Perchè Amazon ammazza l’editoria

Quando si vogliono risparmiare dei soldi sull’acquisto di libri viene automatico rivolgersi a Amazon o a IBS, non certo ai negozi fisici delle grandi catene né tantomeno al libraio sotto casa. Questo perché i prezzi dei grandi colossi dell’e-commerce sono davvero vantaggiosi, ma quali ripercussioni hanno sul mondo dell’editoria e infine sul consumatore stesso?

Amazon e siti affini possono permettersi dei prezzi così bassi perché in Italia la legge è dalla loro parte. Vendendo online si può arrivare fino a un 15% di sconto sul prezzo di copertina, un prezzo che naturalmente si possono permettere solo grandi aziende che non hanno negozi fisici da mantenere. La normativa sui prezzi è regolamentata dalla legge Levi, che non è il massimo dell’efficienza (in molti altri paesi europei lo sconto massimo applicabile è del 5% sul prezzo di copertina), ma almeno garantisce un minimo di civiltà nel mercato del libro. Tuttavia questo tipo di legge ancora non basta.

I prezzi super concorrenziali di Amazon hanno un impatto molto negativo sulle piccole librerie, che sono costrette a chiudere i battenti. Hanno un effetto molto simile anche sulle case editrici medio-piccole, a causa delle richieste economiche inaccettabili che vengono rivolte agli editori sotto forma di sconti all’acquisto non giustificati dal

Amazon-Kopf Jeff Bezos mit Rekord-Vermögen
Jeff Bezos

volume di vendite che Amazon (o simili) riesce a far ottenere all’editore.

La società di Jeff Bezos sa essere molto spietata quanto si tratta di perseguire i suoi scopi: quando le case editrici non sono d’accordo con la sua politica di vendite, i libri della suddetta casa editrice vengono fatti sparire poco a poco dalle vetrine online, senza che l’editore ne abbia dato il consenso. Un trattamento simile è stato riservato ad Hachette, Bonnier e perfino a Disney (per quanto riguarda i DVD), che hanno subito un drastico calo delle vendite a causa di difficoltà di spedizione, ritardi nelle consegne e reindirizzamenti ad altri prodotti causati dal colosso dell’e-commerce.

In Italia un trattamento simile è stato riservato alle Edizioni E/O, che hanno deciso di chiudere ogni rapporto lavorativo con Amazon a causa degli sconti inaccettabili richiesti sul prezzo di copertina da quest’ultimo. A causa

Douglas Preston & Lincoln Child
Preston Douglas e Lincoln Child, un altro firmatario della petizione

delle politiche troppo aggressive di Jeff Bezos e dei suoi soci, d’ora in poi non sarà più possibile acquistare su Amazon i libri di Elena Ferrante (l’amica geniale) e di altri interessanti autori.

Il comportamento di Amazon, che all’apparenza sembra avvantaggiare il mercato della lettura fornendo al consumatore finale un prodotto a un prezzo appetibile, in realtà lo sta rovinando. Con la sua politica di marketing, Amazon sta togliendo l’aria a molte piccole e medie realtà (e visti gli esempi sopra forniti, non solo a loro), che contribuiscono in maniera decisiva a rendere vivace il panorama letterario e culturale, togliendogli la possibilità di investire su nuovi autori. Per tutti questi motivi si può affermare con certezza che Amazon ammazza l’editoria. Contro il negozio online si sono schierati quasi 1000 autori, capitanati da Douglas Preston, che hanno firmato una petizione che potete trovare qui.



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