Giornata mondiale delle vittime della strada: per non dimenticare

La terza domenica di novembre è stata la Giornata mondiale delle vittime della strada: un momento importante per ricordare tutte le persone decedute a causa di incidenti stradali. Questa commemorazione è stata istituita per la prima volta dall’ONU nel lontano 2005, con l’obiettivo di sensibilizzare gli automobilisti (e non solo) e incentivarli a perseguire comportamenti corretti. Troppe, infatti, sono le morti causate da una distrazione momentanea mentre si è al volante.

Partiamo dai dati. Nel 2019 si sono verificati in Italia 172.183 incidenti stradali con lesioni a persone, che hanno provocato 3.173 vittime, tra le quali 2.566 uomini e 607 donne. Questo significa che c’è stato un decesso ogni nove giorni. Per non parlare dei feriti: 241.384 nel corso di tutto il 2019. I motivi di questi tragici episodi vanno spesso ricercati nella guida distratta, nel mancato rispetto della precedenza e soprattutto nella velocità decisamente troppo elevata degli automobilisti. Il numero di violazioni al Codice Stradale per eccesso di velocità, purtroppo, è ancora tragicamente alto: costituisce infatti circa il 38,2% dei casi.

Gli indici di mortalità più alti vengono toccati nelle notti del fine settimana: non a caso, tra le cause di incidenti, vi è anche il consumo di alcool alla guida. La campagna condotta dal Ministero della Salute nel 2017, ad esempio, mirava soprattutto a sensibilizzare sull’abuso di alcolici, specialmente da parte dei giovani, e sui rischi che ne conseguono. Un’altra triste ragione di infortuni sulla strada è l’utilizzo del cellulare mentre si è alla guida. Il telefonino viene maneggiato con troppa frequenza, troppa scioltezza: non va dimenticato che un gesto così quotidiano come sbloccare la schermata per visualizzare una notifica può anche risultare fatale.

L’associazione familiari e vittime della strada, meglio nota con l’acronimo AFVS, evidenzia l’importanza della prevenzione in questo campo. Inoltre, l’AFVS si occupa di tutelare gli interessi degli utenti della strada e fornisce, grazie alle donazioni (è un’associazione non profit), assistenza legale e psicologica alle vittime di incidenti. A seguito di un grave incidente, inizia infatti un iter legale lungo e doloroso, il quale dovrebbe portare ad individuare il colpevole, punirlo secondo le norme previste e, infine, fornire alle vittime un adeguato risarcimento. Tuttavia, in Italia questo percorso è fitto di inghippi burocratici che di frequente rallentano la giustizia e ledono la dignità della vittima.

Fortunatamente, ci sono anche degli aspetti positivi: negli ultimi anni il numero di incidenti si è notevolmente ridotto. Le vittime del 2019, per quanto numerose, sono state circa la metà dei 7.096 decessi registrati nel 2001. Le campagne di prevenzione dimostrano dunque la loro efficacia. I dati di cui oggi disponiamo, però, sono ancora distanti dall’obiettivo europeo di ridurre le morti del 50% entro il 2020 rispetto al 2010. Questo perché, nonostante la diminuzione generale, sono in aumento i decessi tra le categorie più vulnerabili, come ciclisti e pedoni. Nel 2018 sono stati 612, il 2% in più rispetto al 2017, e il 7,4% in più rispetto al 2016.

Quest’anno la giornata è stata celebrata domenica 15 novembre, ma purtroppo pare che questo momento di ricordo sia passato sotto silenzio. Alberto Pallotti, presidente di un’altra importante organizzazione, l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus (AIFVS), ha espresso il proprio disappunto di fronte al silenzio di molti giornali e, in generale, alla scarsa attenzione mediatica nel giorno di questa commemorazione. Queste le sue parole:

Sono forse le vittime della strada, vittime di serie Z? Un problema così grave come la strage stradale non può essere dimenticato come sta accadendo. La gente muore ogni giorno, come sempre, non è cambiato nulla rispetto al passato. Non è solo il Covid che uccide, eppure il mondo se ne è dimenticato. Sono un milione le persone che, ogni anno, muoiono per incidenti stradali. Questa assenza di attenzione non può che aumentare i numeri.

È vero che, a causa dello stop imposto dalla pandemia, gli incidenti quest’anno sono probabilmente diminuiti (anche se i dati del 2020 non sono ovviamente ancora disponibili). Ciononostante, non bisogna dimenticare le vittime di incidenti stradali, soprattutto quando le loro morti sono dovute a ragioni futili e a gesti evitabili da parte dei guidatori del veicolo. La parola d’ordine di questa importante giornata del ricordo rimane dunque sensibilizzare, ma anche educare gli automobilisti affinché cambino le loro abitudini negative.

 

 

 

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