Nelle ultime settimane aspre critiche ed elogi si sono alternati nei confronti di You, nuova serie televisiva targata Netflix che ha raggiunto il record di visualizzazioni fin dai primi giorni della sua comparsa sulla piattaforma online. Un enorme successo confermato dal rinnovo per una seconda stagione, previsto entro la fine del 2019.
Tratta dall’omonimo romanzo di Caroline Kepnes, You affronta temi estremamente attuali e chiacchierati come lo stalking e l’amore ossessivo che sfocia nella criminalità. L’argomento di per sé è tutto sommato nuovo e interessante, ma il rischio di un cadere nella banalità e nell’eccessiva “creatività” ai limiti del surreale è sempre presente. Occasione sprecata? Purtroppo sì.
Dopo aver vestito gli indimenticabili panni di Dan Humphrey (Gossip Girl), Penn Badgley torna come Joe, direttore di una libreria newyorkese apparentemente gentile, grande sognatore e inguaribile romantico. L’uomo perfetto per una donna in cerca di una sana e ferrea relazione… se non fosse che Joe tende a innamorarsi in modo a dir poco estremo: ossessivo e totalmente fuori controllo. Quando la giovane e bellissima Beck (Elizabeth Lail), scrittrice in attesa dell’agognato successo, entra nella sua libreria lui non può che innamorarsene perdutamente. Nonostante abbiano avuto una brevissima conversazione, il giovane protagonista comincia a seguire la ragazza ovunque: a casa, nei locali con le amiche, in università, su Facebook, Instagram o Whatsapp.
Tutti i pensieri di Joe son chiari e definiti perché vengono presentati come voce narrante di tutti i 10 episodi della serie. Quasi a volerci trasportare nella mente perversa del personaggio, siamo costantemente a conoscenza dei suoi pensieri e delle sue azioni provando, in alcuni casi, persino compassione per un semplice ragazzo innamorato pronto a tutto per la sua amata. L’ossessione, tuttavia, non può essere tollerata e soggetto di empatia. La violazione della privacy e il controllo della vita altrui non è accettabile, mai. Pur di conquistare il bramato oggetto dei propri desideri, Joe arriverà a uccidere e rapire persone vicine a Beck. Nessun limite, ogni gesto è giustificato ai suoi occhi perché necessario per tenere la ragazza “al sicuro”.
L’interpretazione di Badgley è convincente, capace di far trasparire l’insanità mentale nascosta dietro un viso dolce e sorrisi convincenti. Il problema vero del suo personaggio è il tentativo poco riuscito di costruire una doppia personalità del personaggio: il buono e il cattivo, il Dr. Jekyll e Mr Hyde. Si vuole convincere così fortemente lo spettatore a credere che in lui esista una parte buona da creare quasi una giustificazione a ogni sua azione, il che è assolutamente diseducativo e ridicolo. In un tentativo di rincarare la dose di ossessività si aggiunge Peach Salinger (Shay Mitchell), migliore amica di Beck e… sua stalker. Nuovo punto a favore per Joe: non è l’unico ossessionato dalla affascinante scrittrice, ma o Beck è molto sfortunata o, forse, la trama sta prendendo una piega “leggermente” forzata.
Ciò che davvero non funziona in You è la sceneggiatura. Eccessività di scene improbabili e situazioni estreme lo rendono davvero troppo assurdo. Come può Joe essere sempre a pochi metri da Beck, coperto da un cappellino, senza che lei se ne accorga? Come può sentire conversazioni sussurrate dalla ragazza a quasi 1 km di distanza? A rimediare subentra una buona direzione tecnica che pare essere uno dei pochi aspetti coerenti della serie.
Per apprezzare a pieno You è necessario mettere da parte la razionalità per lasciarsi un po’ trasportare dal mistero senza dar peso ai fatti assurdi e poco probabili presentati. Nonostante i suoi difetti, la serie è capace di tenerti incollato allo schermo: un po’ nella speranza che possa aggiustare le sue crepe e un po’ per curiosità nei confronti della storia. Non è il prodotto dell’anno, ma il tema dello stalking viene affrontato in modo sufficiente per suscitare domande e punti di riflessione nello spettatore.