Questa nostra grande licenza: l’accordo tra Facebook e Universal

Chiunque si sia cimentato con il videomaking, sia esso su YouTube, Facebook o qualsiasi altra piattaforma digitale, è ben consapevole della prima problematica da porsi in caso di condivisione: la musica sotto licenza. Sono infatti innumerevoli i casi in cui molti video vengono bloccati, silenziati o perfino cancellati dalla piattaforma a causa di violazioni di copyright di sorta. Quindi no, non potrete caricare il vostro slideshow di foto di feste natalizie con sotto All I Want for Christmas is you, perché qualcuno potrebbe pensare che la voce dell’imperitura Mariah Carey sia in realtà la vostra. Per quanto possa sembrare improbabile.

Sarcasmo a parte, la vicenda ha le sue origini più recenti nel 2007, quando Prince stesso si scomodò pretendendo che l’autrice di questo video, una madre che riprendeva suo figlio mentre ballava Let’s go crazy tra le quattro pareti di casa, rimuovesse il video. La madre, allora, ha citato in giudizio la Universal per l’assurda proposta, e la causa è andata avanti per ben 8 anni, fino a quando nel 2015 il tribunale ha sentenziato che “un video del genere non incide sul valore dell’opera” e che non si trattasse di copyright infringement, data l’assenza di alcun fine commerciale sullo sfruttamento dell’opera nel video.

Questo piccolo aneddoto rende chiaro come la questione del rapporto tra diritto d’autore ed era digitale sia scottantissima, e difficile da regolare in senso stretto. Ma su questa strada Facebook sembra aver fatto dieci passi avanti.

Pochi giorni fa, infatti, Facebook ha firmato un accordo che ha dello storico con la stessa Universal Music Group, che concederà il suo intero catalogo (immenso, per la cronaca: UMG è il gruppo discografico con la quota di mercato più grande) al social network di Zuckerberg, in modo che i suoi utenti possano utilizzare la musica in questione senza andare incontro ad alcun problema di infrangimento di copyright. E, forse, non solo: la Universal ha infatti approfittato dell’accordo per affermare che queste “sono solo le fondamenta di una partnership strategica per un progetto di lungo termine che ha come obiettivo il portare esperienze musicali online totalmente nuove”.

A cosa si riferisca esattamente l’azienda non è chiaro – forse a concerti in realtà virtuale, vista la recente acquisizione di Oculus da parte di Facebook? -, ma una cosa è certa: a correre ai ripari dovranno essere le altre due grandi case discografiche d’importanza mondiale, Sony e Warner, per non restare indietro in un nuovo campo di battaglia, quello tutto digitale.

 


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