COMPRENDERE KAFKA LEGGENDO LA SUA LETTERA AL PADRE

Franz Kafka, una delle voci più celebri e tormentate della Letteratura Tedesca del Novecento, nasce nel luglio 1883 a Praga da una famiglia benestante di origine ebraica. Il padre Hermann Kafka, uomo estremamente autoritario e severo, ha influenzato in maniera incisiva la vita e l’arte di una personalità già di per sé inquieta.

Il rapporto claustrofobico e distruttivo che intercorre tra i due emerge chiaramente dalla lettera che Kafka scrive al padre nel 1919, quando la sua vita è oramai segnata inesorabilmente da una salute cagionevole, da fallimenti personali e da un senso di colpa perenne che lo spinge a chiudersi nella sua scrittura, isolandosi dal mondo esterno. Le quarantotto pagine che compongono questa lettera sono state pubblicate soltanto nel 1952 e non sono mai giunte tra le mani di Hermann Kafka. La lettera è il tentativo di esorcizzare una relazione poco sana, di ripercorrere nel tempo tutti gli avvenimenti, gli sguardi e le parole che lo hanno costretto a restringersi e ad abbassare il capo di fronte alla grandezza tirannica della figura paterna.

Lettera al padre – https://i.ytimg.com/vi/A2HbcX7IUMA/hqdefault.jpg

Il contenuto dello scritto è denso e sofferto: Kafka muove per la prima volta nella sua vita delle accuse al padre. Si dichiara grato di essere cresciuto in un ambiente agiato e apparentemente sereno, ma esprime la costante paura e il continuo senso di inferiorità fisica e psicologica nei confronti del padre. Descrive l’invalicabile distanza tra i due, presentando specifici eventi della sua infanzia: la vergogna provata a confrontare il proprio corpicino magro e sghembo con quello robusto e potente del padre, il trauma subìto ogni qualvolta il padre lo puniva per i pianti notturni, lasciandolo al freddo sul ballatoio. L’episodio del ballatoio infligge una ferita al carattere debole e pavido del giovane Kafka che faticherà a ricucirsi nel corso di tutta l’esistenza dell’autore. È proprio il ricordo di quel triste avvenimento a riportargli alla memoria quanto la relazione tra padre e figlio sia di natura gerarchica: il padre è il temibile tiranno che dà ordini severi al suo schiavo più timoroso.

È lo scrittore ad uscirne monco, schiacciato dal padre e dal suo stesso inesauribile senso di colpa che ha origine dal suo legame con chi lo ha generato. Accusa il padre di avergli sbarrato ogni strada che lui avrebbe voluto percorrere, di non averlo mai incoraggiato in quelle che erano le sue autentiche passioni ma di averlo spinto sempre verso ciò che più piaceva all’ego paterno. Continua l’arringa contro il padre, denunciando la sua totale indifferenza verso il dolore e la vergogna altrui. Lo accusa, inoltre, di avergli ostacolato ogni relazione umana, di aver sempre disprezzato le donne del figlio, rendendolo totalmente incapace di amare e facendogli persino disprezzare e temere il sesso.

Il sesso, il rapporto con le donne, il senso di colpa, l’alienazione sono topoi ricorrenti nelle opere di Franz Kafka. Si pensi soprattutto al racconto La Metamorfosi (1915) o al romanzo Il Processo (1925).

Ne La Metamorfosi Gregor Samsa, il protagonista, si sveglia una mattina trasformato in un orrido insetto. La vita insoddisfacente, un lavoro estenuante e relazioni umane schiaccianti lo hanno degradato da essere umano a disgustoso insetto che finirà per morire nell’indifferenza totale. Chiari riferimenti a La metamorfosi sono ravvisabili nella Lettera al Padre, dove Kafka descrive il conflitto con il padre come una “lotta del parassita”. Il parassita in questione è il padre, che punge e succhia il sangue della vittima per poter sopravvivere.

La metamorfosi – http://blog.only-apartments.it/wp-content/uploads/2014/11/metamorfosi-franz-kafka.jpg

Il Processo vede come protagonista Josef K un impiegato in una banca che viene improvvisamente dichiarato in arresto e processato, ma a cui non verranno mai comunicate le accuse che minacciano la sua innocenza. Tutto si risolve in un viaggio interiore alla ricerca di un’espiazione dal suo senso di colpa esistenziale. Dietro a Gregor, dietro a Josef si cela il profilo inquieto di Franz Kafka, il suo carattere sfuggevole, la sua identità calpestata e irrecuperabilmente danneggiata, il suo insano senso di colpa nei confronti di un’esistenza ingombrante.

I racconti e i romanzi kafkiani sono caratterizzati da ambienti labirintici, atmosfere oniriche e personaggi tormentati sospesi a mezz’aria, risultando a tratti molto complessi da comprendere. Leggere la “Lettera al Padre” diventa quindi un atto utile a scandagliare l’anima in tempesta dell’autore praghese, a tracciare una mappa delle sue complesse relazioni famigliari e a comprendere meglio tutti i suoi scritti. Così enigmatici, così monumentali, così illuminanti.

Crediti immagini: Immagine di copertinaImmagine 1, Immagine 2

Fonte: G. Massino Introduzione a Lettera al Padre, Biblioteca Ideale Giunti, 2010

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