UNA GUIDA SBAGLIATA PER PARLARE PACATAMENTE DI CINECOMICS: PARTE I

2008 e 2013, due anni che dovrebbero essere relegati nei libri di storia come “i giovedì neri” del cinema, in quanto hanno visto la luce rispettivamente il primo capitolo dedicato al vendicatore Iron Man e Man of steel, il reboot che vedeva come protagonista Superman. Il mondo conosce la nascita del MCU (Marvel Cinematic Universe) e del DCEU (DC Extended Universe), due enormi franchise legati al mondo fumettistico costruito, nel corso di decenni, dai colossi Marvel Comics e DC Comics. Ma procediamo con ordine.

È da subito necessario correggere chi sia convinto che i cinecomics abbiano avuto una nascita relativamente recente: basta scavare nella propria memoria o spulciare qualche sito internet per accorgersi di come la storia cinematografica abbia conosciuto, nel corso degli anni, un numero consistente di pellicole legate al mondo dei supereroi. Partendo dai Batman di Tim Burton collocati alla fine degli anni ‘80, si può poi ricordare lo Spider-Man di Sam Raimi, la prima trilogia dedicata agli X-Men, i primi due capitoli de I Fantastici Quattro, l’Elektra del 2005 e altri ancora.

Tuttavia, mai come in questi ultimi anni le bocche di moltissimi cinefili – tali o presunti, – si sono riempite di parole spese in difesa dell’attuale cinecomic: chiunque frequenti blog, pagine Facebook o semplicemente gruppi di amici che si interessano di cinema, non potrà essere sfuggito alle inevitabili discussioni, che vedono le pellicole “supereroistiche” protagoniste assolute e incontrastate. Ciò che è lecito chiedersi è dunque la ragione di tale tendenza.

Sotto un primo punto di vista un plauso per i colossi Marvel e DC è d’obbligo; l’idea di costruire un universo cinematografico costellato da film allo stesso tempo indipendenti e interconnessi si è rivelata vincente, assicurando guadagni spropositati ai due studi cinematografici, sebbene sia necessaria una distinzione che renda giustizia all’operato di casa Marvel. È stata quest’ultima, infatti, ad avere lanciato per prima l’ambizioso progetto nelle sale, seguita (nemmeno troppo presto) dalla collega DC, che ha dimostrato di essere “l’invitata ritardataria” che non ha avuto il tempo necessario per vestirsi in modo elegante al ballo di fine anno. Fuor di metafora, i prodotti sfornati da “mamma” Marvel sono generalmente i più apprezzati, così come l’universo da lei creato, a dispetto degli ancora pochi (e per lo più disastrosi) titoli schierati da casa DC.

Tornando ai meriti di cui possono fregiarsi le due casate, oltre ad una campagna marketing massiccia, sono molte altre le scelte che hanno aiutato la diffusione dei cinecomics da loro prodotti, tra cui: il cast di attori dal “muscolo scolpito”, il tono leggero e amichevole che richiama spettatori appartenenti a fasce d’ età trasversali e il saper “ammiccare” all’appassionato delle vicende fumettistiche, conquistandolo.

Contemporaneamente un’altra arma vincente è stata il presentarsi come prodotti comprensibili anche dai profani, da chi non ha mai sfogliato un albo Marvel o DC. Tutte le decisioni sopracitate hanno contribuito a rendere i cinecomics un vero e proprio fenomeno cinematografico, polarizzando di fatto l’attenzione di milioni di spettatori, per interi anni, verso l’evolversi delle vicende narrate nei due differenti universi.

Se questo fosse uno spazio dedicato all’analisi delle strategie di marketing relative alla creazione, produzione e pubblicizzazione dei cinecomics, non avrei problemi a “togliermi la bombetta” con atteggiamento riverente, tuttavia non è questo il fine. Se è chiaro in che modo Marvel e DC stiano investendo ogni loro forza nel confezionare titoli che venderanno, con una certezza tale da sembrare una legge matematica, molto più difficile è capire perché questi film piacciano o, cosa che desta ancora più stupore, perché stiano raccogliendo il favore della massa da così tanti anni.

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