Brasile: un altro uomo ucciso dal razzismo

Lo scorso 19 novembre, alla vigilia della Giornata della Coscienza Nera, in Brasile due guardie della sicurezza bianche hanno brutalmente ucciso un uomo nero di 40 anni, apparentemente senza un movente. Si chiamava João Alberto Silveira Freitas ed era padre di quattro figli. Il giorno dopo, le manifestazioni per la Giornata della Coscienza Nera si sono trasformate in proteste per chiedere giustizia e diritti nelle principali città del Brasile.

La vicenda:

Freitas è stato ucciso la sera del 19 novembre all’uscita di un supermercato Carrefour di Porto Alegre, dopo aver fatto la spesa con sua moglie Milena. Globo News ha affermato che una dipendente del supermercato aveva chiamato la sicurezza dopo che Freitas l’aveva minacciata, diversa però pare essere la versione della moglie. Milena ha infatti raccontato che il marito, dopo aver pagato la spesa, ha fatto un gesto scherzoso alla cassiera. Una volta usciti, l’uomo è stato improvvisamente aggredito dagli agenti di sicurezza.

L’aggressione è stata documentata da alcuni testimoni attraverso un video che è poi stato postato sui principali social networks. Il video ha subito scatenato una forte rabbia e indignazione degli utenti. Le guardie Magno Braz Borges e Giovane Gaspar de Silva hanno tenuto fermo l’uomo e l’hanno colpito ripetutamente, mentre un impiegato del supermercato restava a guardare. Un ulteriore video ha mostrato una delle guardie inginocchiata sulla schiena della vittima. Freitas ha poi più volte urlato che non riusciva più a respirare, ma nulla ha potuto fermare la violenza degli agenti di sicurezza.

Gli accertamenti hanno affermato la morte dell’uomo per soffocamento. Gli agenti di sicurezza, appartenenti al gruppo Vector, sono così stati arrestati per omicidio volontario.

Il supermercato Carrefour si è subito dissociato da quanto accaduto. Ha definito brutale la violenza degli uomini e ha comunicato che licenzierà chi si è rivelato coinvolto nella vicenda. Interromperà inoltre ogni collaborazione con il gruppo Vector. Queste le parole del responsabile:

Ripetiamo che per noi non è ammissibile nessun tipo di violenza e intolleranza, non accettiamo che situazioni come questa si verifichino. Siamo profondamente colpiti e seguiremo gli sviluppi delle indagini, offrendo tutto il supporto necessario alle autorità locali.

Hanno poi informato che devolveranno l’intero incasso dei punti vendita raccolti il 20 novembre a progetti contro il razzismo.

La comandante della polizia Nadine Anflor ha dichiarato che ancora non possono dire che la morte sia avvenuta per motivi razziali, ma nel frattempo ha affermato:

Per ora abbiamo un omicidio con 3 caratteristiche: futili motivi, una vittima senza diritto di difesa e la morte avvenuta per soffocamento. È quello che ci mostrano i video e le testimonianze raccolte.

Il padre della vittima, João Batista Rodrigues Freitas, ha invece mostrato un profondo dolore e si è detto certo che la morte sia avvenuta per razzismo, come afferma anche l’opinione pubblica:

È stato chiaramente un episodio di razzismo. Basta vedere la forza con cui è stato aggredito. Ho subito chiesto “stava rubando?”. Se non stava rubando, perchè aggredirlo? e perchè essere aggredito brutalmente dagli addetti alla sicurezza? non posso neanche chiamarli così, perchè sarebbe un insulto vero verso chi fa quel lavoro sul serio.

Il giorno dopo l’episodio, migliaia di persone sono scese in strada.

Le proteste:

Il 20 novembre scorso, proprio in occasione della Giornata della Coscienza Nera, migliaia di persone sono scese nelle strade di Porto Alegre, São Paulo, Rio de Janeiro, Brasilia e Belo Horizonte.

Le persone hanno esposto slogan come: “La carne più economica sul mercato è nera”, “Giustizia per Joao Alberto”, “Carrefour ha le mani sporche di sangue nero”. Nei cartelli è apparso anche “Le vite nere contano”, lo stesso slogan usato anche per la morte di George Floyd nel maggio 2020.

Alexandra Tulani, una manifestante, ha affermato:

La richiesta della popolazione nera è urgente. La disumanizzazione dei neri in Brasile è evidente, per questo dobbiamo uscire in strada, per dare visibilità alle nostre lotte.

In alcuni punti delle città le proteste sono diventate violente, come a San Paolo dove un gruppo di manifestanti ha spaccato le vetrine di un supermercato Carrefour, buttato giù i prodotti dagli scaffali e appiccato un incendio.

L’episodio dell’omicidio di Freitas è infatti stato per molti, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati moltissimi altri episodi simili: la morte per soffocamento di George Floyd da parte della polizia statunitense a maggio di quest’anno, nel febbraio 2019 una guardia giurata ha soffocato il 19enne Pedro Henrique Gonzaga in un supermercato Extra di Rio de Janeiro. Sempre nel 2019, le guardie di sicurezza del supermercato Ricoy di San Paolo hanno torturato un adolescente nero.

Nonostante le persone nere e mulatte sono circa il 57% della società brasiliana, la piaga del razzismo si fa sentire prepotentemente.

In Brasile il razzismo è strutturale:

Secondo il rapporto Onu pubblicato nel 2014, in Brasile il razzismo è strutturale e istituzionalizzato, è presente in ogni aspetto della vita quotidiana. Nonostante ciò, la maggior parte della popolazione continua a negare l’esistenza del razzismo.

Nel rapporto Onu si afferma:

Le persone nere hanno la scolarizzazione più bassa, salari inferiori, minore accesso alla salute, rappresentano la percentuale maggiore della popolazione carceraria e delle vittime di omicidi. […] Il Brasile non può pertanto essere chiamato una democrazia razziale e alcuni organi dello stato sono caratterizzati da un razzismo istituzionale, in cui le gerarchie razziali sono culturalmente accettate come normali. […] Inoltre, il mito delle democrazia razziale è usato con frequenza dai politici conservatori per screditare le azioni affermative.

Secondo il Forum sulla Sicurezza Pubblica brasiliano,  le persone nere e mulatte rappresentano il 74% delle vittime di violenza e il 79% degli omicidi per mano della polizia. Inoltre, gli omicidi dei cittadini neri sono incrementati dell‘11,5% in Brasile dal 2008 al 2018. Negli ultimi anni sono aumentati anche le persone nere e mulatte uccise dalla violenza delle forze dell’ordine: nel 2017 sono state 3 mila e 470 le vittime nere, nel 2018 sono state uccise 4 mila e 869 persone di colore, infine nel 2019 il numero è diminuito a 4 mila e 353.

Sono dati molto preoccupanti.  I cittadini brasiliani chiedono un cambiamento radicale per avere così una società più giusta, senza forme di discriminazione e di violenza.

 

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