Miss Sloane: viaggio nel lato oscuro di Washington

Jessica Chastain torna nelle sale nei panni di Elisabeth Sloane, giovane lobbista di successo, disposta a sacrificare tutto pur di collezionare trionfi e per soddisfare la sua sete di vittoria. A stravolgere la sua carriera sarà un’importante legislazione, proposta al Senato, su un più rigido controllo della vendita di armi da fuoco. La scelta della Sloane di schierarsi contro i grandi produttori di armi non farà che incrementare il suo desiderio di prevalere sull’altro, la sua incessante ed ossessiva ricerca di affermazione. Quello che sembra un tentativo di schierarsi dalla parte dei “buoni” si rivelerà una sfida personale che, tuttavia, costringerà la protagonista a sacrificare la sua vita personale.

Diretto da John Madden, con la collaborazione del giovane sceneggiatore Jonathan Perera, Miss Sloane segue le vicende di una donna brillante ma senza scrupoli, spavalda ma frangibile: l’intero film si sviluppa attorno a questa curiosa ed ambigua figura interpretata da una talentuosa attrice, destinata ad un promettente futuro hollywoodiano. A supporto della Chastain, un gruppo di pluripiremiati attori come Mark Strong (Rodolgo Schmidt), John Lithgow (Ron Sperling) e Sam Waterson (George Dupont) che hanno saputo cogliere esprimere l’essenza dei loro personaggi pur non avendo un ruolo determinante.

L’immagine che viene data di Elisabeth ed, in particolare, del suo team è positiva, eticamente corretta, ideale mentre gli avversari vengono mostrati come uomini avidi interessati unicamente al profitto e al potere. Questo è un particolare evidente fin da subito che viene, in certe occasioni, forse fin troppo marcato rischiando di diventare pedante. L’evidente interesse nel voler mostrare la corruzione del mondo politico rischia di sfociare nell’ipocrisia, divenendo poco credibile.

Miss Sloane è un film ricco di suspense, imprevisti, riflessioni che si pone come denuncia alla corruzione del mondo politico tramite le vicende di una donna che vive per la sua carriera ed il lavoro. Il cast è eccezionale, ma la sceneggiatura non convince: troppi salti temporali, pochi chiarimenti. Se lo sviluppo narrativo fosse stato maggiormente accattivante parleremmo di un thriller politico eccezionale ma, purtroppo, mancano quei colpi di scena che avrebbero convinto tutti portando a catalogare il film come uno dei migliori dell’anno in corso.


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