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“Onward – Oltre la magia”: credere in se stessi

Onward – Oltre la magia è il nuovo film d’animazione Disney Pixar del 2020, al cinema dal 19 agosto dopo numerosi rinvii a causa del Coronavirus, diretto da Dan Scanlon.

In passato il mondo era pieno di meraviglia. C’era avventura, c’era magia, ma non tutti sapevano usarla, così si è cercato di semplificare la vita, ma io spero ci sia della magia latente in voi!

Quello davanti ai nostri occhi è un mondo fatto di magia e fantasia, o almeno quello che era. Le scoperte tecnologiche hanno portato le persone ad anestetizzare la magia che non stupisce più, vivendo sempre più nel confort informatico. Ci sono i centauri, ci sono gli unicorni, i troll, le manticore. Ma ci sono i cellulari, l’autostrada, i fast food.

I due protagonisti elfi, Ian e Barley, sono cresciuti senza il padre, morto quando erano ancora solo dei bambini. Hanno entrambi compiuto i 16 anni, quando il padre lascia loro in regalo uno strano oggetto: un antico bastone, una pietra e alcune istruzioni sull’incantesimo da fare.

I Lightfoot hanno la possibilità di riportare in vita il loro papà per un giorno, grazie a un potente incantesimo. Scoprono che proprio Ian, il più scettico dei fratelli, è l’unico in grado di metterlo in pratica. Ma è il suo primo incantesimo e, allora, qualcosa va storto: si ritrovano con… mezzo papà. Il padre appare fino a mezzo busto. Per rifare l’incantesimo deve usare un’altra gemma e Barley, appassionato di magia e storia antica, trascina il fratello verso un’avventura seguendo le istruzioni di un gioco di ruolo magico.

Ian, il più piccolo, è così timido da non riuscire mai a farsi sentire tra i coetanei e nella vita quotidiana, mentre Barley, il maggiore, è un tipo un po’ strambo, appassionato di storia dei suoi antenati. I due fratelli dovranno viaggiare lungo le valli montuose appena fuori dall’autostrada, una sorta di confine tra vecchio e nuovo. Un cartoon-road movie che non ti aspetti, in cui questi due fratelli accolgono l’invito del padre, senza neanche pensarci bene. Di pancia, come direbbe Barley.

Sono tante, le riflessione che questo film porta ad affrontare. Prima di tutto, il mondo in cui viviamo. Privo di rischi, magia, sorpresa. Dimentichiamo la nostra natura, accecati dalla velocità delle nuove tecnologie. Nonostante ciò, la fratellanza resta il tema portante. Ian ha sempre saputo di avere Barley, sempre accanto a sé, pronto a incoraggiarlo e a dargli la spinta che gli serve, ma non se n’è mai accorto così tanto.

Superare i propri timori, accettare il passato, affrontare le difficoltà per crescere e maturare. Rafforzarsi.

Ian desiderava così tanto riportare in vita il padre, mai conosciuto, erano così tante le cose che avete voluto fare con lui, da non rendersi conto di aver sempre potuto contare su Barley non solo come un fratello.

Ian: Ma non so nulla di magia!

Barley: Beh, dovrai imparare! mento in su, gomiti alti, gambe larghe, schiena leggermente inarcata!

Concentrazione, posizione, ardore del cuore, credere in se sessi. Sono questi gli ingredienti segreti per l’incantesimo perfetto.

Tratto da una storia vera, racconta l’infanzia del regista, dopo il lutto del padre quando era solo un adolescente. Scanlon ha scritto la trama di Onward dopo aver ascoltato un audio del padre (proprio come Ian inizia la sua avventura di formazione poco dopo aver ascoltare la registrazione della voce del padre). Dan firma la sceneggiatura insieme al regista indipendente Jason Headley e a Keith Bunin.

Dopo Frozen e il forte legame tra le due sorelle Elsa e Anna, arriva Onward, un film che propone una versione più umoristica e scanzonate di due ragazzi che non sembrano avere, poi, così tante cose in comune.

Consigliato a chi ha bisogno di una spinta per tornare a credere in sé, c’è una particolare forza che solo chi ci sta accanto da una vita è in grado di darci ed è la spinta giusta per fare un salto in avanti, magari nel vuoto.

Un cartone animato dal messaggio formativo utile tanto ai piccoli quanto ai grandi per credere nel potere della magia, ma soprattutto credere in se stessi. Forse non è uno dei cartoni più felici sfornati dalla Disney ma, diciamolo, dopo Coco siamo pronti a tutto.

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