La Collezione di ceramiche magnogreche di Intesa San Paolo

La Collezione Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche è la storica Collezione Caputi, è costituita da 522 esemplari ceramici realizzati ad Atene, Puglia e Lucania tra il VI e il III secolo a.C. Fondatore della collezione e ricercatore degli esemplari fu l’arcidiacono Giuseppe Caputi nella prima metà dell’Ottocento, quando tutta l’Europa era freneticamente interessata ai ritrovamenti storici. Le prime ricerche per la Collezione vennero effettuate nell’attuale provincia di Bari, più precisamente a Ruvo di Puglia nei terreni di famiglia. In Puglia si scoprirono sepolture antiche e vasi ruvesi che insieme alla Collezione Lagioia-Jatta, di proprietà della Regione Lombardia (Civico Museo Archeologico di Milano), formano un eccezionale patrimonio.

La Collezione venne curata dal nipote dell’arcidiacono, Francesco, sino agli anni venti del Novecento, quando la raccolta fu ceduta al marchese Orazio de Luca Resta, a cui seguì il trasferimento a Roma. Nella metà del secolo fu acquistata dall’ingegner Giuseppe Torno che la trasferì a Milano dando vita alla collezione conosciuta come H.A. (Hydria Attica). L’hydra è il nome greco che designa il contenitore per l’acqua e il più importante ritrovato da Francesco Caputi fu quello che rappresenta la gara fra artisti nell’Atene del V secolo. Ritrovata nel 1876, è stato accertato che la ceramica sia stata di proprietà di una donna aristocratica ruvestina del IV secolo e la scena rappresentata ha come protagonista un’officina di ceramica nella quale gli artigiani sono intenti a dipingere vasi di diversa forma, ispirati dalla dea Atena, protettrice delle arti. Nel 1999 Intesa Sanpaolo acquistò la Collezione e insieme all’Università Statale di Milano realizzò un catalogo ragionato.

La Collezione è oggi conservata a Vicenza, in un deposito annesso alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari (sede museale della banca) presso cui dal 15 febbraio 2018 al 13 gennaio 2019 è in mostra.

Se vuoi leggere un articolo su una importante collezionista, qui l”articolo su Peggy Gugghenheim.


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.