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Intervista a Kharfi, promessa della produzione

Se si spulcia nel vasto panorama musicale, tra i giovani artisti emergenti è impossibile non notare Davide Kharfi. Producer da più di 150mila ascoltatori mensili su Spotify, il 17 febbraio ha pubblicato il suo EP 24. Scopriamo di chi stiamo parlando.

Chi è Kharfi

Davide Kharfi nasce il 17 febbraio 1997 nel milanese da padre marocchino e madre italiana. All’età di 11 anni, nel 2008, navigando su Youtube cresce in lui un forte interesse per la musica. I primi artisti che lo tengono incollato alle cuffie sono Jay Z, Kanye West e Chris Brown. Poco dopo, ad attirare il suo interesse sono i remix dance ed house dei brani più in voga del momento.

Nello stesso anno, durante la gita di prima media inizia a intrattenere i suoi compagni nel residence dove pernottavano, mettendo musica dal telefono. Da qui gli viene attribuito l’appellativo di dj. Inizia così a nascere nella sua testa l’idea di diventare un disc jokey.

Munitosi di console, i primi anni comincia a suonare nei locali di Sesto San Giovanni, dove risiede. Dopo 3 anni riesce a raggiungere le discoteche milanesi togliendosi una gran soddisfazione nonostante la giovane età.

Nel 2013 nasce la passione per la produzione, spinto dalla voglia di vedere le persone ballare i propri brani. Fino al 2016 fa tanta gavetta per immergersi nel mondo della produzione e per ricercare un sound tutto suo e riconoscibile. Dal 2018 inizia a produrre per terzi e pubblica il suo primo album, Grattacieliun joint album dove figurano vari artisti sulle sue produzioni.

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Con la pandemia mondiale, il tempo dedicato da Davide alla produzione si massimizza e il 17 febbraio di quest’anno in corrispondenza con il suo compleanno pubblica il progetto 24.

Nell’intervista rilasciataci, che potrete vedere sulla nostra pagina Instagram, Kharfi afferma che si ritiene soddisfatto dai primi riscontri del pubblico. Ci tiene a precisare, però, di non vivere la musica come vita o morte, con l’obiettivo di trasformarla in un lavoro. Trasformarla in un’ossessione renderebbe il processo artistico e la sua passione non più genuini.

Il processo creativo e la pubblicazione dei brani

Davide ci ha raccontato che, non avendo solide basi teoriche musicali, non vuole definirsi un composer. Alla base del processo vi è la scelta dei suoni che può impiegare 2-3 giorni. Trovato il giusto mix, il pezzo comincia a essere in discesa.

Solitamente, nella creazione dei suoi brani parte scrivendo quattro accordi in tonalità che poi trasforma in un arpeggio. Da questa base scrive una melodia che sia in linea con gli accordi. Qui entra in gioco il cantante a cui Kharfi lascia sempre carta bianca, riservandosi l’ultima parola a testo concluso, in particolare nella strutturazione del ritornello. Si arriva alla parte conclusiva della produzione del pezzo che è quella del mix e mastering. Per il successo di un brano, il mix e mastering deve essere fatto da fonici professionisti per avere un risultato radiofonico e ciò richiede circa 1-2 settimane.

Il problema nasce nel momento in cui si vuole pubblicare il brano. Davide, infatti, ci ha raccontato delle difficoltà da lui riscontrate nel rilascio dei pezzi. Partendo dalla copertina, passando per il contorno delle pubblicità fino al deposito della traccia possono passare anche 6 mesi o 1 anno. Questo specialmente se si prova a contattare delle label italiane o addirittura estere. Se invece si esce da indipendenti, il processo è molto più breve con circa 1 mese di attesa, come è accaduto per la pubblicazione di 24.

Nuovi progetti e idee per il futuro

Come accennato prima, durante la pandemia Kharfi si è dedicato totalmente alla produzione, non potendo esibirsi nei locali. In questo periodo l’ispirazione non è mancata, grazie anche al suo lavoro nell’ambito della ristorazione per mantenersi.

Per la seconda parte del 2021 infatti il dj ci ha confessato che è prevista la pubblicazione del suo prossimo album, con sonorità fortemente elettroniche e dance. Il progetto è volutamente settoriale e con l’intento di creare un immaginario ben preciso per il proprio sound inserendo strumenti come il sitar.

Abbiamo provato a giocare con lui chiedendogli di dirci cinque artisti italiani e cinque internazionali che inserirebbe su un potenziale Grattacieli 2. I nomi che sono venuti fuori sono, per l’Italia, Capo Plaza, Voodoo Kid, Vegas Jones, Nayt e Massimo Pericolo. La quota estera, invece, è rappresentata da Stormzy, Dave, Justin Timberlake, AJ Tracey ed Asap Rocky.

Sulla nostra pagina Instagram, potete ascoltare il resto della chiacchierata con Davide Kharfi.

In calce lasciamo il suo ultimo progetto: 24.

FONTI: 

Videointervista a Davide Kharfi

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