Se si vuole parlare di donne nella musica, cosa viene in mente a caldo? Quali immagini sono più ricorrenti nell’ambito della donna sul palco? Saremmo sinceri se dicessimo di immaginarla vestita di tutto punto dietro ad un violoncello o con un abito in stile impero intenta a realizzare pulitissimi vocalizzi in un microfono o, ancora, tutta in nero lucido e pelle che si destreggia in complicati riff alla chitarra o in canottiera e bermuda che si scatena sullo sgabello della batteria? Queste sono suggestioni di una donna che fa la musicista, che si diletta nella sua passione, nel suo culto, nella sua vocazione e che porta avanti tutto ciò con pura dedizione e impegno nelle diverse declinazioni di generi e attitudini.
Queste non sono le donne che la società odierna porta all’apice.
Cos’ha di così speciale Beyonce? Perché viene definita “The Queen“? Due sono le componenti che la regina del pop moderno combina con grande maestria: talento, ne ha da vendere per bagnare il naso alla stragrande maggioranza delle sue colleghe, e sensualità. Poi è sicuramente cosa bella il fatto che si batta per i diritti delle donne e si impegni con organizzazioni benefiche di vario tipo, ma va tutto oltre queste due leggi del suo personaggio: talento e sensualità. Cosa che potrebbe anche essere accettata, se non diventasse la conditio sine qua non del successo di un’artista.
Un articolo della rivista Foxlife esordisce riferendosi alle donne nella musica pop con la frase: “Non chiamatele donne, perché sono molto di più…”, ma ne siamo davvero sicuri? Restando nel genere del pop, siamo davvero certi che una JLo sia una cantante? Indubbiamente una bellissima donna, ma da questo ad essere una cantante c’è una bella differenza. Fatto strano che i primi video di Katy Perry fossero sì stravaganti e ostentassero molto, ma nella clip di Bonne Appetit che la vede venir “impastata” su un tagliere da tavola, non pare in maniera un po’ troppo evidente che il suo corpo venga banalmente mercificato? Il pubblico femminile sviene letteralmente di fronte ad artisti dal grande fascino estetico come Justin Timberlake, eppure il suo nudismo è nettamente limitato rispetto a quello di colleghe in costante bikini indipendentemente dalla stagione: differenze che fanno riflettere.
Non esiste solo il pop, verrà detto, allora passiamo al country: le icone degli anni passati erano artiste a tutti gli effetti, non si può dire nulla, ma spostiamoci all’oggi. Secondo il web Taylor Swift è considerata un’esponente della musica country. Taylor Swift.
Generi diversi quali il rock e il metal vedono anch’essi una grande differenza nella considerazione della donna nel corso degli anni: la storia del rock porta in palmo di mano perle uniche nel loro genere, che la folla acclamava non per la loro scollatura, per il lato b scolpito o per quanto fossero provocanti: non si è mai vista una meravigliosa Janis Joplin mostrare inutili centimetri di pelle in più o marcare la sua femminilità scivolando nella volgarità. Tuttavia è anche detto che questi sono generi nei quali la giacca di pelle maschile con abbinati pantaloni in vernice vengono talmente striminziti nelle versioni femminili da coprire a malapena reggiseno e perizoma. È chiaramente un ragionamento che vede le necessarie eccezioni per confermare la regola, basta vedere le bellissime e fini Skin (Skunk Anansie) o Amy Lee (Evanescence).
Fenomeni che esistono nella musica maschile non vengono accettati in quella femminile, libertà che gli artisti si prendono come quella di avere la fila di ragazzine minorenni fuori dal camerino, di sviluppare dipendenze da droghe e alcool e vivere una vita estrema.
Come ci si comporta di fronte alla misoginia della società nella musica? Alla visione della donna solo per le sue belle curve e per le frasi provocanti che sussurra al microfono? Quanto è paradossale l’opinione pubblica nell’inseguimento di “donne peccaminose” e allo stesso tempo nella loro demonizzazione?