di Serena Pirozzi
Loving Vincent, atteso nelle nostre sale nel 2017, racconta gli ultimi mesi di vita del tribolato artista olandese Vincent Van Gogh, indagando sul mistero della sua morte, archiviata come suicidio, attraverso 120 dei suoi dipinti e 800 lettere che lui stesso scrisse nell’arco della sua vita.
La lavorazione di questo piccolo kolossal, firmato dalla regista polacca Dorota Kobiela e dal produttore inglese Hugh Welchman, è iniziata nel 2011, coinvolgendo numerosi pittori, che si sono riuniti grazie a un progetto di crowdfunding. I giovani artisti dopo aver frequentato un corso di apprendimento dell’applicazione Painting Animation Work Station, hanno riprodotto il più fedelmente e accuratamente possibile i capolavori di Van Gogh.
Il risultato è il primo lungometraggio, nel quale i quadri prendono vita, su progetto dello studio polacco Break Thru Productions, vincitore nel 2008 di un Oscar per il corto d’animazione “Pierino e il Lupo”.
Con elaborate tecnologie digitali, si punta a fondere arte, tecnologie e pittura, il film diventa un quadro e l’immagine digitale viene poi tradotta in un dipinto, così gli attori recitano sulla scena in uno studio e successivamente il filmato viene dipinto su tela. Il film per la durata di 80 minuti conterà all’incirca il numero di 57 mila fotogrammi dipinti.
In questo modo si crea il così detto effetto quadro che porterà lo spettatore tra le distese e i campi di grano, omaggiando l’arte e offrendo la possibilità agli spettatori di godersi il primo “film su tela”. Non ci resta che aspettare che i capolavori del pittore olandese si animino sul grande schermo in questo lungometraggio che si prospetta originale e di grande impatto.