Sì, perché l’amore è essere a tempo.
Come in una staffetta devi essere a tempo, quando prendi il testimone e quando lo consegni nella mano del tuo compagno, quei primi tre passi di gara e gli ultimi tre devono essere a tempo, dovete essere a tempo.
Come in una corsa campestre, tu corri e i compagni che ti fanno il tifo sono distribuiti sul percorso di gara, ma su tutto il percorso, anche in quei punti meno visibili dove non c’è ressa; e un altro tuo compagno di squadra deve prenderti al volo tra le braccia al finish e cacciarti in mano acqua e zucchero e farti respirare e camminare.
Respirare e camminare come una gestante, sorretta dal suo uomo, che deve essere a tempo con le respirazioni di lei, con le contrazioni di lei, le ultime, prima la testa, la spalla e poi tutto il corpicino avviluppato e bagnato.
Essere a tempo vuole dire baciarla quando lei vuole essere baciata, non un istante prima, non un istante dopo. Se corri la spaventerai, se posticipi, potresti perderla.
Essere a tempo è lei che suona il pianoforte e lui la chitarra, a tempo, sulle stesse note.
Essere a tempo sono due versi goffi e buffi per farle piacere, per lei avranno la metrica più bella, perché siete come due sillabe, se sciolte non avete senso, ma insieme sarete una parola, un significante e un significato, un senso.
Essere a tempo è lei che ti tira una palla e tu che la prendi al volo, hai i riflessi pronti, da lei certe follie te le aspetti.
Essere a tempo è lui che ti getta una sfida e tu che ti fidi, lo segui, scaliamo la montagna, quella più alta, folli.
Ma siete a tempo, ce la farete.
Sharp
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