Addio Barbie, arrivano le black dolls: l’integrazione culturale attraverso le bambole.

Le bambole sono ormai da anni considerate un simbolo di bellezza e perfezione, al punto che molte bambine sognano di essere come loro. Ci sono bambole di ogni tipo: con i capelli rossi, biondi, neri e anche di colore. Questo tipo di giocattolo non è solo un oggetto ludico ma rappresenta un simbolo con cui le bambine, ma anche i bambini, tendono ad identificare il loro aspetto fisico. E’, di conseguenza, uno strumento che ha un significato e un’importanza particolare e chi ha ideato le cosiddette black dolls ne è consapevole.

Le bambole, sin dalla loro invenzione, hanno avuto la tendenza a rappresentare le donne, al punto che nel corso degli anni il loro aspetto fisico e il loro stile si sono modificati di pari passo con il cambiamento delle mode. Ma non solo, le bambole possono essere anche simbolo di integrazione culturale: soprattutto negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicate le iniziative di tipo culturale e commerciale volte alla valorizzazione della tradizione africana e della bellezza “nera”, anche attraverso le cosiddette black dolls, con lo scopo di dare alle bambine altri modelli di identificazione e di riappropriazione di sé. In realtà anche Barbie, uno dei marchi più venduti e conosciuti al mondo, ha prodotto bambole di colore, nel ’64 Julia e qualche anno dopo Christie, ma si trattava comunque di bambole con la fisionomia prettamente occidentale e, molto spesso, con i capelli lisci.

Le black dolls 

Proprio per questo, molte donne hanno prodotto bambole con tratti africani: ad esempio Stacy McBride-Irby, che ha avviato imprese per la produzione e vendita di black dolls, o Olivia Mengich, imprenditrice kenyota e creatrice delle Swahili Princess, un progetto nato con lo scopo di aiutare le bambine e i bambini africani ad apprezzare il colore della propria pelle attraverso i giocattoli. Il brand ha avuto così tanto successo che a partire dal 2016 viene venduto in tantissimi negozi di giocattoli e nei supermercati, come per esempio il Carrefour.

Uno dei marchi più apprezzati del momento è sicuramente quello creato da Caroline Hlahla e Khulile Vilakazi-Ofosu, fondatrici della “Sibahle” brand. Sibahle è una parola in Zulu (Sud Africa) che significa “Siamo meravigliose”. A lanciare l’idea sono state le due amiche e designer di un brand di extension e di prodotti naturali per capelli dedicati soprattutto alle chiome delle donne afro. Il progetto è nato proprio dal tentativo di far amare e apprezzare alle bambine afroamericane il loro aspetto e soprattutto le loro chiome ricce e nere, da sempre simbolo di identità. Le due donne riflettono sullo stretto legame esistente tra acconciatura e identità partendo dal fatto che la figlia di Khulile, a soli tre anni, desiderasse avere “capelli biondi e fluenti, come quelli delle Barbie”: una dimostrazione, per le due imprenditrici, di come fosse necessario lanciare sul mercato dei giocattoli e bambole nere con i capelli afro. Hanno dunque pensato di creare la collezione di bambole “The Sibahle Collection”, che rappresenta l’identità e il patrimonio culturale afro.

Le due designer spiegano com’è nato il loro progetto:

Queste bambole sono pensate per mostrare ai bambini la bellezza della loro pelle. “Sibahle”, in lingua zulu, significa proprio “Siamo meravigliose”, vogliamo trasmettere il messaggio che la bellezza non dovrebbe essere prodotta artificialmente ma dovrebbe essere basata sulla propria e reale immagine di sé. Ritenevamo fosse importante ideare una linea che aiutasse le bambine di etnie scarsamente rappresentate a sentirsi belle associando l’essere belle a sé stesse, invece di cercare fuori delle conferme e tentare di diventare ciò che non sono. Abbiamo deciso di creare questa collezione perché vogliamo che i nostri figli sappiano che sono belli così come sono. Ci assicuriamo che la struttura e la forma dei capelli sia il più realistica possibile. Speriamo che i capelli della bambola insegnino ai nostri figli come prendersi cura dei loro capelli naturali, ad amarli e ad amare anche la pelle che indossano.

Queste bambole sono disponibili in diverse versioni che rispecchiano in tutto e per tutto le caratteristiche somatiche delle persone di origine africana e caraibica. La prima è stata ribattezzata “Nobuhle”, che significa, sempre in lingua Zulu, “rappresentativa della bellezza”: la caratteristica principale di questa bambola sono, ovviamente, i capelli. Questi consistono in una folta capigliatura riccia che i bambini possono lavare, acconciare e curare proprio come se fossero loro. Sono totalmente differenti dai capelli delle bambole presenti sul mercato fino ad ora.

L’ intera collezione di bamboline è stata realizzata con la collaborazione di due giovani stiliste del Sud Africa. Sono presenti, inoltre, tantissimi accessori e vestitini, anch’essi conformi alla tradizione afro.

Un progetto importante che veicola un messaggio di inclusione e accettazione dei diversi tipi di bellezza e che aiuta le bambine, attraverso uno strumento semplice come un giocattolo, a imparare ad amare il proprio corpo.

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