Beverly Hills reboot BH90210

Il ritorno intelligente di “Beverly Hills 90210”

Sarà che il passato ha un fascino tutto suo e sembra spesso più rassicurante del presente. Sarà che i contenuti dei servizi streaming sono di un’abbondanza quasi sfiancante, e talvolta si rinuncia a cercare il nuovo per rifugiarsi in qualche grande cult già visto. Ma il decennio televisivo da poco concluso è stato pervaso tanto da una fame continua di novità, quanto da un senso di nostalgia crescente. Cosicché per ogni carico di contenuti sempre nuovi e originali, si è sentito il puntuale bisogno di riportare in vita qualche vecchio successo.

In questo bizzarro camminare in avanti con il naso rivolto all’indietro, un passo degno di attenzione è stato il ritorno di Beverly Hills 90210. E non solo per l’importanza della serie, ma soprattutto per la gestione insolita e intelligente della sua ricomparsa in tv.

Quando Beverly Hills 90210 esordì sul network statunitense Fox era il 1990 e fu una novità unica nel suo genere. Prima di allora la rappresentazione televisiva degli adolescenti rientrava in contesti narrativi ampi, perlopiù racconti familiari. Da quel momento i teenager ebbero una serie tv scritta per loro, con un gruppo ben assortito di protagonisti coetanei in cui potersi rispecchiare.

Beverly Hills 90210 reboot BH90210

Beverly Hills fu insomma il primo teen drama moderno. E benché il cast fosse piuttosto adulto per poter essere credibile, a creare identificazione con i giovani spettatori fu l’attualità delle tematiche sociali trattate. Nel loro percorso di crescita, scandito dalla stessa routine quotidiana e dalle stesse ricorrenze della vita reale, i suoi personaggi affrontarono paure e problemi legati all’abuso di droga e alcol, disturbi alimentari, AIDS, razzismo, sessualità e omosessualità. In dieci anni e altrettante stagioni, Beverly Hills divenne il primo corrispettivo televisivo di un classico romanzo di formazione. Molti millennials crebbero con i suoi quasi trecento episodi e molti altri seguendone la mole massiccia di repliche. Ma anche le generazioni successive ne hanno in qualche modo subito l’influenza: in tutte le declinazioni seguenti del teen drama c’è un po’ di Beverly Hills. Anche nelle più recenti e disinibite, come Baby o Euphoria.

Sia per il genere sia per il lungo corso della serie, riportare in tv Beverly Hills non era cosa facile. Come si può rianimare una serie per adolescenti a quasi vent’anni dall’ultima puntata, quando i suoi protagonisti sfiorano la mezza età e tutte le trame sono state più che consumate?

Eppure, per il suo ritorno sui teleschermi, Beverly Hills ha trovato il modo di riuscirci, con una formula singolare e piuttosto difficile da definire. La ritrovata Beverly Hills si chiama BH90210 e da soap opera drammatica si è alleggerita a tragicommedia. Ma soprattutto, non rientra nei canoni tipici delle riesumazioni di vecchie serie tv. Non si tratta infatti di un semplice revival, perché gli interpreti sono gli stessi ma non i personaggi. E non si tratta nemmeno di un reboot, perché a cambiare è anche l’intera cornice della storia.

BH90210 si presenta come narrazione della vita degli interpreti di Beverly Hills una volta conclusa la serie. Ed è anche una serie tv dentro una serie tv: proprio come accaduto nella realtà, le sue puntate vedono l’intero cast originale riunirsi dopo diciannove anni per girare un reboot della serie, un po’ per nostalgia e un po’ per riabilitare le proprie carriere bruciate dal successo troppo precoce. A ciascun interprete viene così restituita la sua identità reale, con percorsi di vita più o meno romanzati in base alle esigenze della narrazione, ma tutti segnati da diverse crisi personali.

Qualche protagonista somiglia assai a se stesso: smessi i panni della genuina Donna, Tori Spelling è diventata davvero un’assidua del reality con molti figli e poche finanze, mentre Brian Austin Green, il maldestro David, è ormai un padre a tempo pieno con una moglie dalla notorietà molto ingombrante (nella serie una popstar, nel reale l’attrice Megan Fox). Qualcun altro oscilla invece tra finzione e realtà: Jason Priestley, l’ex ragazzo esemplare Brandon, è ora un regista con qualche problema matrimoniale e di irascibilità; Jennie Garth colleziona mariti e fatica ad abbandonare il personaggio della popolare Kelly; Ian Ziering, all’epoca l’agiato Steve, si è reinventato imprenditore e vende consigli di fitness. La storia di Gabrielle Carteris, cinquantenne maritata che inizia ad avere qualche dubbio sul proprio orientamento sessuale, sembra poi esaudire le fantasie dei molti fan che negli anni Novanta videro nella secchiona Andrea la possibile quota lesbica del racconto.

Un’aura particolare avvolge infine Shannen Doherty, che del ruolo di Brenda si disfece dopo poche stagioni e qui conserva la figura spesso tratteggiata dai media. Vale a dire, un’attrice volubile e di discreta fama, ora dedita all’attivismo e inizialmente restia a unirsi al gruppo, come si vocifera sia successo davvero. Doherty avrebbe infatti cambiato idea soltanto per rendere omaggio a Luke Perry, che interpretava l’inquieto Dylan, morto poco prima dell’inizio delle riprese.

Beverly Hills 90210 reboot BH90210

Nell’affrontare paure e complicazioni esistenziali, BH90210 riprende un po’ lo stesso intento della serie originale. Solo, a causarle sono ora altri passaggi di vita rapportati all’età dei protagonisti e degli spettatori cresciuti insieme a loro. Ben consapevole di aver ormai già esaurito il proprio corso, la serie ha scelto di non prendersi troppo sul serio.

Le sole sei puntate andate in onda la scorsa estate (a cui Fox ha già fatto sapere che non ne seguiranno altre) sono una piccola vacanza in una Beverly Hills molto più spassosa e meno pedagogica di prima. Guardarle è un’esperienza sfiziosa, leggera e soprattutto surreale. Infatti i piani del vecchio e del nuovo racconto si sovrappongono con facilità, senza troppo badare alla logica (la tavola calda Peach Pit esiste anche qui, per esempio).

Tuttavia, se BH90210 può considerarsi un esperimento piuttosto riuscito e unico nel suo genere tanto quanto lo fu trent’anni fa, il merito è soprattutto dell’autoironia. Non capita di frequente che il cast di una serie tv molto famosa si metta così tanto in gioco. E l’onestà con cui i suoi protagonisti non fingono che il tempo si sia fermato, ammettendo con coraggio la paura del declino, è disarmante e lascia poco spazio alle critiche. Nel primo episodio, Tori Spelling si stupisce con qualche imbarazzo che i suoi figli la stiano guardando in una delle primissime puntate di Beverly Hills. «Non preoccuparti» la rassicura il marito «si annoieranno presto».


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