Molestie ai cantanti uomini: perché le riteniamo meno gravi?

Ricorderete sicuramente la causa intentata e vinta da Taylor Swift contro David Mueller, l’uomo che durante un meet and greet infilò una mano sotto la sua gonna e le palpò il sedere. Della vicenda si parlò molto e l’opinione pubblica si divise tra chi riteneva che Taylor avesse compiuto una scelta giusta e coraggiosa denunciandolo e chi invece la riteneva una reazione spropositata trattandosi solo di una palpatina. Toccare qualcuno senza il suo consenso è sempre sbagliato ed il fatto che ciò avvenga spesso non è certamente una giustificazione né lo rende accettabile in alcun caso. È un principio molto semplice eppure molti faticano a comprenderne l’importanza e soprattutto a metterlo in pratica.

La stessa settimana in cui Mueller veniva condannato al risarcimento della cifra simbolica di un dollaro chiesta dalla Swift qualcosa di simile accadeva al frontman dei Coldplay, Chris Martin. Una fan durante un concerto a Cleveland gli ha chiesto un abbraccio e poi ne ha approfittato per toccare il suo lato B. Chris ne ha parlato davanti a tutto il pubblico scherzandoci sopra come suo solito, ma ovviamente quel gesto non gli ha per niente fatto piacere e ha invitato tutti ad evitare comportamenti del genere, in quanto irrispettosi. Per ribadire il concetto ha cambiato il testo della canzone successiva in scaletta, ‘Til Kingdom Come, cantando: “Give me a hug, but don’t squeeze my bum.”

Nonostante si trattasse di un gesto totalmente inappropriato l’episodio è stata presa alla leggera da molte persone, molte delle quali hanno anche affermato che se ne avessero la possibilità farebbero lo stesso. Cosa sarebbe accaduto a parti invertite, se una cantante donna fosse stata palpeggiata da un uomo? Si sarebbe sollevata un’ondata di indignazione collettiva e sarebbe una partita una crociata contro questo tipo di azioni. Perché invece quando è un uomo a subire molestie, perché di molestie si tratta, tutto tace anzi la cosa viene buttata sul ridere e giustificata?

La questione è stata sollevata anche da un altro avvenimento piuttosto recente: durante un concerto di beneficenza Harry Styles è stato molestato da una fan che gli ha toccato le parti intime mentre l’artista era inginocchiato sul palco come fa di solito. Anche in questo caso si è parlato di fan troppo prese dalla foga del momento e si è sminuita la gravità del gesto, addirittura TMZ ha postato un breve video su Twitter in cui varie persone della redazione dibattevano se si trattasse o meno di molestie sessuali vere e proprie. Ciò che ha destato più scalpore però è stato il titolo del video che implicava che la colpa dovesse ricadere su Harry stesso, una sorta di “se l’è cercata” che spesso sentiamo dire e condanniamo in riferimento a violenze sessuali commesse su ragazze e donne.

Alla base di questa disparità ci sono più idee sbagliate: la prima è che poiché gli uomini in media subiscono molte meno molestie del sesso opposto se qualche volta capita a loro non è poi così grave; la seconda è che poiché la nostra è una società prettamente maschilista le donne devono potersi prendere qualche libertà con gli uomini per compensare; la terza è che una volta che un uomo sale su un palco certe cose se le deve aspettare ed è compito suo fare in modo non accadano. Il lato più assurdo della vicenda è che spesso chi la pensa così si dichiara femminista dimostrando di non aver nemmeno lontanamente compreso cosa si intenda davvero per “femminismo”. Le molestie sono tali indipendentemente dalla persona che ne è vittima, uomo o donna che sia.

Dopo lo scoppio del caso Weinstein e di tutti quelli successivi abbiamo spesso sentito dire che le donne avrebbero dovuto farsi avanti prima e abbiamo riflettuto sul perché ciò non sia avvenuto: paura di non essere credute, paura di essere giudicate, paura di rovinare la propria carriera e molto altro ancora. Lo stesso fenomeno avviene forse in maniera più pressante quando a subire molestie sono gli uomini perché tradizionalmente quello maschile viene visto come il sesso forte, quello che deve essere in grado di scrollarsi facilmente di dosso questo tipo di problemi senza parlarne. Un uomo che denuncia abusi o molestie di alcun tipo viene spesso ridicolizzato, preso in giro, ritenuto un “uomo a metà” per non essere stato in grado di difendersi. Tutto ciò è sbagliato. È sbagliato che esista una mentalità che viaggia su due binari distinguendo tra uomini e donne anche per questioni così serie come le molestie sessuali.

Avere un atteggiamento disponibile nei confronti dei fan non significa che questi si possano sentire autorizzati a trattare le celebrità come oggetti, ad usarle a proprio piacimento. Ugualmente avere un atteggiamento provocatorio, muoversi o vestirsi in un certo modo, non giustifica in nessun caso mancanze di rispetto di questo tipo. Si tratta di riconoscere la persona che ci sta di fronte come tale: una persona con dei sentimenti, delle paure, delle insicurezze, una dignità e un orgoglio, non un giocattolo senz’anima e senza la capacità di esprimere la propria opinione. Ogni persona merita di essere rispettata indipendentemente da come si pone: se una donna deve potersi sentire libera di girare in minigonna senza subire aggressioni allo stesso modo un uomo deve potersi sentire libero di ballare senza che altri cerchino di afferrarlo in malo modo da tutte le parti.

 


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