17 maggio: Giornata internazionale contro omofobia, transfobia e bifobia

omofobìa s. f. [comp. di omo(sessuale) e -fobia]. Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità.

Il 17 Maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omofobia, transfobia e bifobia. Nasce con l’occasione di richiamare l’attenzione sulle continue discriminazioni subite a danno della comunità LGBTQIA+. L’odio nei confronti di queste persone è andato sempre più fomentandosi. Questo grazie anche ad alcuni interventi di persone di spicco della politica o nel mondo dello spettacolo.

Tante, tantissime sono state le aggressioni subite da chi sceglie semplicemente di amare una persona dello stesso sesso, oppure cerca di mostrare al mondo il lato migliore di sè seguendo la propria natura.

Parliamo di dati e del Rainbow Europe

Tra il 2019 e il 2020 si è registrato un aumento del 9% delle aggressioni. Nel 2019, in media, si sono registrate, secondo il sito Gay.it, circa nove aggressioni al mese.

Secondo il quadro che emerge dall’edizione 2018 di Rainbow Europe, l’indice elaborato da Ilga (International Lesbian and Gay Association), l’Italia si trova al 35esimo posto su 49 per il rispetto dei diritti umani e piena uguaglianza. Il Rainbow Europe, per misurare l’avanzamento dei diritti delle persone LGBTQIA+ nei vari paesi europei, utilizza sei differenti parametri: uguaglianza e non discriminazione, diritto di famiglia, crimini d’odio e hate speech, riconoscimento legale di genere (che include il diritto di cambiare legalmente sesso), libertà di espressione e associazione, e diritto d’asilo per persone LGBTQIA+ perseguitate nei Paesi di origine.

I paesi europei che più mettono in pratica queste sei categorie sono: al primo posto Malta, al secondo Belgio e al terzo posto il Lussemburgo. Tra i paesi peggiori ci sono i paesi dell’Est Europa e l’Italia.

In Italia…

In Italia la violenza sulle donne, le discriminazioni di persone LGBTQIA+ ed episodi di bullismo sono ancora oggi fenomeni all’ordine del giorno. Nel 2018 Anmesty International in collaborazione con Doxa (un istituto specializzato in sondaggi d’opinione, ricerche di mercato e analisi statistiche) ha condotto un’indagine dal nome “Gli italiani e le discriminazioni” con l’intento di riportare sotto forma di dato le considerazioni degli italiani sui fenomeni discriminatori.

L’indagine riporta che per una persona su due la legge che istituisce le unioni civili è considerata un tratto di civiltà. Secondo l’86% degli italiani, gli omosessuali devono avere pari diritti. Nonostante sia una buona percentuale, non è abbastanza in quanto queste persone sono spesso vittime di aggressioni e violenze. Violenze fisiche, verbali e psicologiche sono all’ordine del giorno anche nel 2021. Basti ricordare la storia di Malika, la ragazza insultata e cacciata di casa dai genitori perchè omosessuale. Tutti ricorderanno la ferocia delle parole urlatele contro da chi l’ha messa al mondo e avrebbe dovuto proteggerla. Malika, dopo i numerosi insulti ricevuti, è riuscita a denunciare i suoi aggressori: i suoi genitori.

Molto spesso però chi si ritrova a subire una violenza non ha il coraggio o la forza di denunciare. Questo perchè, almeno in Italia, non si è arrivati ad avere una legge che tuteli le vittime di aggressioni omofobe.

Provvedimenti

La luce infondo al tunnel si intravede con il famosissimo Ddl Zan. Il disegno di legge Zan deve il suo nome al deputato del Pd che l’ha presentato, Alessandro Zan. Questo prevede delle aggravanti specifiche per i crimini d’odio  e discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. Il 28 Aprile il disegno di legge Zan è stato calendarizzato dalla Commissione giustizia, dopo 1091 giorni dal suo arrivo in Parlamento. Se il progetto verrà definitivamente approvato, diventerà legge.

Il lungo stallo del Ddl Zan è dovuto al perenne ostruzionismo della Lega e del suo senatore Andrea Ostellari, il presidente della commissione Giustizia. L’approvazione del disegno di legge non è, quindi, certo, dato che il relatore sarà lo stesso presidente Ostellari.

Il Ddl Zan non fa altro che aggiungere ai motivi di condanna previsti dalla Legge Mancino (frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali) anche quelli relativi al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Il disegno di legge prevede anche la conferma di una Giornata Nazionale contro l’omofobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio. Questa ha, e avrebbe, una finalità educativa nelle scuole. Attraverso lo svolgimento di numerose attività si ha l’obiettivo di insegnare ai bambini la parità, l’inclusione e l’abolizione dei pregiudizi.

E’ proprio ora di dire che le discriminazioni non possono essere più tollerate. Ognuno deve sentirsi libero di amare chi vuole e mostrarsi per quello che è davvero. In un mondo in cui l’orientamento sessuale è ancora motivo di discriminazione è sempre più importante scegliere da che parte stare: difendere coloro che vogliono semplicemente amare.


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