rosa chemical

Le mille facce di Rosa Chemical

Classe ’98, Rosa Chemical fa i suoi primi passi in musica con il singolo Kournikova, dando poi vita con il producer Madz Romance alla sua carriera vera e propria. Nello stesso periodo, inizia ad apparire come modello per Gucci. Nel 2019 fa uscire Okay Okay !!, un EP composto da 7 tracce scritte a Londra. Lo vediamo poi in varie collaborazioni come Long Neck con Taxi B, o con la FSK nel brano 4L. Sigla così un inizio di carriera decisamente in up.

Il 29 maggio esce il suo primo album FOREVER, preceduto dal singolo POLKA, che ci aveva fatto ben sperare. POLKA è volgare, dissacrante e martellante. Greg Willen ha prodotto una base incredibile, e così la traccia è letteralmente volata in cima a tutte le piattaforme. Rosa si è presentato da subito come un elemento molto particolare: la sua estetica curatissima (da modello, appunto) rasenta spesso quella femminile, ricordandoci la figura di Achille Lauro. Rosa si sente un po’ donna e non ha paura di mostrare la sua femminilità. Lo vediamo spesso vestito da abiti femminili e nella copertina dell’album è raffigurato proprio il suo dualismo. Lo vediamo sdoganare qualsiasi perversione sessuale in modo credibile e naturale.

FOREVER

Rosa ha un estro incredibile, nell’arco di un anno ha già cambiato mille look e questo riflette le mille forme della sua personalità: se fino ad ora l’avevamo visto in un mood da “trappone ignorante, che sembrava non prendersi troppo sul serio, nel disco lo vediamo profondamente impegnato in diversi stili. Ci si poteva aspettare un disco trap sulla scia di Okay Okay !!, ma non è stato proprio così, o meglio, non solo così. Oltre alla cattiveria di COSANOSTRA e OCCHIO E CROCE, per la prima volta troviamo dei brani introspettivi, come ROSE E ROVI e BOHEME, che portano a un’ascesa spirituale. Si parte dal limbo dantesco della prima traccia, per arrivare poi al Paradiso nell’ultima canzone.

Nel mezzo c’è davvero tutto: trap, conscious, e persino quella che sembra una parodia del rap anni Novanta in RAF SIMONS, dove Rosa ci delizia con 30 secondi di barre strettissime, mettendo dentro tutti i cliché di quel periodo, per poi comunicarci che “se il rap è morto è colpa dei froci come lui“. Il disco vanta featuring come Dani Faiv, Taxi B, Rkomi, Wayne Santana, Bobo Boro e un membro della sua crew, Thelonious B.

Rosa Chemical si è dimostrato il paladino di una sessualità e un’identità fluida, che non etichetta l’uomo come assoluto “portatore di pantaloni”; a lui infatti, al contrario, piace trasformarsi: lo vediamo anche su Instagram truccato, con abiti femminili e proprio con sembianze da donna. Musicalmente ha davvero tanto da dare: in FOREVER si è dimostrato molto versatile e poliedrico, capace di essere introspettivo e giocoso allo stesso tempo. Bdope (o Calimero?) si è dimostrato davvero all’altezza dei migliori produttori della scena e siamo sicuri che la loro strada sia ricca di successo e di sogni realizzati.

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Rosa Chemical al Cerbero Podcast

In questa occasione, Rosa afferma di voler sdoganare concetti tabù come il sesso, l’omosessualità o il razzismo, dicendo volutamente parole come “frocio” o “negro”, le quali, afferma, dovrebbero perdere la loro connotazione negativa. Tuttavia, ci sorge spontanea una riflessione, venuta dopo aver visto una live del Cerbero Podcast con ospite Rosa (dove, per altro, Canesecco ha proprio fatto la figura del boomer). In quell’occasione gli si è fatto notare che parlare in questo modo non può fare altro che creare l’effetto contrario: difficilmente un ragazzino coglie il vero significato dell’utilizzo spropositato della parola “frocio”. Sarà invece più probabile che pensi che Rosa sia omofobo o maschilista (dato che la maggior parte degli artisti della scena trap lo è) e di conseguenza utilizzi quella parola semplicemente per offendere.

Rosa stesso ha affermato che bisognerebbe iniziare a modificare il linguaggio del rap. Siamo andati avanti col tempo e usare questi termini è ormai fuoriluogo e anacronistico e forse, continuare a etichettare le donne come “zoccole” e gli omosessuali con termini sprezzanti, non sarebbe più consono. Però Rosa lo fa, non importa tanto quale sia l’intento, a primo acchito è facile mal interpretare un suo testo.

Molte donne, nonostante siano sue fan, non possono negare che quando hanno sentito la frase: “Greg Willen la picchia come un serbo” in POLKA hanno storto il naso. È vero, la frase è stata poi spiegata e chiarita (si riferiva a picchiare la base, cioè creare un beat “che picchia“), e lo si capisce quando dice che se si fa un minimo di ricerca, lo si conosce ci si rende conto del suo vero intento. Tuttavia, sarebbe bello semplicemente evitare certi appellativi, che non sono né simpatici né necessari.

Una labile coerenza

Stesso discorso per la droga e la gang, due concetti che non appartengono al mondo di Rosa. Ha dichiarato più volte di aver smesso con le sostanze stupefacenti da molti anni, però nelle sue canzoni sembra proprio il contrario. In COSANOSTRA, ad esempio, canta:

Colpa della droga, colpa della moda

Mo-moriremo belli tra puttane e coca.

Perché continuare a costruire un immaginario, che per quanto presente nel mondo artistico, è già rappresentato da molti anni e al quale, per altro, non si appartiene (più)? Ormai è tempo di cambiamenti e, Rosa, potresti partire proprio tu, dati i nobili intenti che stanno dietro alla tua musica.

Al di là di questa piccola riflessione, Rosa Chemical ha tanto da dire e tante barriere da abbattere. La sua musica è interessante e imprevedibile. Con questo album si è dimostrato una persona genuina, matura e profondamente poliedrica. Inoltre, in diverse occasioni si è dimostrato educato e aperto alle critiche, senza avere quell’atteggiamento spocchioso tipico della nuova scena. Chapeau Rosa, ora siamo tutti pronti a farci cospargere di rossetto.

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