Ci chiamano la generazione delle emozioni forti. La società odierna, l’era del digitale, offre una sempre più vasta gamma di stimoli sensoriali e rende tutto a portata di mano (e di touch-screen). Il risultato però, contrariamente da ciò che ci si aspetterebbe, è che siamo sempre più insoddisfatti di ciò che abbiamo e proviamo.
A partire dagli anni Sessanta è stato coniato il termine HSS, High Sensation Seekers: persone “a caccia di sensazioni”. La personalità Sansation Seeker avverte una continua richiesta interiore che la spinge a raggiungere un alto livello di eccitazione fisica e/o mentale. Ama vivere esperienze finalizzate a sé stesse, senza altro scopo se non quello di collezionare nuovi stimoli e allargare la gamma sensoriale provata. Determinati tipi di attività, di solito legate per lo più ad attività fisiche che implicano l’utilizzo dei 5 sensi, producono il rilascio di dopamina e adrenalina. Di conseguenza il battito cardiaco e la pressione aumentano così come il livelli di glucosio nel sangue con la generale reazione del sistema nervoso simpatico che ci fa provare piacere, innescando quindi una continua ricerca di queste sensazioni.
Un profilo HSS non ricerca una sensazione in particolare, né essa dev’essere necessariamente di natura positiva: l’importante è provare qualcosa. È abbastanza triste quest’affermazione, perché mostra quanto, nonostante la nostra vita ci doni tutto ciò di cui abbiamo bisogno, offrendoci i mezzi per raggiungere l’ agognata felicità, non siamo appagati. Forse non sappiamo neanche ciò che potrebbe realmente renderci felici.
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