Addio ad Alessandra Appiano: giornalista, scrittrice e bella persona

Alessandra Appiano era una persona eclettica: scrittrice, giornalista e autrice televisiva. Eclettica anche caratterialmente. I lettori ne apprezzano l’ironia e la partecipazione nel descrivere le donne, ma anche l’altruismo e la solarità. Quella che traspariva dalle sue foto e dalle sue espressioni. Qualità che le è valsa anche numerose partecipazioni a varie trasmissioni. Pare anacronistico ma, è la realtà riportata da tutti: Alessandra era una persona bella, solare e altruista, sempre pronta a darsi agli altri. Lo sgomento legato alla notizia della sua morte, aumenta nel sapere che Alessandra abbia deciso di non vivere più.

Domenica 3 giugno la scrittrice è stata infatti trovata senza vita: subito agli acquirenti la morte è apparsa come la conseguenza di un gesto volontario. Chi la conosceva rimane incredulo nel pensare che una donna sempre pronta ad aiutare e sostenere gli altri abbia compiuto un gesto del genere. Così come increduli rimangono i lettori, i suoi fan che da lei hanno sempre ricevuto consigli e positività e che aveva conquistato in particolare con il terzo romanzo Amiche di salvataggio (2002).

Nel romanzo, che le valse il premio Bancarella 2003, la Appiano con la consueta ironia racconta di un gruppo di amiche, le quali, da qui il titolo, si salvano tra di loro. Diana  dopo anni è nuovamente innamorata, ma di un uomo sposato; Ilaria bella, intelligente, ha successo e un uomo, dal quale però è annoiata; Roberta alle prese con i primi passi nella carriera di giornalista; Dolores, che sogna di diventare attrice, ma non è ancora cresciuta; Danila l’amica dolce e inestimabile. La Appiano attraverso le loro storie racconta l’universo femminile con partecipazione e con il sarcasmo tipico di chi la vita la prende sul serio.

Tutte caratteristiche che hanno accompagnato la sua scrittura in tutti i suoi libri: dal primo, La vita è mia e me la rovino io (1992), fino all’ultimo, Ti meriti un amore (2017). In quest’ultimo racconta con realismo di due amiche che si ritrovano dopo anni. Ad unirle due vicende d’amore forti, fino al finale assurdo ma veritiero, in cui l’autrice ci regala anche una riflessione sulla tv di oggi, sempre pronta a scavare nel torbido: in nome dell’audience cerca tutti i dettagli scabrosi anche nelle situazioni più delicate. Si dice siano le esigenze del pubblico, ma è davvero così? E perché?

Alessandra Appiano, Ti meriti un amore, Cairo, 2017.

Ecco l’altra grande dote della Appiano l’intelligenza e la sagacia, che non sono state offuscate dall’ironia, nè dalla grazia o dal garbo, nel modo di porsi e parlare. Caratteristiche per le quali, ricorda l’amica Monica Leofreddi, la invitava sempre nei suoi programmi televisivi. Per Eleonora Daniele invece era “anima bella e profonda come poche ne ho conosciute”. C’è poi chi la ricorda riportando aneddoti di natura diversa: Isabella Fava, responsabile della cultura di Donna Moderna, ricorda che nei suoi confronti fu estremamente generosa, mentre Eleonora Deodori, conduttrice di R101, ricorda la comprensione mostratale quando dovette far saltare un’intervista per un lutto; la Appiano non solo capì, ma qualche giorno dopo le scrisse per sapere come stava.

Sono parole a cui fanno riscontro i fatti. I lettori percepivano quest’altruismo nella rubrica “Amiche di salvataggio” su Donna Moderna e negli articoli sul Fatto Quotidiano dedicati alla beneficenza, argomento del quale scriveva in quanto da sempre impegnata nel sociale, e in particolare ambasciatrice dell’organizzazione Oxfam. Proprio in tale veste, nel 2013 era stata insignita dell’Ambrogino d’Oro. Ne parlava con passione, e 20 maggio del 2017, come titolo di un articolo per il Fatto quotidiano, elaborò la meravigliosa espressione “Fare volontariato è un lusso? E’ vero bisogna essere ricchi. Ma di umanità”.

Degna delle parole di stima e affetto dei colleghi e dei lettori/spettatori, Alessandra Appiano lascia dietro di sé una scia di sgomento, dolore, domande e riflessioni. Il pubblico e l’opinione pubblica in particolare però, non possono lasciarsi andare a ipotesi sul perché della sua morte. Non sarebbe giusto giudicare il suo presunto gesto, perché non si conoscono in pieno quali fossero i suoi pensieri profondi. Non si è in grado di capire se ci fossero malesseri. La si può solo ricordare attraverso i suoi libri e articoli e le parole di chi la conosceva meglio.

Un comportamento che si dovrebbe a chiunque. Ma che si deve soprattutto a una scrittrice, giornalista, autrice e in particolare donna del suo calibro, sempre pronta a darsi, a dare, cosa rara tra le donne a sostenere e difendere, le altre donne. Per onorarla si dovrebbe solo riflettere sul suo gesto quanto basta per far luce sulla depressione. Riflettere non giudicare. Per aiutare chi la combatte, per dare agli altri proprio come faceva Alessandra.


FONTI
Alessandra Appiano. “Fare volontariato è un lusso? E’ vero, bisogna essere ricchi. Ma di umanità”. 20/05/2017

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