Battlestar Galactica è una tra le serie televisive sulla fantascienza più rinomate di sempre, uscita nel 2003 sotto la direzione di Ronald Moore e ambientata, sorprendentemente, centinaia di migliaia di anni prima della nostra civiltà.
In un momento non precisato del passato, il pianeta umano Caprica viene nuclearizzato dalla razza di robot antropomorfi noti come Cyloni: i primi automi creati dagli uomini. I Cyloni hanno acquisito l’autocoscienza, sviluppando una forte religiosità simile a quella cristiana (parlano spesso di Dio, ma non del Cristo) e ribellandosi ai loro creatori, considerati infatti come i principali portatori di disgrazie dell’universo conosciuto.
I pochi umani sopravvissuti fuggono nello spazio a bordo di una flotta stellare guidata dalla corazzata Battlestar Galactica, comandata dal Capitano Bill Adamo e sotto la guida spirituale del Presidente delle Colonie, Laura Roslin. La loro ultima meta – secondo i miti a loro cari e ispirati alla (futura) religione greca – è il pianeta Kobol, sul quale, tramite “la freccia di Apollo che aprirà la tomba di Atena”, sarà possibile trovare la rotta per il nuovo Eden degli uomini: la Terra.
Nel frattempo i Cyloni, entrati in possesso del dna umano, riescono a clonare dei corpi-ibridi ed impiantare la loro coscienza all’interno di essi, divenendo copie perfette di alcuni membri della flotta. Molti Cyloni antropomorfi, tuttavia, non sono a conoscenza della loro duplice natura, e vivono in mezzo agli umani. Il loro compito è guadagnarsi la fiducia di questi ultimi e agire al momento opportuno, eliminando personalità di spicco e destabilizzando la flotta per distruggerla definitivamente.
Tra i personaggi più interessanti della serie figura il dottor Gaius Baltar, un noto scienziato di Caprica che sembra vivere di allucinazioni: una bellissima donna, un Cylone noto semplicemente come Caprica 6, appare e scompare nella sua coscienza, istruendolo e manipolandolo per i propri scopi. Si tratta tuttavia di un soggetto non del tutto maligno, estremamente geloso e in qualche modo “umano”. Baltar ne è succube per la maggior parte del tempo, sebbene a volte cerchi invano di liberarsene. In realtà non è una mera allucinazione, bensì una proiezione: un modo che i Cyloni hanno di apparire agli occhi di chi vogliono anche trovandosi a distanze enormi o essendo fisicamente deceduti.
La serie è correntemente divisa in quattro stagioni, alcune delle quali molto lunghe, e da diverse miniserie caricate sul web, che appronfondiscono alcuni elementi della trama.
Ogni puntata è giocata generalmente su un tema o su un personaggio, anche se non mancano numerosi colpi di scena, attimi di tensione e persino qualche momento fortemente commovente, abilmente inserito a metà stagione per colpire nel segno i fan più accaniti. Con un potente alternarsi di episodi focalizzati sull’azione dei combattimenti e altri più improntati su tematiche calde e sentimentali, questa serie non smette mai di sorprendere.
Sebbene si tratti di una serie molto datata, gli effetti speciali di Battlestar Galactica sono quasi interamente lavorati in computer grafica, mantenendo comunque una sorta di realismo.
Il doppiaggio italiano calza a pennello su alcuni personaggi (come il Comandante Adamo e il suo sottoposto), ma fatica a legarsi ad altre personalità, risultando a tratti debole e approssimativo.
La strategia della tensione portata dal sospetto, dai giochi di potere e dalla politica che fanno costantemente la loro comparsa nella serie, rendono comunque Battlestar Galactica una gioia per gli occhi e per lo spirito. Anche la guerra tra Cyloni e umani – che ricorda tanto la storia di Frankenstein – ha risvolti interessanti; sebbene infatti nascano come macchine, la costante ricerca della perfezione e della forma umana li rende estremamente simili a noi. Alcuni Cyloni ribelli cercano di vivere come persone normali, fuori da ogni schema numerico e comportamentale, convinti che il conflitto civile tra le due razze sia immotivato.
Si tratta indubbiamente di una storia che indaga, seppure con la fantasia, le origini dell’umanità, mostrando come la società di allora fosse quantomai simile alla nostra, e fortemente impegnata a non ricommettere gli stessi errori del passato; errori che, secondo il mantra di Caprica 6, si ripresenteranno comunque:
“Tutto quello che è già accaduto, accadrà ancora”.