Ci piace lo specchio, piacciamo allo stesso.

2004: nasce Facebook. Tutto sta cambiando, già da anni la narrativa sta attraversando un periodo di profondo mutamento, soprattutto quella americana.

È l’era del “piacere”, che sostituisce l’amare, che pare così necessario all’essere umano tanto da diventare motivo di scontri e vittorie. Tutte, però, virtuali.

Nello stesso anno viene pubblicato un libro testimone di tutto questo, Mi raccomando: tutti vestiti bene, di David Sedaris.

 

Ci racconta la vita come la vediamo adesso: filtrata, tanto simile alla realtà da essere un’ingannevole finzione. Viene raccontata la dipendenza dal medium, norma comunitaria, pratica di routine. Prova quanto ognuno di noi detesti ammettere di essere schiavo della nuova tecnologia, e quindi spenda parole per affermare il contrario, quando poi, una volta rinchiusi nelle proprie camere, siamo tutti uguali, succubi allo stesso modo del sistema.

E di conseguenza, se tutti siamo dipendenti dai media, chi non lo è, pur facendo qualcosa di “sano”, appare strano e diverso, portatore di un handicap non indifferente.

David stesso, il protagonista,  osserva costantemente i propri vicini, famiglia priva di televisore e all’apparenza così gioiosa e piena di voglia di vivere, e si convince siano dei perdenti, solo perché vivono la vita per quella che è. Poi però si renderà conto di quanto sia lui lo sconfitto in questa battaglia, che vive del proprio piacere voyeuristico e non agisce per cambiare qualcosa nella propria vita, per scoprire la realtà. Inizialmente lo spiarli alimenta in lui soddisfazione sentendosi “giusto”, poi, mano a mano, la consapevolezza di essere l’unico tra le due parti ad avere un problema lo porta all’odio.

Tutto questo in fin dei conti viene fatto per evitare il contatto diretto con le cose e con gli altri, per paura di essere ciò che realmente si vuole.

Un libro entusiasmante, capace di suscitare nel lettore grandi riflessioni, utili per capire quanto sbagliate siano certe abitudini che spesso, intrinseche al nostro essere, diamo giuste per scontato.

 

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