Dal 18 ottobre 2016 al 12 marzo 2017 il Museo del Novecento con Electa presenta Boom 60! Era arte moderna. Una mostra tutta dedicata all’arte in Italia tra i primi anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, e alla sua presenza mediatica nei più popolari canali di comunicazione quali i rotocalchi, giornali e riviste di attualità illustrata.
Molte sono le opere di artisti più o meno conosciuti che si possono trovare. Una di queste è Piazza del Duomo di Milano del 1952 di Dino Buzzati. Dal grande pubblico è per lo più conosciuto come scrittore, suo famoso romanzo è infatti Il deserto dei Tartari, che diventerà emblema della letteratura del Novecento, e col quale sembra dire che per l’uomo è meglio desiderare poco, che si sappia accontentare, poiché il mondo e il gioco della vita concedono poco e sono pronti a disilludere le più spericolate o nobili ambizioni. Parallelamente all’attività di scrittore conduce anche le attività di musicista e per l’appunto di pittore. Per Buzzati, il disegno e la pittura non sono un gioco:
Il fatto è questo, io mi trovo vittima di un crudele equivoco. Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Il mondo invece crede che sia viceversa, le mie pitture quindi non le può prendere sul serio. La pittura per me non è un hobby, ma il mestiere; hobby per me è scrivere. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie.
In Piazza del Duomo di Milano, forse uno dei suoi dipinti più noti, il Duomo è rappresentato come una montagna dolomitica con guglie e pinnacoli, e al posto della piazza un prato con dei dei pascoli e della gente che sta tagliando il fieno. L’idea della prateria gli è venuta durante un giro in macchina su una strada di montagna.
Buzzati è sempre stato legato alla città di Milano:
A Milano sono sempre vissuto, la quasi totalità dei miei ricordi di ogni genere appartiene a Milano, è logico quindi che qui mi trovi a mio agio, che Milano sia per me la città più ricca di significati.