L’edizione 2019 di ISSN e Sport Nutritional International Conference si è svolta a Roma Fiumicino presso l’Hilton Hotel tra venerdì 29 novembre e domenica 1 dicembre. A intervenire sono stati tra i più grandi esperti del campo sportivo e nutrizionale del panorama internazionale.
La conferenza è stata sviluppata in vari interventi, tutti della durata di mezz’ora circa, prevalentemente in lingua inglese, tradotti simultaneamente, così che i partecipanti potessero seguirli indossando delle pratiche cuffie.
La relazione del professor Sardinha
Una relazione chiara e precisa è stata quella del professor Luis Sardinha sulla composizione corporea. In particolare, il professore ha parlato della massa muscolare e della sua funzione sia nel caso dell’atleta che nel caso specifico del paziente sarcopenico.
Che cos’è la sarcopenia?
Si tratta di qualcosa che, prima o poi, riguarderà ciascuno di noi. La sarcopenia, infatti, è la progressiva perdita della massa e della forza muscolare, dovuta all’invecchiamento. Processo, appunto, inevitabile, che inizia ad avvenire fra i 40 e i 50 anni. La parte più importante della presentazione è riservata ai modelli predittivi. Spesso però, come è ovvio, i modelli predittivi possono sbagliare, e il loro margine di errore può essere significativo.
L’esempio che apporta in relatore è il seguente. Una previsione diffusa è quella secondo cui la massa Magra sia composta per il 73.2% di acqua. Tuttavia questo è vero solo per alcuni soggetti, e non per tutti (ad esempio non è vero nei soggetti in crescita e in chi ha particolare massa muscolare). Quando parliamo di massa magra e molle, infatti, dobbiamo tenere in considerazione vari elementi.
Il professore parla della DEXA. La densiotometria DEXA è un esame radiologico utilizzato per misurare la densità ossea e la composizione corporea. Consiste nell’esporre una parte specifica del corpo ad una piccola dose di radiazioni. Se si sottopone ad esame l’intero corpo, può analizzare la body composition dei pazienti. La massa magra viene alterata attraverso attività fisica o digiuno, ma anche attraverso l’idratazione. Ogni grammo di glicogeno viene immagazzinato con circa 3 grammi di acqua, anche se degli studi più recenti suggeriscono una relazione di 4:1. La conclusione è che bisogna avere un protocollo standard non solo relativo all’attività fisica ma anche all’assunzione di liquidi e carboidrati, prima della misurazione DEXA, se vogliamo essere certi che questa sia accurata.
Per quanto riguarda il caso specifico del paziente sarcopenico, il professore racconta gli studi condotti su pazienti over 50, i quali sono stati valutati e hanno ottenuto risultati piuttosto positivi. Si è osservato che la funzione muscolare è molto più importante per l’indipendenza fisica di un adulto di una certa età rispetto alla massa muscolare (anche se entrambi i fattori sono importanti).
Il relatore confessa di stare aspettando che si trovi un modello predittivo in cui il margine di errore sia inferiore al 2 o 3%. Bisogna lasciare spazio al ruolo delle variabili, che sono fondamentali.
Il professore porta poi un esempio studiato da lui stesso. Si tratta del caso osservato, tenendo in considerazione un marcatore (non uno strumento diagnostico), e lavorando sulla resistenza. In questi campioni, considerando un periodo di 12 settimane, si era osservato il cambiamento dell’angolo di fase, il quale era aumentato del 3.4%. L’angolo di fase indica il rapporto tra volumi intra ed extra cellulari, ed è dunque un buon indicatore dello stato fisico e dell’integrità cellulare. In seguito è stato chiesto agli stessi campioni di smettere di allenarsi per 12 settimane, e la variabile dell’angolo di fase è diminuita di 7.6%.
Si è poi chiesto di riprendere ad allenarsi e si è visto che nella maggior parte dei campioni avveniva che l’angolo di fase aumentava di nuovo. Questo dimostra che noi possiamo valutare la qualità del nostro intervento anche se non sappiamo ancora esattamente cosa accade all’interno delle membrane cellulari. A volte abbiamo strumenti semplici nella pratica medica che non dipendono dai modelli predittivi (i quali dipendono dalla previsione del metodo e da altri fattori, che a loro volta sono in relazione con elementi biologici).
Il messaggio da portare a casa è che i metodi di misurazione diretta sono talvolta ancora molto deboli. BIA e DEXA possono essere utili per valutare le componenti sulla base di modelli controllati. Questi protocolli devono essere estremamente precisi. Si può predire la massa muscolare, ma se usiamo Dexa non misuriamo il muscolo, ma la massa magra molle.
“A volte è meglio lasciare le cose come stanno e occuparsi della precisione. È più saggio. Ci preoccupiamo sempre delle cose complicate, ma quando compriamo uno strumento dobbiamo chiederci: quanto è preciso questo strumento?”
conclude Sardinha.
Quando si valuta un paziente oggi, e poi domani, o la settimana dopo, se lo strumento non è preciso non ci permette di valutare in modo corretto. È importante verificare l’efficacia del nostro intervento.
Dopo il professor Sardinha, prende la parola la professoressa Analiza Silva. La professoressa si allaccia al discorso di Sardinha dicendo che bisogna distinguere la precisione (cioè la variabilità delle misurazioni ripetute, ossia: il metodo che usiamo deve essere riprodotto in diverse misurazioni) e accuratezza o validità (quanto si discostano le misurazioni avvenute con due metodi diversi).
Per valutare la precisione e l’accuratezza o validità è necessario avere un approccio statistico.
Per capire la validità di un macchinario di misurazione occorre notare quanto distanti siano i valori misurati rispetto agli standard di riferimento.
Cosa fare per stimare i componenti corporei regionali nello sport?
Questi, infatti, sono importanti per valutare le asimmetrie volumetriche negli arti, nel caso di infortuni o per capire quali sono le modifiche che si verificano dopo una riabilitazione.
I componenti corporei da analizzare sono 5: livello atomico (idrogeno, carbonio, ossigeno), livello molecolare (proteine, lipidi, acqua), livello cellulare, tessuti e corpo intero (altezza, densità corporea…).
Tutte queste misurazioni avvengono in questo ultimo livello.
L’analisi dei tessuti deve essere il riferimento per le alternative che abbiamo. I metodi di riferimento a cui fare testa sono la risonanza magnetica e la TAC, molto diversi ma entrambi molto utili. La tac differenzia i tessuti in base alla densità e attenuazione dei raggi x. Entrambi i metodi sono molto precisi ma molto costosi: non possono essere utilizzati spesso, ma possono essere riferimento per tutte le alternative che andremo ad analizzare. La prima alternativa è proprio la misurazione regionale con DEXA, di cui parlava Sardinha.
Proprio perché DEXA sfrutta due tipi di raggi x a due diversi livelli di intensità, e può fare una valutazione totale, ma anche di interesse, c’è da chiedersi quanto siano valide le sue stime. Secondo uno studio degli anni Novanta, che confrontava la DEXA e la TAC, si vedeva una buona correlazione e un margine di errore abbastanza basso. Per quanto riguarda la previsione, misurata sempre nelle varie regioni (mano, avambraccio, coscia, polpaccio e piede) si vede un piccolo errore di misurazione del grasso, e anche della massa magra.
Quali altre tecnologie possiamo usare?
Una è sicuramente l’ecografia. Ma quanto è affidabile la stima con l’ecografia per valutare diversi depositi di grasso sottocutaneo? L’ecografia dipende dal livello di esperienza del tecnico che la realizza: secondo uno studio, i misuratori con più esperienza, rispetto ai nuovi, usavano lo stesso metodo, ma chi aveva più esperienza otteneva una previsione maggiore, che però diminuisce anche di tre volte quando chi misura non ha esperienza.
In conclusione: pochi studi hanno valutato le tecniche alternative utilizzando come confronto i metodi di TAC e risonanza, ed è un campo in via di sviluppo e perfezionamento.
ISSN e Sport Nutritional International Conference, Roma Fiumicino, dicembre 2019.