CORTOMETRAGGI, CHE PASSIONE! THE MAKER – DESTINO – WANDERERS

 

Non sempre si può avere il tempo per la visione di un lungometraggio, sia esso scandito dalla breve durata dei canonici novanta minuti, oppure appesantito da ore ed ore di logorante visione. Questo articolo nasce con l’intento di informare lo spettatore su cortometraggi che ho personalmente ritenuto molto emozionanti e, parallelamente, con il desiderio di far passare un importante messaggio: quando le idee sono buone, quando i registi hanno tutti i nessi ben chiari, quando la creatività riesce ad essere la vera padrona e protagonista, allora soldi, effetti speciali e attori rinomati non hanno più posto dove stare… e resta solo l’arte. Affermare che i tre titoli che sto per presentare siano arte è, invero, un’affermazione rischiosa, quando non azzardata; spero che questo sia, però, una spinta ulteriore che porti il lettore a vederli e a giudicare da sé: dopotutto, sono sufficienti non più di venti minuti per poterli ammirare tutti quanti.

The Maker. Vincitore di una quantità imbarazzante di premi, scritto e diretto dal regista Christopher Kezelos e interamente animato con la tecnica dello stop motion. The Maker racconta una storia profonda e toccante senza far pronunciare al buffo protagonista nemmeno una parola. Scoprendosi ritto in piedi, con niente più di una clessidra di fronte a sé e un libro in mano, il suo compito sembra quello di costruire un essere uguale a lui nell’aspetto… ma a quale scopo? E come riuscire a donargli anche la vita? Un cortometraggio breve ma che riesce a regalare tante emozioni, interrogandosi in modo forse non originale – ma sicuramente dolce ed enigmatico – su quello che è possibile riassumere come il grande mistero della vita. Sebbene abbia trovato il prossimo corto molto più elaborato – e l’ultimo visivamente spettacolare – non posso negare come il fascino di The Maker sia riuscito a stregarmi fin dai primissimi secondi, rimanendomi ancora impresso dopo anni dalla sua visione.

Destino. Nato dal grande incontro di due artisti senza tempo, il padre dell’animazione Walt Disney e il padre del surrealismo Salvador Dalì, questo fantastico progetto subisce una vita a dir poco travagliata: pensato e progettato nel lontano 1945, dopo aver occupato ben otto mesi di fatiche, avrebbe visto la luce solamente cinquant’anni dopo, a causa delle problematiche scaturite dalla guerra e dalle conseguenti difficoltà economiche. Accompagnato dalle splendide musiche del compositore messicano Armando Domienguez, Destino racconta una storia d’amore atipica e sensuale, costellata di immagini e scene che possono racchiudere cento o zero significati, a discrezione di quale occhio (e quale cuore, forse) stia guardando il cortometraggio. Abbinamenti di colore sorprendenti, sculture impossibili, creature informi, giochi di prospettive, abbondanti scene surrealiste, animazioni accattivanti, queste sono le armi preferite dai due grandi artisti, il cui incontro ha fruttato un lavoro a dir poco eccezionale.

Wanderers. Un plauso è più che d’obbligo per il regista Erik Wernquist, che in soli tre minuti riesce a condensare nel proprio cortometraggio un sentimento strettamente romantico (come affermato dalla stessa voce narrante) ad una ricerca scientifica interessante ed accurata. Ambientato in un futuro non meglio precisato, Wanderers mostra l’umanità alle prese con la conquista del Sistema Solare, spinta tanto dalla necessità di provvedere alla propria sopravvivenza quanto da un (romantico, appunto) desiderio di viaggio e di conoscenza. I luoghi che vengono mostrati nel corto, ricreati con così tanto talento da riuscire a togliere il fiato per tutta la visione, sarebbero effettivamente reali, costruiti usando delle fotografie della NASA come punto di partenza. Wanderers è un vero piacere per gli occhi, e le splendide immagini vengono accompagnate, come ho preannunciato poco prima, da un narratore esterno che si fa carico di spiegare la vicenda allo spettatore; sempre al narratore, poi, è affidata la citazione di un passo del Moby Dick di Herman Melville, che riesce a riassumere in una sola frase il senso più profondo di tutto il cortometraggio.

FONTI                                                         CREDITS   

Visione diretta                                                Copertina

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