Harold Pinter al Pacta Salone Milano: “Il Custode”

Il Pacta Salone Milano (via Ulisse Dini) ha portato in scena, dall’8 al 18 febbraio, “Il Custode”, testo teatrale di Harold Pinter. Pinter è un drammaturgo inglese (1930-2008), scrittore di testi che trattano di violenza, sensibilità, memoria e femminilità. “Il Custode”, in particolare, è un’opera incentrata sulla vita degli esclusi, coloro che stanno ai margini, nascosti dalla società.

La trama presenta tre protagonisti, Davis e i suoi due fratelli (Mik e Aston). L’ambientazione è piuttosto macabra: la casa in cui i fratelli vivono è vuota e alquanto isolata. Davis, personaggio apparentemente razionale, si ritrova, inconsapevolmente e accidentalmente, coinvolto in una rissa e, dopo essere stato soccorso da uno dei due fratelli, viene ospitato nella casa misteriosa. Da quel momento le sue possibilità di fuga e di rientro in società si riducono drasticamente, fino a scomparire del tutto.

La messa in scena di Magherini presenta personaggi psicologicamente complessi, tuttavia piuttosto archetipizzati. Nessuno di loro possiede una vera coscienza di sé, un libero arbitrio: le loro decisioni sono, infatti, determinate esternamente. A questo proposito, la partita che i personaggi sono costretti a giocare, quella della vita, è crudele e iniqua: Davis è una pedina, una marionetta, che viene mossa dai fratelli in modo assolutamente folle. Da ciò deriva, inevitabilmente, la disperazione dell’uomo – vittima di un destino da cui non riesce a sfuggire – privato di qualunque capacità razionale. Davis appare pazzo, non diversamente dagli altri personaggi. Il tema della pazzia è più volte motivo di riflessione: nessuna azione, nessun comportamento umano può essere interpretato in maniera assolutamente razionale.

La pazzia sintomatica, riconoscibile, di uno dei due fratelli è accompagnata da una pazzia più sottile, più “contorta” degli altri uomini. La messa in scena di Magherini suggerisce un manicomio: la vicenda è interamente ambientata in una stanza (parte di un palazzo disabitato). Purtroppo essa non ha nulla di confortevole, bensì è disordinata, degradata: i mobili sono ovunque, non c’è spazio quasi per camminare. Il sentimento di angoscia permane durante l’intera opera e il senso di inquietudine della stanza è incrementato dalla presenza di un secchio appeso al soffitto: il rumore dell’acqua e il ciondolare del secchio evocano un eterno senso di ritorno, richiamando forse il tempo che passa.

Magherini afferma:

Nella nostra versione si vuole dare più enfasi a quella sensazione che Pinter lascia scorrere tra le righe, quell’idea di trovarci davanti a una partita crudele, un gioco senza vincitori, che i due fratelli sembrano allestire a ripetizione, una commedia nera, caratterizzata da una comicità cruda e disincantata, da un umorismo sferzante e impietoso.

FONTI

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CREDITI

Copertina  ©Fulvio Michelazzi

 

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