Como, vestita a festa, accoglie la Città dei Balocchi

Ormai giunta alla sua ventiseiesima edizione, la Città dei Balocchi a Como torna a far sognare grandi e piccini. Infatti, se fino a qualche anno fa era un evento dedicato principalmente ai bambini, ora non si può non constatare come il suo potere magico abbia travolto anche le vecchie generazioni.

Oltre agli ormai conosciuti mercatini, alla grande pista di pattinaggio in piazza Cavour e alla ruota panoramica in riva al lago, la sua principale prerogativa ed attrazione, che fino al 6 gennaio incanterà milioni di visitatori, sono le luci. Il Magic Light Festival, infatti, trasforma la città in una galleria all’aperto. L’intero centro storico – insieme ai suoi più importanti monumenti e alle case signorili – è interamente “tappezzato” di proiezioni coloratissime.

Città dei Balocchi – Como

Come tutti gli anni, anche il 2019 ha un suo specifico tema: “Amiamo il nostro pianeta!”. Non poteva essere altrimenti. Un espediente, questo, per non far mai perdere di vista l’obiettivo, anche in un momento di festa e spensieratezza come quello del Natale.

Il vasto uso di tecnologia led a bassissimo consumo, oltre che l’avvio di numerosi laboratori didattici dediti al dilemma “ambiente”, non fa altro che incrementare la consapevolezza e la conoscenza di tutti.

Passeggiando tra le innumerevoli stradine di Como, si avrà come l’impressione di trovarsi dentro ad una realtà tanto magica e tradizionale quanto assolutamente rivoluzionaria. “Innovazione” è, infatti, la parola giusta per tratteggiare la particolarità di questa manifestazione.

In un mondo come il nostro, saturo di continue novità in campo tecnologico, molto spesso si cade ancora nel banale. Un po’ perché si pensa ormai di aver visto di tutto, e un po’ perché, probabilmente, gli enti non vogliono impegnarsi abbastanza per dar vita ad un qualcosa di mai visto.

L’ideale, alternativamente, sarebbe proprio quello di servirsi a pieno di queste fortune di cui siamo ricolmi e sfruttarle a tutto tondo per dare origine a qualche cosa di sorprendente ed entusiasmante.

In questo senso, Como, insieme al suo famoso lago – grazie soprattutto all’organizzazione di questo evento – ha fatto bingo. In primis perché ha toccato un concetto innovativo, e poi perché ha pensato alla propria fortuna, e di conseguenza al proprio beneficio e tornaconto.
Dalla prima edizione, risalente ormai a ventisei anni fa, la città che fa capo al Lario si è enormemente arricchita. Complici anche le numerose iniziative artistiche e culturali che, ad ogni stagione, costellano il calendario annuale. La Città dei Balocchi è un di più, sebbene, senza dubbio, faccia la differenza.

Una novità dell’edizione di quest’anno riguarda l’illuminazione di Torre Pantera. Reduce di nove anni di restauro, a causa di un improvviso scoperchiamento del tetto, durante lo scorso novembre è finalmente tornata alla luce. Il palazzo quattrocentesco, in via Pretorio, apparteneva alla storica famiglia dalla quale prende il suo nome.

 L’edificio è stato consolidato. L’interno però è vuoto, la struttura non è finita. Certo la città adesso può immaginare una nuova destinazione. Magari culturale, degli spazi espositivi in un luogo che appartiene alla Como medioevale a metà strada tra la Como romana e la Como razionalista.

Afferma Vincenzo Bella, l’assessore ai lavori pubblici della città.

Torre Pantera – Como

Il progetto è realizzato in collaborazione con Space Cannon, nota azienda italiana che ha rivoluzionato la tecnologia a livello mondiale occupandosi principalmente di istallazioni luminose e iridescenti.

Ancora una volta, l’innovazione si scontra e, allo stesso tempo, si intreccia armoniosamente e concretamente con il tempo passato. La luce proiettata sull’antico edificio, che cambia continuamente il suo colore, mette in pieno risalto i suoi particolari, sia architettonici che fisici. Un procedimento grazie al quale i passanti – turisti o meno che siano – possono apprezzare anche il più antico e ordinario tra i palazzi.

Molte volte la difficoltà è connaturata proprio a questo. Esaltare e valorizzare ciò che per noi è quotidiano è un’impresa tra le più complesse. Ciò che siamo abituati a vedere giornalmente – e sempre con una sola ed unica veste – non è percepibile come qualcosa di rinnovabile. Proprio perché il nostro interesse si sofferma su ciò che quella determinata realtà è sempre stata.

D’altra parte, invece, quando questa elementarità si riesce a trasformare in un palazzo dai mille colori e dalle più svariate forme e gradazioni allora si ha vinto. Perché, a quel punto, la banalità non ne fa più parte e, anzi, abbraccia lo stupore e la meraviglia.

La città di Como, negli ultimi anni, ha puntato tutto sul rinnovamento, e così facendo si è guadagnata un bel po’ di punti e con questi numerosi visitatori provenienti da tutte le parti del mondo.

La Città dei Balocchi è tra le più importanti peculiarità di questa continua crescita, culturale e sociale. E così come miliardi di lucine vengono emesse sulle facciate di ogni opera architettonica, così – si spera – in futuro ci saranno continue proiezioni verso il cambiamento.
Le premesse per attuare tutto ciò sono più che ottime.

 

 


 

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