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Album flop: quando anche le rockstar sbagliano

Mentre si destreggiano sul palco di grandi palazzetti e stadi, le rockstar ci appaiono invincibili. Ammirati e applauditi in tutto il mondo, gli artisti più importanti della storia della musica non mostrano incertezze e punti deboli. Sembra che nulla possa scalfirli, che niente possa intaccare la loro aura di talento e perfezione. Invece, può capitare che nel corso della loro carriera qualcosa vada storto. Un disco, frutto di mesi o anni di lavoro, al posto di entrare in vetta alle classifiche, viene criticato e osteggiato nelle trasmissioni radio. Un album flop può essere un grande insegnamento. I cantanti, prima avvicinati a semidei, rivelano la loro umanità quando conoscono il fallimento.

La sperimentazione fallita di Their Satanic Majesties Request dei Rolling Stones

Oggi si tende a pensare che più un artista o una band si prodighi per la ricerca e sperimentazione musicali, più successo otterrà il disco. Nulla di più falso: nella storia della musica esistono vicende che dimostrano esattamente il contrario. L’esempio più importante in questo senso è quello dei Rolling Stones con Their Satanic Majesties Request. Siamo nel 1967. La band inglese di Jagger & Co. è famosa in Inghilterra e non solo, ma non per questo può permettersi un passo falso. Spinti dalle atmosfere e dai sound psichedelici della fine degli anni Sessanta, gli Stones decidono di inserirli nel loro nuovo album. Tuttavia, non sembravano sufficienti. Così, decisero di mischiare al classic e psychedelic rock, ritmi completamente estranei alla musica occidentale, simili a quelli dei canti tribali africani.

Their Satanic Majesties Request non fu solo un flop dal punto di vista commerciale, ma si può ritenere anche un fallimento artistico. Se a tutto ciò aggiungiamo che l’album uscì poco dopo Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, allora si spiega ancor di più la messa in ombra del gruppo durante la promozione del disco. Infatti, Sgt. Pepper ebbe un successo talmente travolgente che spostò l’attenzione di esperti e appassionati di musica per diversi mesi solo sui Beatles. Fortunatamente, nel 1968, i Rolling Stones pubblicarono Beggars Banquet, ritornando a occupare un posto di prim’ordine sull’Olimpo musicale.

Lou Reed, Metal Machine Music e la genialità non compresa

Perché un album sia un flop, non deve per forza contenere canzoni e melodie di scarso valore. Nel 1975 fu pubblicato Metal Machine Music, a oggi ritenuto il più grande fallimento della carriera di Lou Reed. Il disco si configurava come una risposta in musica alle mode degli anni Settanta. Metal Machine Music è un insieme di distorsioni, rumori, sbavature chitarristiche. Per alcuni raggiunge il titolo non tanto apprezzabile di cacofonia. Non ci sono melodie. Reed ha eliminato qualsiasi traccia della canzone classica. Le chitarre sono accordate in maniera inedita il che rende il suono spesso “fastidioso” all’ascolto. Inoltre, in certi punti l’artista le ha semplicemente lasciate appoggiate agli amplificatori, in modo tale che le note si diffondessero senza il ben che minimo controllo.

Per molto tempo, Metal Machine Music è stato ritenuto solo come una provocazione e vendetta di Lou Reed verso la sua casa discografica. Tuttavia, c’è anche chi ha subito compreso l’innovazione senza pari del disco, giudicandolo un’opera geniale. Il critico Lester Bangs nel 1976 lo ritenne il miglior album mai fatto dalla storia dell’orecchio umano.

Hot Space dei Queen: niente dance per le rock star

Spesso si crede erroneamente che Hot Space sia stato il primo tentativo d’innovazione da parte dei Queen e che, per questo, si sia dimostrato un album flop. Non è così. La carriera della band di Sua Maestà durante gli anni Settanta era già stata caratterizzata da cambi di stile e di suoni. The Game, il disco uscito nel 1980, rappresenta tutto ciò. Affinità con i lavori della decade precedente? Quasi nessuna. Another One Bites The Dust sembra una canzone di una band nera, non residente nei lussuosi quartieri di Kensigton. Crazy Little Thing Called Love suona come un brano di Elvis svecchiata di un trentennio. Perciò l’idea di Freddie Mercury di voler darsi alla musica dance in voga nei primi Ottanta non era del tutto sbagliata. Forse sperava che il suo seguito di appassionati l’avrebbe seguito anche in questa sfida.

Invece, Hot Space è l’esempio che una rock band possa fare della musica dance decente, forse anche buona. Tuttavia, a rovinare tutto è il pubblico che non vuole vedere i colossi del rock darsi ai synth più estremi e all’elettronica. In ogni caso, non tutti ritengono Hot Space un album flop e dunque un fallimento, ma sicuramente rappresenta un disco controverso e spesso omesso dalla storia discografica dei Queen.

Credo che pubblicare quell’album fu sostanzialmente un errore di valutazione: ai tempi il termine disco music era considerato una sorta tabù per dei musicisti rock. Ci crocifiggemmo da soli. (Roger Taylor)

L’accoppiata perdente di Springsteen: Lucky Town e Human Touch

Il Boss ci ha insegnato molte lezioni nel corso della sua carriera. Purtroppo, una di queste è che si possano pubblicare due album flop nell’arco di un anno. Si tratta di Lucky Town e Human Touch, usciti nel 1992. Sarà stata forse l’assenza della E Street Band oppure una voglia irreprensibile di sondare nuovi stili musicali, fatto sta che del Bruce Springsteen conosciuto c’erano ben poche tracce.

Lucky Town presenta suoni scarni, ruvidi, al limite del distorto. Human Touch, invece, si avvicina al soul e alla musica nera, con brani squisitamente romantici. Inizialmente, i dischi dovevano creare un unico album, The River, ma l’idea venne accantonata. Non mancano canzoni di un certo pregio. Ciò che viene a meno, però, è la carica e la potenza del Boss e della E Street Band. I suoi fedeli compagni di creazione e di palco vennero richiamati nel 1999, più in sintonia che mai. Il rock era tornato.

Pop e la lezione non imparata dagli U2

I Queen l’avevano dimostrato. Una rock band non può darsi alla musica pop-dance a meno che non voglia sollevare critiche e polemiche. Come si dice, la storia insegna. Purtroppo, nel 1997 gli U2 dimostrarono di non aver studiato e vennero rimandati. L’album flop della loro carriera s’intitola Pop. C’è chi ritiene sia nato come una sfida in termini musicali, chi, invece, l’ha visto come una provocazione. Ciò non toglie che quando Bono & Co. decisero di sperimentare con i sound dance ed elettronici fallirono miseramente. Gli U2 erano passati dal raccontare e illustrare la guerra d’Irlanda e l’operato di Martin Luther King a cavalcare l’onda della disco music anni Novanta che, però, non era adatta a loro.

Tuttavia, il mondo della musica talvolta si dimostra gentile e accondiscendente. Nel 2000 uscì All That You Can’t Leave Behind e il gruppo recuperò il debito preso tre anni prima. Bono dichiarò: “Ci ricandidiamo per il lavoro. Quale? Quello di miglior rock band del pianeta“. Modestia? Assente. Carte in regola per riuscirci? Riconosciute da tutti. Anche quello degli U2 è stata una lezione di vita travestita da fallimento.

 

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