Ci siamo. Dopo aver rilasciato qualche singolo durante l’anno, i Weezer sono tornati con un nuovo album, Pacific Daydream, il dodicesimo per l’esattezza, un anno dopo l’uscita del loro ultimo lavoro The White Album.
I Weezer sono una certezza: dal 1994 fino ai nostri giorni non hanno smesso di produrre e ascoltare l’ultimo lavoro è stato come ritrovare un caro vecchio amico. Il mercato è in continuo cambiamento e chi si adatta riesce a sopravvivere anche in questo ambiente. Così non si sono fermati e pur non rientrando prettamente nel genere più mainstream, hanno continuato a soddisfare i loro fan, avvicinandosi alla moda del momento.
Pacific Daydream è un album di stampo pop: anche loro, come altri artisti, hanno deviato verso sonorità più facilmente orecchiabili, con riff di chitarra semplici ed efficaci. Si perde la distorsione e la grinta di un tempo, ma ormai c’è aria di cambiamento un po’ per tutti. Si era capito dopo tutto. Ma il risultato di quest’ultimo lavoro è piacevole all’ascolto: la musica comincia e si viene immersi nel calore di una splendida giornata estiva.
La musica trasporta chi l’ascolta, ritmo e melodia colpiscono ed entrano subito in testa. Come una hit estiva. Ma i testi sono tutt’altro che spensierati e ricordano invece amori brevi e rimpianti, come in Mexican Fender, nostalgie come in QB Blitz, il non sapere che strada intraprendere in Get Right. Insomma, testi malinconici su basi ”felici”, una contrapposizione efficace, per un disco fatto uscire nel momento giusto e che giustifica tutto il lavoro svolto.
L’utilizzo del computer è fondamentale in quest’album. le canzoni vengono arrangiate, unendo ”frammento per frammento”, direttamente a computer. Un mix di melodie elettroniche, tipicamente pop, con accordi di chitarra che ricordano la ”surf music” della tradizione musicale californiana. È l’incontro di due mondi, di quello che erano un tempo gli Weezer e di quello che sono ora. Il computer che incontrata la chitarra. Ed è subito amore. Come accade nel singolo Mexican Fender. L’amore a prima vista di un nerd che scorge una chitarra in un negozio.
È un album dai sapori estivi fatto uscire in pieno autunno, come si intuisce dal titolo dei una delle tracce Feels Like Summer. Rinvigoriti e pronti a mostrare il meglio di sè nella stagione più bella di tutte, seppur in ritardo.
L’album è poi ricco di riferimenti e citazioni, come in Beach Boys, brano che già dal titolo rimanda allo storico gruppo cui il cantante Rivers Cuomo vuole rendere omaggio e le cui sonorità hanno influenzato la composizione, o come in La Mancha Screwjob, si riferisce ad un avvenimento accaduto nel mondo del wrestling, legato all’atleta Bret Hart. Infine, per sottolineare l’aspetto nerd dell’album, è presente il pianeta Hoth di Star Wars nella canzone QB Blizt, che fa inoltre riferimento ad una tattica del football americano. Questi sono alcuni dei molti riferimenti della tradizione americana/californiana presenti nelle canzoni del nuovo lavoro.
Insomma, se avete nostalgia dell’estate e di tutti i bei momenti passati in questo periodo questo è l’album che fa per voi: non vi resta che avvicinarvi al Jukebox di qualsiasi Arnold’s Diner, farlo partire con un pugno in stile Arthur ”Fonzie” Fonzarelli e godervi un ricordo d’estate.
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