In questo articolo vorrei parlarvi di uno degli autori che recentemente per studio ho trattato: Mario Soldati.
In particolare mi piacerebbe scrivere di uno degli aspetti che più mi piace di questo autore e della vicinanza che ho trovato con un pensatore e filosofo: Arthur Schopenhauer.
Arthur Schopenhauer (1788-1860) è stato un filosofo tedesco e uno dei maggiori pensatori del XIX secolo.
Mario Soldati (1906-1999) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, regista, sceneggiatore ed autore televisivo italiano.
L’aspetto che personalmente intravedo in comune è il conosciutissimo concetto del pendolo di Schopenhauer.
Schopenhauer afferma che la vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia senza interruzione passando a volte attraverso un istante fugace e illusorio di piacere e gioia.
Soldati vede la vita come un continuo viaggio e afferma che nulla di umano spinge gli uomini a vivere più fortemente, non il progresso, non le patrie, gli affetti, i denari, ma il bisogno di una felicità assoluta.
Questa felicità è una preda che non raggiungiamo mai e se la raggiungiamo subito perde la sua importanza, non essendo più una soddisfazione.
La ricerca della felicità assoluta è descritta attraverso immagini suggestive di caccia interminabile che può trovare solo temporanei momenti di arresto.
Nel modo di riflettere riguardo la vita umana troviamo una componente di sadomasochismo: la compresenza di piacere e sofferenza.
Anche per Soldati, nonostante non sia pessimista come Shopenhauer ma tenace e continuo, un elemento di impedimento a questa felicità è la noia e la ripetizione.
La felicità vera deve assumere un carattere di novità e una delle parole chiave sono nuovo e ignoto.