Ebbene, la sua proposta improntata sui tre complessi della donna –Peli, Ciclo, Mestruazione- è stata fortemente criticata dal Web, infatti vedrebbe campeggiare in gigantografia, una vagina con annessi peli pubici in primo piano e una mano intenta a pizzicare le corde del diletto, stampata come nuovo marchio della collezione su manipoli di T-shirt.

Ci spiazza trovarci davanti queste immagini così crude di autoerotismo femminile, sia pure che esse siano ad opera di un’artista canadese e prese ad emblema della già citata emancipazione e libertà di espressione.

In effetti però nell’arco della storia non sono nuove forme di protesta fortemente provocatorie o comunque incentrate sul corpo femminile, ma qui come abbiamo già affermato si tratta di un’idea di intima sessualità che diventa social e visibile alle masse, pronta a campeggiare in TV e sui maggiori palcoscenici mondiali.

Le due porta voci per eccellenza del “handjob”, sono dunque due show girl e cantanti del calibro di Rihanna e Miley Cyrus.

Le due donne infatti, sono state paparazzate più e più volte per le loro uscite di pessimo gusto, negli ultimi mesi.

Le loro performance, sia durante gli spettacoli dal vivo, che nei loro video promozionali, sono diventate sempre più spinte e i loro gesti al limite della censura; proporzionalmente tuttavia le loro azzardate imprese le hanno inaspettatamente (o forse no) portate al vertice della popolarità!

Sarà forse che tutto questo ostentare alla gestualità provocatoria e allusiva piaccia veramente ai loro fans?

In effetti il look fanciullesco di Hanna Montana, personaggio di fantasia inventato dalla casa Disney, aveva un po’ stufato e la piccola Miley ci si sentiva forse un tantino stretta.

Che il suo bisogno di esplodere in qualche cosa di davvero diverso e trasgressivo l’abbia trasformata in qualche cosa di fin troppo anomalo da sembrare addirittura deviato?

La realtà probabilmente è che non c’è mai fine al peggio, e che quindi ogni nuova tendenza che faccia un minimo di eco è subito presa d’assalto da chi fa della luce dei riflettori la propria linfa vitale.

Non è necessario muovere troppe critiche contro questa pratica però, perché ognuno di noi è libero di gestire ed usare il proprio corpo mostrando o celando i propri desideri o le singole assuefazioni, come meglio crede.

Il vero problema nasce nel bisogno ossessivo e “distruttivo” della nostra società di creare modelli per le masse di consumatori forse un po’ troppo eversivi e quasi dissidenti, con l’intento di riproporre un’immagine distorta di ciò che è davvero il nostro corpo e di ciò ha bisogno.

Un corpo che andrebbe amato sì, ma soprattutto rispettato, anche nel suo intimo.

 

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