Conoscere il tempo per comprenderci.

Di Andrea Beretta

L’esigenza d’essere coscienti dello scorrere del tempo è una prerogativa necessaria alla vita dell’uomo poiché l’esistenza umana si dà proprio nel tempo.

Possiamo anche definire la misurazione del tempo come un processo di quantificazione dell’esistenza individuale e collettiva. Ad esempio, banalmente, sul nostro documento d’identità è sempre indicata la data di nascita che diviene indice della nostra età, cioè del tempo della nostra vita.

La concezione umana del tempo ha caratteristiche individuali e collettive appunto, la sua componente sociale potrebbe essere indicativa per quelle tesi che sostengono che l’uomo è anzitutto un animale sociale: l’uomo ha infatti sentito sin dall’antichità l’esigenza di contare un tempo comune, una scansione temporale condivisa socialmente che si ponesse quindi in modo assoluto sulla comunità, sulla collettività, secondo forme che via via assunsero toni calendaristici. Ciò avviene poiché il tempo è comune a tutti noi: nessuno è escluso dall’avvolgersi nel mantello temporale, sin dal giorno uno.

Sin dai primi tentativi di quantificazione temporale, il riferimento sono stati gli astri e il loro moto: dall’osservazione della comparsa del sole e della luna, dalle fasi lunari che durano ventotto giorni (tempo in cui la luna torna esattamente là dove si è potuta osservarla la prima volta), fino all’invenzione della meridiana che è attestata in più luoghi del mondo e in Cina sin dal terzo millennio prima di Cristo.

Da quel che sappiamo, la meridiana fu il primo strumento ideato per il conteggio del tempo, i primi “modelli” erano ottenuti semplicemente piantando un bastone nel terreno cosicché, da quella posizione verticale, la luce del sole potesse proiettare sul terreno o sull’acqua l’ombra del bastone che andava a segnare particolari punti indicativi. Tuttavia la meridiana non è uno strumento di alta precisione (anche se con gli anni sono stati inventati modelli avanzati) come non lo sono molti altri strumenti utilizzati via via nel corso della storia fino alle moderne tecnologie che consentono alta precisione.

Il problema principale della meridiana era proprio quello di non poter conoscere l’ora in assenza del sole.

Dopo la meridiana fu inventata, in Egitto, la clessidra ad acqua costituita da un recipiente che sgocciola acqua attraverso un foro secondo una cadenza regolare; siamo circa 1500 anni prima di Cristo.

Solo durante il medioevo comparvero i primi orologi meccanici. Essi consentivano di leggere l’ora anche in condizioni particolari come potevano essere quelle dei viaggi in nave.

Nacquero ben presto i primi orologi a lancette e il pendolo che consentiva di contare i secondi in un’oscillazione che lavorava sulla meccanica dell’orologio. Lo stesso inventore del pendolo, Huygens, inventò poi l’embrionale sistema a molla ancora oggi in uso in alcuni orologi.

Grazie a questa invenzione si poterono costruire i primi orologi da tasca, cosicché la conoscenza del tempo divenne a portata di “tasca”.

Dobbiamo aspettare l’Ottocento per avere i primi modelli di orologi da polso e il Novecento per vederli prodotti su larga scala, industrialmente.

Bene, l’orologio segna dunque il tempo comune. Ma l’istante, il momento è unicamente questione di tempo? Non è forse personale ogni istante?

L’elemento personale del tempo è legato alla qualità che qualifica l’istante stesso e che si riferisce direttamente all’individuo e non alla collettività. Ciò che dà qualità al tempo è la scelta che si compie in quel momento.

Ecco che compaiono due elementi del tempo: uno numerico che è consequenziale-logico a cui calza l’espressione “ho impiegato tot a fare ciò” ed uno personale che è qualitativo-logico e che potremmo sintetizzare nell’espressione esemplare “ho speso bene il mio tempo”.

Tuttavia, questi due aspetti del tempo sono così indipendenti? La risposta che suggerisce l’istinto è negativa: le scelte che noi compiamo individualmente nel tempo si producono sul sociale condizionandolo continuamente. Ecco perché è importante conoscere l’ora esatta, non per una precisione di orario ma per una precisione etica-sociale: unicamente prendendo coscienza che ogni momento non è uguale all’altro, è possibile rendersi protagonisti di ciò che avverrà e mettersi in gioco affinché ciò avvenga.

Ecco quindi il punto ultimo, il più importante: la conoscenza dell’ora ci rende i protagonisti della nostra vita.

Fonti:

Wikipedia, tempodiorologi.com.

Immagini: Tara’s Art House in etsy.com, orologio di Praga.

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