Solidarietà: insegnarla attraverso la narrativa per ragazzi

Spesso ci si ritrova a parlare dei bei valori dei tempi andati, quelli che ormai sembrano essere perduti e non più recuperabili. Perché, si sa, il passato è sempre meglio del presente, convinzione che sembra accompagnare costantemente la vita dell’uomo in ogni epoca. Ma ci sono dei valori che in questi tempi difficili, come forse li definirebbe Dickens, sembrano riaffermarsi come pilastri portanti di questa nostra società. Tra questi uno dei più importanti è la solidarietà.

Parlare di solidarietà al giorno d’oggi, con l’odio verso il prossimo che dilaga e con ogni scusa che viene ritenuta buona per trovare qualcosa di sbagliato nell’altro, sembra quasi utopistico. Assistiamo infatti sempre più spesso, anche in Italia, a episodi di violenza ed emarginazione che mostrano un venire meno del senso di umana vicinanza tra persone. Invece no, la solidarietà è un valore che resiste e si rafforza, talvolta forse un po’ di nicchia. Proprio per questo motivo è necessario coltivarla sin dalla più giovane età e la letteratura, in questo caso come in molti altri, offre degli ottimi strumenti per crescere dei futuri adulti responsabili e soprattutto solidali.

Quando si parla di solidarietà si intende un impegno a favore degli altri, un atteggiamento di comprensione ed empatia che si manifesta in uno sforzo gratuito che porta verso l’altro, bisognoso d’aiuto. Questa definizione rende facilmente comprensibile perché il valore della solidarietà sia essenziale ai fini della coesione sociale: fa in modo che si tenda una rete tra gli uomini. E la letteratura, proprio perché si occupa degli esseri umani e dei legami che si instaurano tra loro, è il mezzo pedagogico ideale da impiegare ai fini della trasmissione della solidarietà come valore chiave. Sono molti i classici della letteratura per ragazzi che si concentrano su questo particolare aspetto, come Il piccolo principe, Il canto di Natale, Robin Hood e molti altri… Molte sono però anche le opere contemporanee che se ne occupano.

Merita sicuramente una menzione d’onore la saga di Harry Potter. A J. K. Rowling viene attribuito indubbiamente non solo il merito di aver creato un’opera di narrativa basata su un mondo completamente immaginario, che funziona con delle regole proprie ma anche, e soprattutto, quello di aver guidato nel difficile processo di crescita intere generazioni. Infatti, oltre all’avvincente storia di Harry e dei suoi amici Ron e Hermione, la saga della Rowling contiene degli importanti insegnamenti.

Troviamo intessuta nelle avventure del maghetto una storia di diversità, unione, accettazione di ciò che è diverso e solidarietà nei confronti di coloro che all’interno della società sono emarginati e oppressi. Nell’avvincente storia si delinea un’epopea magica, ricca di colpi di scena, che vede le forze del bene scontrarsi con quelle del male. Alla fine però, nonostante tutto, si assiste alla vittoria della libertà contro quelli che invece, come Lord Voldemort, vogliono instaurare un regime tirannico e di assoluto controllo sugli altri.

La presenza di importanti insegnamenti all’interno dei romanzi sembrerebbe, inoltre, ulteriormente testimoniata da studi come quelli guidati da Loris Vezzali nel 2014. Con il suo progetto La più grande magia di Harry Potter, sviluppato presso l’Università di Modena e Reggio, ha raccolto dati che lo hanno portato a interessanti conclusioni: i lettori della saga in confronto a coloro che invece non l’hanno mai letta sarebbero più sensibili alle cause che riguardano gli elementi della società considerati ai margini o in posizione di svantaggio rispetto agli altri, come immigrati, omosessuali e rifugiati.

Un altro romanzo che solitamente viene assegnato tra le letture scolastiche è Io non ho paura, di Niccolò Ammaniti. Anche il romanzo di Ammaniti porta un grande esempio di umanità e solidarietà sviluppato in modo particolarmente incisivo. La storia narra dell’amicizia tra due bambini, Michele e Filippo, che si trovano in condizioni opposte: il primo è il minore dei figli di un’umile famiglia pugliese, il secondo, invece, è rampollo di una ricca famiglia settentrionale ed è prigioniero in un pozzo delle campagne pugliesi, rapito dal padre e dagli zii di Michele per poterne chiedere un riscatto.

Sebbene i due bambini appartengano a mondi diametralmente opposti, sono uniti da un profondo legame di amicizia, anche se questo per Michele significa tradire la famiglia. L’importante messaggio trasmesso dal libro è proprio questo: l’invito alla solidarietà, a scegliere la cosa giusta anche quando questa non coincide con la scelta più semplice, andare anche contro gli altri, se necessario, e ascoltare la propria coscienza, perché aiutare l’altro non può mai essere un errore.

Questi e molti altri romanzi che rientrano nella narrativa per ragazzi insegnano un valore che è necessario trasmettere a partire dalla tenera età. Un mondo senza solidarietà non può esistere, senza di essa verrebbe a mancare la base dei rapporti umani. E di questo la letteratura, che sin dall’inizio dei tempi si occupa proprio di tutto ciò che lega gli uomini, è pienamente consapevole. L’impegno degli scrittori del passato e soprattutto di quelli contemporanei per costruire un mondo più giusto e solidale è oggi più forte che mai.

 


 

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