Marketing di influenza: cosa c’è dietro le quinte?

Con l’avvento di Internet e, ancor più, dei nuovi mezzi di comunicazione di massa (Facebook e Instagram su tutti), una nuova cultura dell’immagine ha plasmato la nostra società. Siamo continuamente connessi, bombardati da ininterrotti stimoli visivi, e i social media sono arrivati a svolgere un ruolo primario nel mantenimento delle nostre relazioni sociali. Il numero di follower che possediamo, di like che riceviamo, di amici che ci seguono, stabiliscono oggigiorno il nostro status sociale e influiscono fortemente sul ritorno economico che una persona, o una compagnia, ne può avere. L’immagine, in tutto ciò, occupa quindi un posto di primaria importanza.

La miglior versione di noi stessi nei social

Chiara Ferragni

Non si tratta più di una tendenza, ma di una realtà sociale ormai affermata. Impieghiamo ore a selezionare la perfetta immagine di profilo per Facebook e proviamo decine di filtri diversi prima di postare una foto su Instagram. Attraverso i social mostriamo chi siamo, o meglio, chi vorremmo essere. Insomma, presentiamo al mondo il lato migliore di noi stessi: gli attimi più emozionanti della nostra vita, i libri più entusiasmanti che leggiamo, il cibo succulento che mangiamo, perfino la musica che ascoltiamo.

Gli influencer e il marketing di influenza

C’è chi si oppone nettamente a questa realtà, additandola come nociva, e c’è chi invece ha saputo cavalcare l’onda di questo nuovo fenomeno, raggiungendo il successo. Oggi quello dell’influencer è un lavoro, e il marketing di influenza può essere considerato una vera e propria industria, che, nel 2018, ha fatturato più di un miliardo di dollari. Ma cosa si intende per marketing di influenza? Un tipo di marketing in cui il focus non è su un preciso mercato di riferimento, quanto su persone influenti: gli influencer.

Secondo stime recenti, un post su Instagram sponsorizzato da Huda Kattan, beauty-blogger di fama mondiale e fondatrice della linea di cosmetici Huda Beauty, avrebbe un costo di diciottomila dollari. Al secondo posto troviamo un uomo, Cameron Dallas: ambasciatore di D&G, dispone di 21 milioni di follower. Il prezzo per una sua sponsorizzazione? 17 mila dollari per post. In Italia il podio se lo aggiudica senza ombra di dubbio Chiara Ferragni, 16 milioni di follower, fondatrice di The Blond Salad. La Ferragni, sesta nella classifica mondiale, ha un cachet di 12 mila di dollari.

Ma i nuovi media non hanno spalancato le porte del successo solo a questi colossi: è la generazione dei Millennials, oltre a quella dei nativi digitali, quella che più rapidamente si è appropriata dei nuovi mezzi di comunicazione.  Così, sui social sono fiorite centinaia di pagine di ragazzi che, grazie al web, sono riusciti a promuovere la loro immagine o il loro talento, divenendo piccoli influencer.

Elisa Maino

Le pagine di questo tipo sono tantissime, diversissime tra loro. C’è chi, come Elisa Maino (16 anni e un milione e mezzo di follower) e Ambra Cotti (15 anni ma gira video da quando ne aveva dieci, quattrocentomila follower) è nato grazie a social giovanissimi, quali Tik Tok. Altri, come Nina Rima, 91 mila follower e una protesi alla gamba sinistra, promuovono nuovi standard di bellezza e l’accettazione del proprio corpo. Se diamo uno sguardo oltreoceano, troviamo ancora più ragazzi che hanno costruito la propria professione grazie ai social network. Basti pensare a youtuber come Liza Koshy, 17.8 milioni di follower e uno shop online in cui vende i propri prodotti; o Adelaine Morin, youtuber canadese con più di 2 milioni e mezzo di iscritti, che ha donato parte del ricavato della vendita dei propri gadget alla ricerca contro il cancro al seno.

Ma come lavora un influencer?

L’immagine, già lo abbiamo detto, svolge un ruolo fondamentale nella vita di un influencer. Bisogna sapersi presentare, sapersi “vendere” ai social e al  pubblico. Altrettanto importante è la costante relazione con i propri follower, con i propri fan: l’influencer risponde a domande su Instagram, firma autografi, gira stories rivolgendosi direttamente ai propri seguaci e risponde ai loro commenti. L’influencer, insomma, non è solo un modello cui aspirare, deve essere anche vicino ai propri fan. Proprio questa è la funzione dei social media: annullare le distanze. Noi vogliamo vivere la vita dei nostri idoli, assistervi in prima persona attraverso uno schermo.

Questo è il volto che l’influencer mostra al mondo. Alle sue spalle, però, sta un vero e proprio lavoro di marketing, basato su servizi concreti. La maggior parte di questi nuovi VIP affermati è infatti sostenuta da social manager competenti, con il compito di restare aggiornati sulle ultime tendenze, di gestire i profili social e visualizzare statistiche per comprendere quali post riscuotano più successo.

Inoltre, è sempre più frequente il caso in cui nascano brand associati all’immagine dell’influencer, da lui ideati o sponsorizzati. Così, questi nuovi VIP offrono ai propri follower una vasta gamma di prodotti di facile accesso (basta un click per appropriarsene), e diffondono ulteriormente la propria immagine. Chi non comprerebbe una maglietta con il marchio del proprio idolo? Chi non userebbe la linea di trucchi ideata dal proprio modello di vita?

Strumenti del mestiere

Negli ultimi anni molti influencer, in particolar modo youtuber, hanno cercato di vendere e monetizzare la propria immagine anche attraverso le proprie linee di merchandise, gadget creati dall’influencer stesso o che rimandano ad un carattere della sua personalità. Per questa ragione una modalità di cui tutti i nuovi influencer hanno sicuramente bisogno, a prescindere dall’immagine che trasmettono e dall’attività che svolgono, è l’e-commerce, ossia la possibilità di acquisto o di vendita di prodotti tramite il mezzo informatico. Particolarmente comodo, intuitivo e popolare è WooCommerce, un plugin per WordPress. Commercianti e imprese online di piccole e grandi dimensioni lo utilizzano per la sua immediatezza e il discorso può essere esteso anche ai piccoli e medi influencer, che possono così facilmente vendere i propri prodotti. WooCommerce è facile ed intuitivo, permette di gestire liberamente la propria attività senza dover imparare nozioni informatiche complesse ed è alla portata di tutti.

Nonostante la facilità di utilizzo del plugin, esistono servizi online che permettono di organizzare e gestire il proprio business in maniera ancora più intuitiva. Il servizio Packlink PRO ad esempio permette di gestire spedizione e logistica integrandosi perfettamente con WooCommerce. L’integrazione WooCommerce con Packlink PRO aiuta a rendere più efficaci le spedizioni, offrendo una scelta ampia di servizi di trasporto – nazionali ed internazionali – riducendo i tempi di attesa di spedizioni e consegne. Con Packlink PRO inoltre, non ci sono quote di registrazione e non bisogna stipulare alcun contratto: si paga unicamente ciò che si spedisce, una soluzione che permette ai piccoli professionisti di ridurre le spese fisse al minimo.

Riuscire ad autogestire un’attività online diventa, con strumenti quali Packlink PRO, un gioco da ragazzi – sia per gli influencer che per le piccole imprese. È un modo estremamente semplice per riuscire a gestire e a guadagnare su quella immagine social che con tanta fatica viene curata dai giovani d’oggi, in particolar modo dai Millennials e ancora di più dalla Generazione Z. Le foto su Instagram a cui lasciamo un cuoricino, le dirette cui assistiamo assiduamente, le stories che seguiamo, non sono infatti altro che il volto esterno di un complesso sistema di marketing sottostante. Con i nuovi social nascono carriere, ma anche una serie di servizi ad esse associati. L’aspetto migliore? Tutti possiamo accedervi, tutti possono imparare ad utilizzare questi nuovi strumenti, così intuitivi. Tutti potremmo essere, a ben vedere, dei piccoli influencer.


FONTI:

In collaborazione con Packlink Pro

it.wikipedia.org

www.donnamoderna.com

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