“Prisoner 709 tour” a Modena: Caparezza non smette di sorprendere

Riparte a febbraio il Prisoner 709 tour di Michele Salvemini, meglio noto come Caparezza. Il 7 febbraio approda a Modena, al palazzetto PalaPanini: l’accoglienza non poteva essere migliore. Sebbene lo spazio non sia molto, il pubblico numeroso e caloroso ha accompagnato l’esibizione cantando, ballando, applaudendo. Di certo non si può rimanere delusi da uno spettacolo coreografico e musicale come quello proposto da Caparezza.

E’ difficile trovare un aggettivo più calzante di “spettacolare” per descrivere quanto è stato messo in scena. Si tratta di una vera e propria esperienza più che di un semplice concerto. Ogni singola canzone è un’esibizione a sé stante: tutte le persone in scena cambiano i costumi senza che quasi ce ne si accorga e la scenografia segue questi cambiamenti repentini. Dall’inizio alla fine, ci si trova calati in un altro spazio-tempo: quello dell’artista e del suo mondo. Di certo la scenografia, le coreografie e l’uso sapiente delle luci collaborano a creare questa atmosfera di sospensione. A ripensarci a distanza di poche ore, il concerto sembra già lontanissimo, eppure non si fatica a ricordarsi ogni dettaglio.

L’esordio non poteva che essere con i brani del nuovo album. Alla prima canzone, Prosopagnosia, veniamo iniziati lentamente, con un crescendo strumentale e visivo. Dopo l’entrata di tutti gli strumenti, Caparezza inizia a cantare dall’interno di una bolla. Si susseguono poi quasi tutte le canzoni di Prisoner 709. Un colpo di scena è vedere Caparezza alzarsi in volo su una chiave con le ali durante Una chiave, forse la trovata più sorprendente di tutte. Molto giocosa Ti fa stare bene: vengono lanciati sul pubblico dei grandi palloni di gomma colorati così che possano lanciarli. L’atmosfera in Autoipnotica si fa quasi surreale, con lo schermo che proietta una strada che scorre sotto i nostri occhi e il cantante su una finta automobile sul proscenio. La prima parte del concerto si conclude con Prosopagno Sia!, il brano solo musicale che conclude il nuovo album.

Inizia poi la seconda parte del concerto, che riguarda i vecchi successi dell’artista. In questa parte, Caparezza spesso pone delle riflessioni o delle scenette divertenti. Il primo brano, come prevedibile, è Fuori dal tunnel, che ci riporta agli esordi di Michele Salvemini come Caparezza. Si susseguono brani più o meno prevedibili, anche del penultimo album. Molto toccante China town, pezzo tratto da Museica, con la scena quasi vuota e scura, che si colora e si anima sulla conclusione del pezzo. Caparezza ci mostra poi le quattro possibili strade che avrebbe potuto seguire se avesse assecondato i vari lati della sua personalità. Si definisce curioso, timido, giocherellone e inquieto. Un po’ a sorpresa, dice che non ha seguito nessuna di queste strade e quindi Jodellavitanonhocapitouncazzo.

A un certo punto, sulla scena appare uno spaventapasseri, a cui Caparezza tesse una lode per aver “scacciato i corvi”, ossia le cose brutte notizie che aleggiano sopra ognuno di noi. Il vero senso lo si capisce solo dopo un discorso su Van Gogh, artista molto apprezzato da Caparezza per la sua sensibilità. Segue Mica Van Gogh, con una scenografia che ricorda Campo di grano con volo di corvi, un quadro che il cantante ha apprezzato ad Amsterdam. Sorprende che ci siano ben tre brani del penultimo album, l’ultimo dei quali è Avrai ragione tu, con i ballerini travestiti da cosacchi. Il concerto si chiude con Abiura di me e durante la riproduzione di Sogno di potere il cantante e la sua troupe salutano il pubblico.

Curioso il battibecco tra Caparezza e un suo fan, Thiago, col quale il cantante si intrattene per due minuti buoni: questo dimostra quanto sia affezionato ai suoi fan. A confermarlo, Caparezza ci dice di aver visto molte facce note al concerto. Il cantante si mostra affabile: pur nella grandezza dell’esibizione che offre rimane umano, vicino al suo pubblico. La sua vitalità sorprende, il concerto dura più di due ore senza alcuna pausa. La sensazione quando si esce dal concerto è quella di uscire da una grossa bolla, come se fossimo stati rinchiusi nella bolla di Prosopagnosia dall’inizio alla fine. Il consiglio è quello di prendere i biglietti prima che vadano sold out, è impossibile pentirsene. Potete trovare le date del tour su caparezza.

 


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Foto dell’autrice

 

 

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