Regole di base per un racconto fantasy: i personaggi.

Urban, epic, contemporary, sword and sorcery … di sottogeneri ce ne sono migliaia. Ma quali sono le regole di base per scrivere un racconto o un romanzo fantasy? Si parta dalla definizione di “fantasy” del vocabolario: “genere letterario e cinematografico basato sulla narrazione di avvenimenti ambientati in un Medioevo di fantasia, con elementi propri del romanzo cavalleresco, delle saghe nordiche, della fiaba e della mitologia”. Innanzitutto, la struttura del fantasy e quella della fiaba sono molto simili: c’è una situazione iniziale in cui un eroe (o un antieroe) è all’oscuro delle sue origini e della sua missione di predestinato; una rottura dell’equilibrio dovuta di solito all’arrivo di un aiutante che incarica l’eroe della sua missione, solitamente riguardante il conflitto tra le forze del Bene e del Male; le peripezie sono la parte preponderante del racconto e di solito si articolano in prove eroiche da superare o oggetti magici da recuperare; infine, l’eroe sconfigge l’antagonista e la luce trionfa sulle cupe tenebre.

Ma le cose più interessanti (e anche le più divertenti da creare, dato che ci si può sbizzarrire con la fantasia) sono i personaggi e le ambientazioni. Per quanto riguarda i primi, nel fantasy ritroviamo tutti gli archetipi esistenti, anche se un personaggio può rappresentarne più di uno. In questa sede si esamineranno i tre ruoli principali: l’eroe, l’antagonista e il mentore. In particolare quest’ultimo è una figura importantissima, poiché non solo è colui che incarica l’eroe della missione il più delle volte, ma anche colui che gli impartisce gli insegnamenti fondamentali per poter sconfiggere l’antagonista alla fine. Incarnando la figura del saggio, il mentore deve essere anziano, e dunque esprimere il senso del passato, generando quel rispetto dato da un’aura di mito. Inoltre è la parte intellettuale che si contrappone all’eroe e lo fa ragionare, essendo quest’ultimo impaziente e irrequieto come ogni giovane. L’azione deve essere necessariamente bilanciata al sapere. Tuttavia, per aver acquisito questo sapere, anche il mentore deve essere stato giovane e deve aver sbagliato: spesso è un eroe fallito. Ido, ad esempio, (il mentore di Nihal ne “Le Cronache del Mondo Emerso” di Licia Troisi), si era schierato dalla parte del Tiranno insieme al fratello per riottenere le terre del Fuoco appartenenti alla sua famiglia, e solo dopo il tradimento di quest’ultimo ai danni del padre si rende conto dei crimini commessi (tra cui il genocidio dei mezzelfi), e torna, dopo un processo al Consiglio dei Maghi, con i Cavalieri di drago. Silente (preside di Hogwarts in “Harry Potter” di J.K. Rowling) ha avuto un passato a dir poco turbolento, molto lontano dalla sua aria tranquilla e pacifica. Proprio perché ha sbagliato in precedenza, un mentore non commette più errori, e si occupa di forgiare il destino dell’eroe, non necessariamente insegnandogli la sua stessa arte: un mago può essere il mentore di un cavaliere. Non gli insegnerà la magia, ma di certo delle qualità quali la pietà per il nemico, l’onore, il coraggio, e via dicendo. Attenzione a non renderlo un insopportabile uomo perfetto però: i lettori devono empatizzare con lui, dunque deve essere umanizzato con qualche tic, o con un carattere difficile. Gandalf non può fare a meno della propria pipa, Ido non può non essere burbero, Merlino (ci si riferisce al film d’animazione Disney) non può non essere un po’ svampito. Inoltre i mentori hanno passato da un bel pezzo i tempi in cui potevano innamorarsi, dunque non vengono toccati dalle tentazioni carnali.

“Zitta! La differenza tra noi e loro è che noi combattiamo per la vita. La vita, Nihal! Quella che tu non conosci, che neghi con tutte le tue forze. Combattiamo perché tutti abbiano diritto a vivere la loro vita su questa terra, perché ognuno possa decidere che cosa fare della propria esistenza, perché nessuno sia schiavo, perché ci sia la pace. […] E combattiamo con la consapevolezza che la guerra è orribile, ma che se non la facessimo il mondo che amiamo andrebbe distrutto! Non è l’odio che ci muove! È la speranza che un giorno tutto questo finisca. L’odio è quello del Tiranno!”

Gli eroi sono invece persone semplici, almeno all’apparenza, che poi si scoprono predestinati. Di solito incarnano il Bene. Hanno delle caratteristiche particolari che li rendono gli unici in grado di combattere lo scontro finale con l’antagonista: Nihal è l’unica mezzelfa rimasta, ed è una ragazza stranamente portata per la guerra, anzi, è l’unica. Harry Potter è l’unico bambino che è sopravvissuto all'”anatema che uccide“. Nathan Byrn è l’unico mezzo codice esistente, metà Incanto Bianco, metà Incanto Nero (“Half Bad“, Sally Green). Dunque, bisogna dargli una caratterizzazione davvero ben fatta. L’antagonista, al contrario, è colui che incarna il Male assoluto. Combatte di solito per perseguire scopi personali e la sua meta è il Potere. Molti dei più noti antagonisti rientrano in questi canoni: Lord Voldemort, primo tra tutti, Sauron (“Il signore degli anelli“, J.R.R. Tolkien); ma anche alcuni dei meno noti: la regina Ananta (“Millennio di fuoco“, Cecilia Randall), o il Conte Karkon Ca d’Oro (“Nina, la bambina della Sesta luna“, Mooney Witcher).

“Non esiste bene e male, esiste solo il potere… E quelli troppo deboli per averlo!”

Ci sarebbe ancora molto da dire sugli aiutanti e sugli oppositori, ma in questo articolo si intende parlare delle regole basilari e dunque non si entrerà di più nello specifico. Per quanto riguarda le ambientazioni, l’argomento sarà approfondito nel prossimo articolo.


Fonti:

L’importanza del mentore nei romanzi fantasy“, Penne Matte, aprile 2016.

Gli archetipi dei personaggi, secondo Joseph Campbell“, Jacopo Mariani, Sul Romanzo, aprile 2014.

Corsi di scrittura 2017, Dalia Edizioni.

Le Cronache del Mondo Emerso-Nihal della Terra del Vento“, Licia Troisi, Mondadori, aprile 2004.

Harry Potter e la pietra filosofale“, J.K.Rowling, traduzione di Marina Astrologo, illustrazioni di Serena Riglietti, Salani editore, maggio 1998.

Il signore degli anelli“, J.R.R. Tolkien, Trilogia, traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, edizione italiana a cura di Quirino Principe, Bompiani, 2000.

La bambina della Sesta luna“, Mooney Witcher, Giunti editore, 2002.

Half Bad“, Sally Green, traduzione di Luca Scarlini, Rizzoli Editore, 2014.

Millennio di fuoco-Seija“, Cecilia Randall, Arnoldo Mondadori Editore, 2013.

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