Violons Barbares, i “barbari” della musica

di Alex Carsetti

Su un palco ci sono un bulgaro, un mongolo e un francese. No, non è l’inizio di una barzeletta, ma di un vero e proprio viaggio musicale. Loro sono i Violons Barbares, un melting pot di diverse culture, che hanno in comune un unico sentimento: la passione per la musica.

 

Un’interessante scelta stilistica del nome descrive esattamente ciò che i loro brani trasmettono. Ritmi galoppanti, armonie orientali e strumenti musicali quasi sconosciuti li rendono dei veri e propri “barbari” della musica moderna.

La band originaria della Francia, è composta da tre membri: Dandarvaanching Enkhijargal, che con le note del tradizionale violino mongolo Morin Khuur e il tipico canto diafonico, catapulta l’ascoltatore direttamente nelle praterie della Mongolia; Dimitar Gougov, che incanta il pubblico con il suo Gadulka, uno strumento ad arco bulgaro composto da tre corde principali e undici corde simpatiche risonanti, e lo trasporta in sonorità tipiche dei villaggi balcanici e Fabien Guyot, il cuore pulsante del gruppo, che crea ritmi con qualsiasi oggetto nelle sue mani, dalle percussioni africane ai contenitori per l’insalata.

Interessanti sono i temi trattati nei loro album, molto legati alle origini di ogni singolo membro. Un esempio è Aav Eej, contenuta nel primo lavoro in studio, in cui Dandarvaanching descrive la sua infanzia passata come nomade nei territori della Mongolia, spostandosi insieme al gregge e ai cavalli. “L’odore di milioni di fiori e il silenzio delle steppe sono uniche e danno la forza di vivere”, questo è ciò che egli prova nei confronti della scelta obbligata da parte dei genitori ad intraprendere questa strada.

Sedenki, altro brano di “Violons Barbares”, racconta del tradizionale atto di raccogliersi a festa del popolo Bulgaro. Un momento in cui giovani ed anziani si incontrano, normalmente nel pomeriggio, con i loro vicini e i viandanti per creare convivialità e conoscersi meglio. Infatti la canzone descrive un giovane pastore, vestito con indumenti tipici, che si unisce a questo tradizionale incontro.

Attraverso le note dei loro strumenti, come gli antichi menestrelli, riescono a raccontare queste storie di vita quotidiana, quasi sconosciute ai molti, facendo vivere emozioni mai provate.

I loro concerti si trasformano in veri e propri sedenki, in cui gli spettatori di ogni età si uniscono e vivono un momento di gioia, creando un’atmosfera festosa e divertente.

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