Bruno Catalano: artista in movimento

Bruno Catalano è un artista che ha fatto del viaggio un’opera d’arte. Ha iniziato a produrre sculture in argilla all’età di 30 anni ed è diventato famoso per aver creato i cosiddetti Voyageurs, uomini bronzei in movimento con una valigia in mano e un vuoto incolmabile nel petto.

Sono viaggiatori, migranti o nomadi, alla ricerca di un’esistenza migliore, con la paura e la speranza che caratterizzano ogni cambiamento della vita. Creature affascinanti e quasi mostruose che impressionano lo spettatore, il cui occhio cade inevitabilmente in quel vuoto all’altezza degli organi vitali.

Le sculture s’innestano nel tessuto urbano, trovando posto soprattutto in luoghi di transito, come piazze, porti, aeroporti e dialogano con l’ambiente circostante. Attraverso i loro corpi lacerati s’intravedono scorci e prospettive della città.

Nato in Marocco, Bruno Catalano si trasferisce con la famiglia franco-italiana a Marsiglia e all’età di 18 anni inizia a fare il marinaio girando diversi porti del mondo. È durante il suo continuo navigare che vede e conosce diverse persone che gli daranno l’ispirazione per la sua opera.

“Proveniente dal Marocco anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento cosi spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche del vissuto, dei desideri: le mie origini in movimento”.

Sogni, desideri, emozioni, ricordi, tutto ciò che una persona si lascia alla spalle quando compie un lungo viaggio e cambia la sua vita. L’impressione è che rimanga proprio un vuoto nel cuore ed è quello che realizza l’artista. Sfidando le leggi della fisica riesce a creare statue bronzee che sembrano stare in piedi quasi per magia. Esseri incompleti che disseminano pezzi di sé nei luoghi visitati.

L’uso del bronzo ha poi una funzione specifica: rende universale il soggetto rappresentato. Uomini, donne e bambini senza un’etnia precisa procedono con passo incerto verso una realtà sconosciuta. Lo spettatore non sa la loro storia, ma può immaginarla e identificarsi con essi.

Ispirandosi a grandi scultori come Rodin, Giacometti, Camille Claudel e Bruno Lucchesi, suo maestro, riesce a superare i predecessori sorpassando l’idea della statua a tutto tondo e, conquistando la quarta dimensione, riesce a creare, nel vero senso della parola, il vuoto nello spazio.


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