Isolamento: ciò che ci accomuna

Da quasi un anno la condizione dell’isolamento è ciò che ci accomuna:

Esclusione da rapporti o contatti con l’ambiente circostante, per lo più motivata da ragioni di sicurezza o di incompatibilità,

Nei telegiornali, in radio, negli spot pubblicitari, all’interno degli ospedali, delle ASL e in tutti i pubblici servizi a causa della pandemia da Covid-19 si parla di isolamento. A molti di noi, infatti, sarà sicuramente capitato di dover rimanere isolati o confinati dai propri cari, dai propri amici, dalle proprie moglie, dai mariti, dai nonni… Una condizione che certamente l’uomo, che da sempre vive assieme agli altri, non è abituato a sperimentare. C’è stato chi si è isolato completamente dal mondo per paura, chi lo ha fatto perché imposto dai numerosi DPCM e chi, invece, si è ribellato e si ribella tutt’ora a questa situazione di confinamento totale.

Isolamento & Arte

Per queste ragioni allora, come testimoniano gli studi condotti dai più grandi psicologi nel corso del tempo, l’uomo ha saputo adattarsi in maniera graduale, cercando in un primo tempo di creare una routine che assomigliasse il più possibile a quella della normale vita quotidiana, e successivamente,  come ci testimoniano le numerose iniziative nel campo della moda, della musica, del teatro e dell’arte, settori che più di tutti hanno sentito le conseguenze dell’isolamento sociale, hanno saputo reinventarsi. Un esempio è quello del mondo dell’arte, trattato nell’articolo di Giada Miozzo ‘’Isolamento forzato: in che modo l’arte affronta l’emergenza’’, nel quale viene specificato che nella branca dell’arte niente sarà come prima e per questo sono stati necessari dei cambiamenti. Il settore ha dovuto

Ripensare a logiche ed espedienti per non troncare nettamente quel filo che da sempre la unisce alla cultura, all’espressione e alla scienza del sapere.

In che modo? Ad esempio, sfruttando l’accesso telematico organizzato dai più importanti musei nazionali e internazionali, arrivando così a una riscoperta vera e propria di numerosi beni storici, artistici e culturali che da sempre identificano la nostra nazione.

La moda

Altro campo in cui si sono dovute ripensare le logiche è certamente quello della moda, il quale si è trovato a ricorrere a nuovi mezzi da quelli tradizionali e conformisti, come spiega Giovanna Narciso nel suo articolo “Isolamento nella moda: che ne esce vincitore”, nel quale ha riportato alcuni esempi dei più gradi stilisti come Valentino, Prada, Saint Laurent

 Il fashion month dello scorso Giugno 2020 si è svolto all’insegna del phygital (l’uso della tecnologia per costruire un ponte tra mondo fisico e digitale). I casi in cui i marchi hanno scelto di debuttare dal vivo sono stati rarissimi

Sfilate in cui  il mondo del digitale, del video maker e dei grafici ha rivestito un ruolo di primo piano.

Produttività nel campo della musica

Certamente alla luce di questo ventaglio sociale e culturale non potevano mancare esempi nel mondo della musica, dove numerosi cantanti, rapper, cantautori, si auto-isolano dal resto del mondo assieme alla loro musica e alle loro parole. Un rapper italiano, di origine romana, ne è la prova tangibile: Gemitaiz, il quale, come riportato nell’articolo di Matilde Pasqualin ‘’Isolamento forzato e volontario’’, in un’intervista a «Essemegazine», alla domanda

 Come siano stati i mesi di quarantena – da marzo a maggio, ndr -, lui risponde con un semplice “produttivi“.

Internet: una finestra sul mondo

Nonostante ciò, durante l’isolamento ciò che ci accomuna è certamente l’uso di internet e del web, strumento che appare ai più come “una finestra sul mondo” in cui si può ancora cercare di mantenere un rapporto con le persone a cui più siamo affezionati attraverso le piattaforme digitali di Zoom, Meet, Duo… Un valido supporto a quella socialità che prima si trovava tranquillamente al tavolino di un ristorante o al bancone del bar.

Isolamento come nuova normalità

È assodato però che, nonostante questi siano tutti fenomeni che cercano di far apparire normale ciò che non lo è, molteplici sono le risposte alla condizione dell’isolamento. Da una parte è la nuova normalità che, secondo alcuni studiosi, perdurerà per molti anni portando con se conseguenze catastrofiche come l’innalzamento della povertà globale, rischi nella produzione alimentare e soprattutto, un grande impatto sul sistema educativo che rischia di arretrare a livello di ricerche e di metodi a causa della chiusura delle scuole e della nuova D.A.D – Didattica a distanza-, con la quale si mette a dura prova il rapporto tra insegnante e studente e la socialità infantile.

Dall’altra parte invece, c’è chi crede che la fine della pandemia porterà di nuovo la normalità precedente al Covid-19, facendo sembrare quest’ultimo un bruttissimo ricordo lontano. Tuttavia, è troppo presto forse per analizzare passo dopo passo quanto l’isolamento da pandemia abbia sconvolto e cambiato il mondo e le nostre vite. Come in tutte le cose però è importante cogliere il buono, ciò che c’è di positivo, e saper apprendere ciò che l’isolamento ci ha insegnato: alla fine di tutto infatti, gli abbracci, i baci, i sorrisi e qualunque gesto di affettività riacquisiranno un gran valore e non passeranno più per gesti scontati o superficiali; così come il valore dei rapporti umani, come il poter parlare di persona e non attraverso uno schermo e ancora, una semplice stretta di mano tra colleghi, riprenderà l’importanza che detiene da secoli.

La compagnia incessante è nociva quanto l’isolamento solitario.

Vriginia Woolf

 

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