Good Bye, Lenin!

Good Bye, Lenin! nasce da un’idea geniale del regista Wolfgang Becker, che rappresenta la DDR da un punto di vista molto insolito.

Christiane è una donna che crede fortemente nella causa socialista, suo figlio Alex invece come tutti i ventenni del periodo vuole vedere dei cambiamenti nella sua patria e decide di manifestare per la caduta del muro. Sua madre capita lì per caso, vede suo figlio mentre viene portato via e viene picchiato accusato di essere un rivoluzionario e non regge allo shock: ha un infarto ed entra in coma. Nel frattempo tutto all’interno della DDR cambia. Cade il muro e i cambiamenti politici e sociali si succedono uno dietro l’altro senza sosta. Ma Christiane di tutto questo non sa assolutamente nulla, lei continua a dormire di un sonno placido e profondo.

Tutto va relativamente bene fino a quando improvvisamente un giorno Christiane esce dal coma. Le sue condizioni di salute sono molto precarie, infatti un ulteriore infarto la condurrebbe alla morte. Bisogna quindi proteggerla da ogni tipo di turbamento. Più facile a dirsi che a farsi. Christiane non sa assolutamente nulla della caduta del muro e per lei scoprire che non esiste più la sua amata causa socialista sarebbe uno sconvolgimento troppo grande. Alex quindi decide di far rinascere all’interno della camera di sua madre un angolo di DDR, coi vestiti dell’epoca, fotografie di capi del partito e telegiornali vecchi sapientemente riadattati. Un pretesto narrativo geniale per mostrare allo stesso tempo la vita all’interno della DDR e la vita a Berlino subito dopo la caduta del muro.
Bellissimi gli intermezzi in cui Alex va alla ricerca di prodotti alimentari sovietici ormai fuori commercio, soprattutto dei famigerati cetrioli dello Spreewald, che vedremo quasi come un ritornello per tutta la durata del film.

Alex in seguito trova piacevole giocare al suo stesso gioco e inventa per sua madre una DDR sempre più simile alla DDR che avrebbe desiderato per se stesso. Fino all’incredibile colpo di scena finale in cui fa credere alla madre che le frontiere siano state abbattute per permettere ai cittadini della Germania dell’ovest di abbracciare la causa comunista, alla ricerca di una vita più semplice e lontana dal capitalismo.

Già nelle prime ore di apertura dei varchi di confine migliaia di cittadini della Repubblica Federale Tedesca hanno compiuto nell’entusiasmo generale i primi passi nel nostro Paese e sono in molti a voler restare alla ricerca di un’alternativa all’insensata lotta per la sopravvivenza a cui si ispira il sistema capitalista, desiderosi di un mondo che rifiutando il carrierismo sfrenato e la schiavitù del consumismo, metta nel dovuto risalto i più autentici valori dell’umanesimo. Queste persone vogliono una vita diversa. Hanno compreso che automobili, videoregistratori e apparecchi TV non sono tutto e sono giunte qui per realizzare il sogno di una società fondata sul lavoro, sulla volontà, sulla speranza.

Alla fine del film Alex raggiunge il suo scopo: sua madre muore felice e ancora fermamente convinta nella purezza dei suoi ideali, portabandiera di una Germania dell’Est che non è mai esistita se non nella testa di Christiane e tra le pareti della sua stanza.
Concludo con una citazione secondo me molto bella per riassumere tutto il film:

Quel giorno, mentre fissavo le nuvole, mi resi conto che la verità era qualcosa di estremamente vago, che potevo facilmente adattare all’abituale percezione del mondo che aveva mia madre.


Fonti

Wikipedia

Crediti

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.