Zoščenko in scena a Bookcity

Michail Michajlovič Zoščenko (San Pietroburgo, 10 agosto 1894 – Leningrado, 22 luglio 1958) fu il principale autore satirico di epoca sovietica. Egli visse in prima persona gli eventi della rivoluzione del 1917, senza tuttavia sviluppare un particolare coinvolgimento politico nei fatti che stavano accadendo: egli stesso si definiva come “non comunista, non socialista, ma semplicemente russo“.

Zoščenko tuttavia non era l’unico ad avere tali sentimenti nei confronti della rivoluzione e delle sue conseguenze: nel 1921 egli aderì al gruppo dei fratelli di Serapione, che si forma nell’assoluta convinzione che sia possibile essere scrittori anche senza una precisa tendenza politica. I membri del gruppo hanno come obiettivo comune quello di rinnovare la prosa russa; per fare ciò introducono il procedimento stilistico dello skaz, che consiste nel riprodurre la lingua parlata, con tutte le sue sfumature dialettali e individuali, arricchite dal nuovo lessico nato dalla rivoluzione d’ottobre.

Михаил Зощенко (в центре) в кругу ленинградских писателей. 1930-е
Michail Zoščenko (al centro) e alcuni suoi colleghi scrittori

Zoščenko diventa famoso per i suoi racconti, che descrivono aneddoti di vita quotidiana di uomini e donne semplici colpiti dalla rivoluzione, che cercano di cavarsela come possono. Questi racconti sono caratterizzati da grande umorismo: tale effetto nasce dal linguaggio dei protagonisti e dalle loro vicende, al tempo stesso drammatiche e assurde.

I racconti principali di Zoščenko sono stati raccolti sotto il titolo di novelle moscovite: tra di esse ci soffermiamo su tre titoli (I vantaggi del telefono sovietico, Il pappagallo e Il primo caduto della rivoluzione), che sono stati portati in scena da Cecilia Andreasi e Matteo Ferrante (con l’aiuto di Raffaella Vassena, Laura Rossi e Damiano Rebecchini) durante la seconda giornata di Bookcity.

I temi che emergono dalle novelle magistralmente recitate da Cecilia Andreasi con accompagnamento musicale di Matteo Ferrante sono i lussi privi di utilità pratica che la rivoluzione porta con sé, le iniquità sociali, la voglia di partecipare attivamente alla rivoluzione ma al tempo stesso l’incapacità di cogliere la portata dei fatti in atto.

 

 

 


FONTI

Silvana de Vidovich, Letteratura russa Avallardi, 2011.

Oltre le barriere: dalla rivoluzione allo spazio del Novecento (evento tenutosi all’interno della manifestazione Bookcity in data 17/11/17)

 

 

 

 

 

 

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